Capitolo 25

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Stavo uscendo dalla palestra quando scrissi a Alice di aspettarmi sveglia che avevo bisogno di parlarle. Lei rispose con un semplice ok e misi il cellulare in tasca.
Era già il secondo giorno consecutivo che percorrevo questa strada da sola. Neanche oggi Matt era venuto ad aspettarmi dopo allenamento e, quel giorno, non si era neanche presentato al corso. Mi ero ripetuta per tutto il tempo che aveva avuto da fare e che non era successo nulla di grave, ma in quel momento non ci credetti più. Non era mai mancato una volta alla nostra consueta passeggiata serale e per questo mi stavo preoccupando. E se non volesse più avere a che fare con me? Io non gli avevo mai fatto niente però, vero?
Dovevo scacciare quei pensieri negativi all'istante. Decisi di mandargli un messaggio per sapere se era tutto a posto.
Quando rientrai a casa non mi aveva ancora risposto e la preoccupazione aumentava sempre di più.
«Sono a casa!» urlai appena dentro.
«Sono in cucina!» rispose Alice imitandomi.
Andai subito verso quella stanza e la trovai davanti una vaschetta di gelato con il cucchiaino tra le labbra.
«Ciao!» disse.
Scoppiai a ridere. Aveva un po' di gelato sul mento.
«Cosa stai facendo? Non ti sembra passato il periodo per mangiare gelati?» chiesi senza smettere di ridere.
«Ero agitata! Hai detto che dovevi parlarmi e non sapevo cosa aspettarmi da te perciò ho abbandonato tutte le mie preoccupazione in questa vaschetta. Vuoi favorire?» chiese porgendomi un cucchiaino.
Scossi la testa.
«Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Dovevo solo dirti che a metà del prossimo mese viene a trovarci Simon e poi, è da un po' che non chiacchieriamo noi due!»
Esultò per il fatto che veniva a trovarci suo nipote, ma non mi chiese il perché di quella sua visita. Parlammo tutta la sera, lei mi raccontò alcuni aneddoti sul suo lavoro e io ne raccontai sulla scuola. Ridemmo e scherzammo tutto il tempo e, verso mezza notte andai a dormire.
Prima di coricarmi a letto presi il cellulare per vedere se nel frattempo Matt mi aveva risposto. Avevo tre messaggi non letti.
Aprii il primo. Era di Bea.
" Ciao Élo. Oggi sono stata male e non sono venuta. Mi chiedevo se avevi preso una decisione riguardo al ballo. Mi farebbe piacere andare a comprare qualcosa insieme. Rispondimi appena puoi. Ah e scusa se ieri ti ho risposto in malo modo, spero che tu non sia arrabbiata con me. Buonanotte! :)"
Mi ero completamente dimenticata del ballo. Avevo programmato di non andarci, ma lei sembrava tenerci molto. Così cambiai idea. Mi serviva solo un accompagnatore, ma forse ce lo avevo già.
Aprii il secondo messaggio, questo era di Matt.
"Scusa se non mi sono fatto più vivo, ma sono successe un mucchio di cose. Dovremmo parlare, che ne dici se domani andiamo a fare colazione insieme così ho tutto il tempo per spiegarti?"
Era il messaggio più freddo e privo di emozioni che mi aveva mai mandato Matt e questo non faceva altro che preoccuparmi di più. Risposi di si e che dovevo proporgli una cosa. Lui, essendo curioso, tentò di svelarla ma io non dissi niente.
Gli diedi la buona notte e passai al terzo messaggio.
Sinceramente non sapevo chi poteva essere. Gli unici che potevano mandarmi dei messaggi erano Matt e Bea, ma ora li avevo esclusi. Misi fine alla mia investigazione del mittente ed aprii la notifica.
"Buona notte ragazzina, sognami ;)"
Tyler? Ma cosa gli prendeva a quel ragazzo? Prima faceva il simpatico poi lo scorbutico e infine di nuovo il gentile?
Ero in difficoltà. Non risposi neanche a lui, ormai era diventata un'abitudine leggere e non rispondere ai messaggi. Forse però dovevo smetterla.
Tolsi la suoneria al cellulare e mi addormentai, pensando ancora a Tyler.
La mattina dopo mi svegliai agitata, volevo sapere cosa mi nascondeva Matt. Ci misi poco a prepararmi e, quando uscii dal palazzo, lui era già fuori che mi aspettava.
Il viaggio in auto fino al nostro bar fu silenzioso e carico di tensione. Non sapevo cosa stava succedendo ed ero curiosa ci scoprirlo, per questo decisi io di rompere il silenzio appena ci sedemmo al tavolo.
« Sei strano, va tutto bene?»chiesi per cominciare.
« Certo, non sono mai stato meglio. Mi dispiace di essermi assentato questi giorni, ma penso di avere una ragione molto valida.» disse.
Lo incitai a continuare
« Ho conosciuto una ragazza. Ho passato questi due giorni con lei, è dolce, simpatica, divertente e bellissima. »
Gli si illuminarono gli occhi quando parlò di lei e non potei che essere felice per lui.
« Penso che tra noi possa funzionare, sta sera ho di nuovo appuntamento con lei...»
Lo interruppi vedendolo in difficoltà.
« Ho capito Matt! E capisco anche se non vuoi più passare del tempo con me, infondo io ti avevo respinto quindi non ti obbligo a restare amici se tu non vuoi. A questo punto credo che non devo neanche chiederti il favore che volevo.» dissi sorridendo.
« No, io voglio essere tuo amico! Ti sto parlando di lei perché volevo fartela conoscere. Certo, non questa sera, ma quando le cose si saranno sviluppatiu poste vorrei presentartela. È importante per me la tua amicizia per cui ora dimmi che favore dovrei farti.» ordinò scherzosamente.
Presi un respiro profondo, se me parlavo con lui non sarei più potuta tornare indietro.
« Ecco vedi, sabato sera c'è un ballo a scuola. Una mia amica mi ha chiesto di andarci, all'inizio ero titubante, ma visto che lei ci teneva ho cambiato idea però mi manca l'accompagnatore. Mi chiedevo se potevi accompagnarmi.» abbassai lo sguardo ero leggermente in imbarazzo.
Lui ci pensò un attimo e poi mi sorrise.
« Sarebbe perfetto!» disse.
« Davvero?»
Annuì e io mi alzai ad abbracciarlo.
Mancava ancora mezz'ora prima dell'inizio delle lezioni e passammo il tempo a parlare. Lui mi raccontava tutto di quella ragazza e io, ascoltandolo, non vedevo l'ora di conoscere colei che aveva reso felice il mio primo amico da cinque anni.
Mi accompagnò a scuola in auto promettendomi di venire ad aspettarmi fuori dalla palestra quella sera. Io lo ringraziai di tutto ed entrai a scuola.
La giornata passò in fretta, incontrai Bea che mi chiese ancora scusa per il suo comportamento e gli dissi che andavo al ballo. Lei ne era entusiasta, ma lessi nei suoi occhi il dubbio che all'ultimo potessi rifiutare.
Concordammo che saremmo andate a fare shopping il giorno successivo e così fu.
La settimana passò velocemente e ben presto arrivò sabato.
Non sapevo cosa mi serviva quella sera, volevo godermela e divertirmi, ma sentivo che sarebbe successo qualcosa. Il problema era che non sapevo cosa.

Fight for youWhere stories live. Discover now