Capitolo 57

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I giorni passarono velocemente, ero sempre di corsa e ormai la mia vita monotona e noiosa era scomparsa del tutto. Avevo sempre qualcosa da fare o qualcuno da incontrare e, a differenza di quello che si può pensare, mi piaceva.
Passavo le mie giornate divisa tra Tyler, Bea, Alice e Simon, Marcus e gli altri del nostro gruppetto.
Ormai tutti sapevano della mia storia con Tyler e ne erano tutti contenti anche se Marcus più volte mi aveva detto che doveva conoscerlo e fargli un breve discorsetto. Non avevo ancora deciso quando lo avrei presentato a tutti, ma ormai stavamo insieme da quasi un mese e prima o poi avrebbero dovuto conoscerlo.
Per quanto riguarda invece Tyler, non avevamo più parlato dei miei incubi o del mio passato, ma lui mi aveva fatto capire che non voleva mettermi fretta e che avrebbe aspettato. Non ero neanche più andata a dormire da lui, dopo quelle due volte non avevo più avuto il tempo, ma lui non mi disse per farmi capire che gli dispiaceva.
Ogni qualvolta ne avessi il tempo parlavo con Simon e stavamo mettendo a punto un piano per convincere Alice a tornare a Miami. Entro la fine di ottobre dovevamo riuscire a portarla perché dopo Simon sarebbe dovuto tornare a Chicago e io non ce l'avrei fatta da sola.
« Allora, cosa devi dirmi di così importante?» chiesi a Bea.
Mi aveva chiamata dicendomi che aveva urgente bisogno di parlarmi e mi aveva fatto appuntamento nel bar in cui ci trovavamo in quel momento. Ero corsa lì in un batter d'occhio perché credevo le fosse successo qualcosa di grave o si fosse cacciata nei guai e avesse bisogno di un sostegno, ma non si decideva a parlare.
« Sono corsa fin qua, stavo per cadere dalle scale, due auto mi stavano per investire e un cane mi stava per saltare addosso quindi è meglio che cominci a parlare.» dissi ancora.
Lei mi guardò stupita, forse dalla poca delicatezza che avevo usato o forse per ciò che mi era successo durante il tragitto, però cominciò a parlare.
« Peter.»
« Cosa ha fatto?» chiesi.
« Io penso di piacergli.» disse grattandosi il collo.
« E te ne sei resa conto solo adesso?» chiesi ridendo per la sorpresa.
« Cosa? Perché da quanto gli piaccio? Come lo hai notato? Te l'ha detto lui? Perché non me lo hai detto? Pensavo fossimo amiche!»
« Bea rilassati! Non me lo ha detto.lui, l'ho dedotto io dai suoi comportamenti e pensavo te ne fossi accorta pure tu. Volevo parlartene, ma non ne ho mai avuto l'occasione. Ora dimmi da cosa te ne sei finalmente accorta?»
« Mi ha chiesto di uscire.» disse alzando le spalle.
« Cos'è quest'indifferenza? Dovresti esserne felice.»
« Lo sono, cioè più o meno.»
« Spiegati meglio» la incitai a continuare.
« Peter è bravo, gentile e bello, il ragazzo che tutte vorrebbero. Quello sempre disposto ad aiutarti e sempre pronto a farti ridere se sei giù di morale.» disse abbassando lo sguardo sul suo caffè.
« Ma?» chiesi curiosa.
« Ma io non cerco nulla del genere. Non voglio una relazione seria con un ragazzo, non sono in cerca dell'amore e non saprei come comportarmi con un eventuale fidanzato.» spiegò alzando lo sguardo verso di me.
« Glielo hai detto?» chiesi cauta.
« No, ci rimarrebbe male e io non voglio ferirlo.»
« Quindi che cosa gli hai risposto?» chiesi ancora.
« Gli ho detto che ci penserò e gli farò sapere, ma l'ho detto con tono divertente come se fosse uno scherzo tra noi.» disse alzando le spalle per l'ennesima volta.
« Devi dirglielo.»
« Non so come fare.»
« Diglielo e basta. Peter è comprensivo e sicuramente non se la prenderà.»
« E se poi la prendesse come una sfida? Se volesse farmi cambiare idea, se non si arrendesse?»
« Allora sarà una sua scelta. Se riuscirà a farti cambiare opinione avrai il tuo principe azzurro e se non ce la farà tu rimarrai sui tuoi passi aspettando che qualcun'altro te la faccia cambiare. Non puoi rimanere sola a vita Bea, fidati io ci ho provato e guarda com'è finita. Parlare fa bene, sfogati con lui e vedrai che tutto si risolverà.» le sorrisi prendendole la mano.
« Grazie.» disse con un lieve sorriso.
« Promettimi che gli parlerai.»
« Lo farò.»
« Bene, c'era solo questo che dovevi dirmi?» chiesi.
«Si nient'altro, era da un po' che non passavamo del tempo assieme fuori da scuola.»
« Già, sono sempre impegnata.» dissi alzando le spalle.
« Con Tyler va sempre tutto bene immagino.»
Annuii non sapendo che altro dire.
« Aspetta aspetta!» disse alzando il tono di voce e spostandosi leggermente indietro con la sedia.
Mi spaventai e la guardai male non capendo cosa era successo.
« Cavolo, me ne stavo dimenticando, tra un po' fate un mese!» esultò.
« Devi smetterla di fare così, mi fai sempre prendere paura.»
« Così come?» chiese trattenendo una risata.
« Ti ricordi di una cosa e salti su facendomi spaventare, puoi ricordartene anche con più calma sai?» le risposi.
« Scusa, ma mi è venuto in mente così e non ci ho pensato.» disse.
Annuii facendo cadere il discorso tanto sapevo che era inutile e che avrebbe continuato a farlo.
Rimanemmo ancora un po' in quel bar e quando uscimmo per tornare ognuna a casa loro le ricordai che doveva parlare con Peter. Lei annuì anche se non molto convinta, ma ormai mi aveva promesso che lo avrebbe fatto è sapevo che lei manteneva sempre le promesse.
« Ci vediamo domani a scuola Élo.»
« A domani!» la salutai e tornai verso casa.
Mi dispiaceva per Pet, nonostante fossi convinta che Bea dovesse dirgli quello che voleva realmente e che non dovesse illuderlo, mi dispiaceva per lui. A nessuno piacerebbe essere rifiutato dalla ragazza a che gli piace, soprattutto ad un ragazzo davvero bravo come Peter.
Io già me li vedevo assieme, me li immaginavo come una coppietta felice girovagare per Orlando senza una meta. Purtroppo però non sarebbe andata a finire così.
« Ho grandi novità!» mi salutò Simon appena varcai la soglia di casa.
« Non leggo ancora nel pensiero, raccontami!» lo incitai.
« Domenica partiamo per Miami, ho di nuovo parlato con Alice e l'ho convinta. Certo, non è stato facile, ma ce l'ho fatta.» esultò.
Strabuzzai gli occhi per la sorpresa e mi fiondai subito tra le sue braccia. Non immaginavo notizia migliore di quella, finalmente Alice aveva fatto un passo in avanti per allontanarsi dal dolore.
« Grazie Simon, ti adoro!» dissi non staccandomi da lui.
« Lo so, ma se continui così mi soffochi.» rise.
Mi allontanai leggermente in imbarazzo, non volevo fargli male. Appena però vidi un ghigno spiegargli in viso capii che stava scherzando.
« Ti facevo più macho!» dissi superandolo e andando in cucina.
« Cosa vuoi insinuare?» chiese sorridendo.
« Nulla... Signorina.» risi.
Non trovando Alice in cucina decisi di andare in camera sua sempre con Simon che mi seguiva.
« Ciao.» la salutai.
« Ehi, quando sei rientrata? Non ti ho sentita.»
« Sono appena arrivata.» risposi avvicinandomi.
Lei annuì e tornò a posare lo sguardo sulla Tv accesa.
« Mi ha detto che hai deciso di andare a Miami. Sei sicura?» le chiesi.
Eri felice che finalmente avesse deciso di tornare là, ma ero comunque preoccupata che una volta giunte in quella città non ce l'avrebbe fatta.
« Devo andarci, non posso continuare a vivere nel passato. David e Crystal ne sarebbero dispiaciuti.» rispose.
Annuii e, come poco prima con Simon, la abbracciai. Dovevo farle capire che aveva tutti il mio appoggio e che, come lei non passato non mi aveva lasciata sola, ora io sarei rimasta al suo fianco.
Uscii da camera sua più sollevata e ritornai in cucina.
« La smetti di seguirmi?» chiesi a Simon che aveva continuato a venirmi dietro come un cagnolino.
« Dici che ce la fa?» chiese senza rispondere alla mia domanda.
« È forte, supererà anche questo.» lo vidi annuire convinto allora cominciai a convincermi sempre di più anch'io.
Forse una piccola possibilità che tutto si sarebbe sistemato c'era ancora e forse, dopo cinque anni, Alice ed io potevamo sperare in un futuro meno doloroso.
Purtroppo però non ero a conoscenza di quello che sarebbe successo realmente.

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