Capitolo 65

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Le settimane passarono veloci e senza avvenimenti memorabili.
Dopo il nostro mesiversario Tyler ed io eravamo sempre più uniti e con il passare del tempo ero riuscita a raccontargli quasi tutto il mio passato.
Quando avevamo festeggiato due mesi assieme si era trattenuto rispetto al mese prima ed eravamo rimasti a casa sua tutta la sera. Mi ero addormentata tra le sue braccia e il mattino seguente ero stata una delle persone più felici al mondo quando mi aveva portato la colazione a letto.
I miei sentimenti nei suoi confronti crescevano con il passare dei giorni, ma non glielo avevo ancora detto espressamente.
Per quanto riguardava invece Bea e Pet non avevo più avuto notizie a riguardo. Si comportavano di nuovo come se non fosse mai successo nulla, ma a volte il mio amico si lasciava scappare qualche sguardo non del tutto indifferente verso Bea. Avevo cercato di farmi dire qualcosa di più, ma loro dicevano che erano solo buoni amici.
Mancavano solo due settimane a Natale, volevo fare a Tyler un regalo speciale, un dono che dimostrasse ciò che provavo per lui, ma non sapevo proprio cosa prendergli.
Era al centro commerciale con Bea da un'ora ormai, stavamo girando i vari negozi, ma non avevamo ancora concluso niente. Io avevo solo comprato i regali per Josh, Steven e Peter che, per non fare un torto a nessuno dei tre, erano tre maglioncini simili, ma con colori e disegni diversi. Avevo notato che li indossavano spesso così pensai che potesse essere una bella idea che quasi sicuramente avrebbero apprezzato.
Mi mancavano ancora alla lista dei regali da fare quello per Alice, per Marcus, per Simon, per Matt, per i miei nonni, per Bea e ovviamente per Tyler. Ad alcuni di loro sapevo già cosa prendere, ma non avevo ancora avuto l'occasione di trovarlo.
« Penso che mi concederò anch'io un regalo quest'anno.» disse Bea fermandosi di fronte alla vetrina di un negozio di vestiti.
« E tutti quelli che ti sei già concessa prima?» chiesi ridendo.
« Ho solo comprato un paio di scarpe, dei trucchi e dei fermagli per i capelli. Non posso indossarli senza un vestito.» mi rispose.
Scoppiai in una fragorosa risata, ma poi mi venne un colpo di genio.
« Ok, però te lo regalo io.» dissi prendendola sotto braccio ed entrando.
« Cosa? No, non se ne parla. Ti ho detto che non voglio regali, è fuori discussione.» si bloccò all'ingresso.
No, le avrei fatto il regalo. Era l'unica amica che avevo dopo anni e se lo meritava.
« Ok, va bene. Allora aspettami qua fuori.» dissi entrando comunque.
Avevo visto qual era l'abito che voleva. Era rosso arrivava appena sopra il ginocchio e aveva uno scollo all'americana in pizzo. Sarebbe stato perfetto con le scarpe che si era presa prima e io avrei eliminato un nome dalla lista. Pagai alla cassa ed uscii.
« Élodie Wilkins, spero che tu non abbia fatto di nuovo di testa tua.» disse incrociando le braccia al petto.
« Ho solo trovato il regalo giusto per una mia amica.» risposi indifferente.
La vidi alzare gli occhi al cielo, ma prima che potesse aggiungere qualcosa parlai io.
« Sbrighiamoci, devo ancora prendere un sacco di regali e devi aiutarmi per quello di Tyler.»
La sentii sbuffare alle mie spalle appena mi incamminai, ma poi mi raggiunse con il suo solito sorriso in volto.
Passammo ancora un'altra ora abbondante lì dentro. Riuscii a comprare tutto ciò per cui ero andata lì, ma ovviamente il regalo di Tyler non lo trovai.
« Ci meritiamo una cioccolata calda.» disse ad un certo punto Bea.
Annuii e con lei entrai in un piccolo bar.
« Era da tanto che non ci prendevamo un pomeriggio solo per noi.» continuò appena ci fummo sedute.
« Già, ne avevo proprio bisogno.» risposi.
Mi guardai un attimo attorno, il locale era carino e molto accogliente.
« Volevo presentare Tyler ad Alice.» dissi ad un certo punto.
Quasi che si strozzò con la cioccolata e, appena si riprese, i suoi occhi si spalancarono.
« Cosa ho detto di male?» chiesi pentendomi della mia affermazione di poco prima.
« Nulla, non ti sembra solo un po' presto? Insomma state assieme da poco più di due mesi, forse è un po' prematuro.»
« Abbiamo fatto le cose rapidamente io e lui. Ci siamo conosciuti e in neanche un mese stavamo assieme. Poi Alice lo vuole conoscere visto che sono quasi sempre a dormire da lui.» dissi alzando le spalle.
La vidi annuire non ancora molto convinta, ma alla fine mi diede ragione e mi sostenne nella mia scelta.
« Quando?» chiese posando la tazza sul tavolo prima che io rispondessi.
« La vigilia di Natale. Di solito quel giorno siamo solo Alice ed io a cena, potrei presentarglielo e poi il giorno dopo se tutto va bene invitarlo a pranzo.»
« Ora mi sembra che stai correndo troppo. A pranzo? Con tutta la tua famiglia riunita?» sbottò.
« Beh, ci saranno solo i miei nonni, Simon, i suoi genitori e i suoi nonni. Lo presenterei a tutti in una volta sola, sarebbe perfetto.» dissi.
« Rallenta un secondo. So che tra te e Tyler c'è feeling, ma forse dovreste aspettare almeno un altro po' di mesi così da essere sicuri che la vostra storia sia solida.» disse enfatizzando il tutto con movimenti delle braccia.
Ci pensai un attimo su, forse Bea aveva ragione, presentarlo a tutta la mia famiglia in quel momento non era una scelta molto saggia.
« Già, forse hai ragione, ma ad Alice voglio presentarglielo.» risposi.
La vidi annuire e poi fare una faccia strana.
« Perché non la chiami mamma?» chiese guardandomi dritta negli occhi.
Rimasi spiazzata dalla sua domanda e dalla leggerezza con cui me lo aveva chiesto.
Sentii l'aria mancare e il bar farsi sempre più piccolo. La testa cominciò a pulsare e i battiti del mio cuore aumentarono velocemente.
Non potevo rimanere in silenzio, Bea non si meritava tutte le mie bugie, ma era difficile dirle la verità.
« Lei non è mia madre.» non riconobbi la mia voce, sembrava un lamento.
La vidi annuire, sapevo che voleva sapere dell'altro, ma che per la prima volta in vita sua non si osava chiedere.
« Diciamo che è una mamma adottiva. Sono sempre andata d'accordo con lei, ma non voglio chiamarla così perché in realtà non lo è.» spiegai semplificando la mia storia.
« Non volevo metterti a disagio, ma non parli mai di te e questa domanda mi frullava in testa da un po'.» si scusò.
Annuii non volendo continuare il discorso. Mi resi conto solo allora di quanto i miei amici sapessero poco di me e di quanto io conoscessi poco loro. Era una sensazione orribile era come se tutti stessimo mentendo a tutti, eccezion fatta per Tyler che il mio passato lo conosceva.
« Devi assolutamente aiutarmi con Tyler. Abbiamo girato ore dentro quel centro commerciale e non mi è venuto neanche uno spunto di idea.» dissi prendendomi la testa fra le mani.
« Ti stai creando troppi problemi. Pensa a qualcosa che gli possa piacere e che per voi sia importante. Tanto sarebbe contento anche se gli regalassi la cosa più brutta al mondo. È il pensiero che conta e qualunque cosa tu decida di fargli lui la amerà.» disse prendendomi le mani e sorridendomi.
« Voglio qualcosa che lo stupisca che gli faccia capire che è davvero portante per me. Non voglio le solite cose, voglio qualcosa di speciale.» dissi prendendo tra le dita il braccialetto che mi aveva regalato per il nostro anniversario.
« Lui ha sempre idee perfette per quanto riguarda i regali.» sbuffai continuando a giocare con i ciondoli.
La moto, l'aereo, il falò e la rosa che pendevano dal mio braccio lo dimostravano.
« Ci inventeremo qualcosa, ora però rilassati.» sorrise.
Annuii poco convinta e decisi che era ora di tornare a casa.
Durante il viaggio in strada mi venne però un'altra ansia: e se Tyler non avesse voluto conoscere Alice? Se la pensava come Bea?
« Devi farmi un favore.» dissi interrompendo il silenzio che si era creato nel taxi. La vidi annuire perciò continuai.
« Ho bisogno del suo sostegno, va bene?»
« Mi stai spaventando.»
Non la ascoltai e comunicai al tassista la nuova meta da raggiungere.
« Ho paura che Tyler rifiuti il mio invito per la vigilia, stiamo andando a casa sua così se dovesse dirmi di no ho te che mi tiri su di morale.»
« Vorrai dire che se ti dice di no lo prendo a pugni li sotto?» chiese ridendo.
Scossi la testa e risi con lei e alla fine annuii.
Sembravano due Santa Claus con tutte quelle borse in mano, sembrava che dovessimo consegnare doni a tutto il quartiere.
Suonai al campanello aspettando che qualcuno venisse ad aprirci.
Sembrava come la prima volta che ero andata in quel posto, ero agitata e nervosa come quel giorno di qualche mese prima.

Fight for youWhere stories live. Discover now