Capitolo 53

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Mi svegliai a causa della luce del sole che entrava dalla finestra.
Erano settimane ormai che non dormivo più così.
Certo, erano state solo poche ore, ma ero riuscita comunque a godermele.
Ci misi un attimo a capire dove mi trovavo e cosa ci facevo lì e, appena mi ricordai cosa era successo la sera prima, venni investita dall'ansia.
Chissà se Tyler mi avrebbe fatto ancora domande sull'accaduto? O peggio, se lo avesse detto a qualcuno?
Decisi di tranquillizzarmi, tanto ormai quello che era stato fatto non poteva essere cancellato e Tyler non mi aveva ancora cacciata da casa sua quindi stava andando quasi tutto bene.
A proposito, dov'era Tyler?
Cominciai a tastare con gli occhi chiusi la metà del letto dove doveva esserci lui, ma non c'era nessuno. Aprii di scatto gli occhi e ebbi la prova che il letto era vuoto.
Probabilmente era già in piedi e probabilmente era anche tardi.
Sebbene contro voglia mi alzai dal letto e uscii dalla stanza.
Appena mi chiusi la porta alle spalle sentii dei sussurri arrivare dal piano di sotto.
Le mura del corridoio erano completamente spoglie, non c'erano quadri o foto, erano vuote e tristi. Mi chiesi perché Tyler non avesse neanche un ricordo da conservare in una cornice.
Oltre alla sua stanza, in quel piano c'erano altre tre porte, tutte chiuse e tutte uguali. A quanto pareva al mio ragazzo non piaceva dare un tocco di personalità alla casa.
Scesi le scale cautamente e, con un po' di timore, entrai in cucina.
Tirai un sospiro di sollievo quando riconobbi le voci che avevo sentito pochi attimi prima.
Erano Pet e Josh.
« Buon giorno bella addormentata!» rise Pet.
Gli feci il dito medio e non risposi. Mi sedetti su uno sgabello dell'isola e li osservai.
« Già di cattivo umore appena sveglia vedo.» sogghignò Josh.
Lo guardai male e continuai a non rispondere.
La mattina era un brutto momento per prendersi gioco di me. Avevo bisogno di tempo per svegliarmi bene e dovevo farlo nella più totale tranquillità altrimenti avrei sicuramente ucciso qualcuno.
« No Josh, quello sei tu. Devo ricordarti chi un giorno voleva versare un secchio di acqua fredda in testa al fattorino solo perché l'aveva svegliato? Alle tre di pomeriggio per di più...» lo derise Tyler avvicinandosi a me.
Risi nel vedere la faccia sconcertata di Josh, probabilmente sperava che l'amico si dimenticasse di quello.
« Avevo un mal di testa terribile e quello stronzo non smetteva di suonare al campanello.» disse scocciato.
Stavo per rispondergli, ma Tyler non me lo permise perché mi abbracciò da dietro e cominciò a lasciarmi dei baci umidi sulla guancia e sul collo.
Il mio corpo venne subito percorso da brividi, ma non lo respinsi. Anche se Josh e Peter ci stavano guardando e a me non piaceva dare quel genere di spettacolo, mi lasciai coccolare da quella bellissima sensazione.
Poi girai il viso verso quello del mio ragazzo e unii le nostre labbra in un bacio lento, dolce e non molto lungo.
Sorrisi appena lo lasciai andare e lui ricambiò il mio sorriso.
« Buongiorno Élo.» mi disse.
Wow, se quello era il buongiorno di Tyler, mi sarei fermata a dormire da lui più frequentemente. E chissà, magari poteva anche migliorare e diventare sempre più bello.
« Ora capisco tutto!» disse Josh interrompendo il nostro momento.
Tyler si allontanò da me per tornare ai fornelli, ma non si mise subito a cucinare e diede tutta la sua attenzione all'amico.
« Tu che capisci qualcosa?» chiese ironico il mio ragazzo.
« Avete fatto le ore piccole, ecco perché qualcuno qui era un po' nervosetto.» rise senza ascoltare il commento di Tyler.
Pet scosse la testa, ma, nonostante Tyler avesse detto a Josh di piantarla, lui continuò incurante di quanto fosse vera la sua affermazione.
« Ora capisco cos'era quel trambusto sta notte.» rise.
Spalancai gli occhi e probabilmente impallidii.
Cosa voleva dire "quel trambusto"? Come faceva a sapere che c'era stato qualche casino quella notte? Abitava lì anche lui? Anche loro? Perché Tyler non me lo aveva detto? Ma soprattutto cosa aveva sentito Josh? Mi aveva sentita urlare? O peggio mi aveva sentita piangere?
Mi alzai dallo sgabello velocemente e quasi inciapiai sui miei stessi passi.
« Tesoro, va tutto bene?» mi chiese Tyler.
Scossi la testa spaventata e mi voltai per andare al piano di sopra.
Appena feci il primo passo però mi ritrovai qualcuno davanti e mi spaventai.
« Steven?» chiesi.
« Oh finalmente ti sei svegliato!» disse Pet.
Ed ecco che tutte le mie domande trovavano risposta. Abitavano tutti e quattro lì, tutti assieme e probabilmente quella notte non ero passata in osservato.
« Che ore sono?» chiese Steve senza preoccuparsi minimamente di spostarsi per lasciarmi passare.
« Quasi le dieci.» gli rispose Josh.
« Élo, è tutto a posto?» mi chiese ancora Tyler.
Sentivo la testa scoppiarmi e vedevo tutto girare.
« È ancora scossa per aver passato la notte con Tyler, povera ragazza.» rise ancora Josh.
Guardai il mio ragazzo negli occhi e gli feci capire che non ce la facevo più a stare lì. Allungò un braccio per potermi afferrare e non farmi andare via, ma ormai era tardi stavo già correndo su per le scale.
« Quando cazzo imparerai a chiudere quella bocca!» sentii imprecare Tyler prima di chiudermi la porta della sua stanza alle spalle.
Iniziai a camminare freneticamente per la stanza, non sapendo più a cosa pensare.
Pensavo che sarebbe andato tutto bene, ero riuscita ad aprirmi leggermente con Tyler e stavo riuscendo a dargli la mia fiducia. In quel momento invece non avevo più certezze.
Cosa sarebbe successo se gli altri avessero saputo di me? Sicuramente non mi avrebbero più guardato nello stesso modo, come già mi era successo una volta, a Miami.
« Élodie.» sentii bussare alla porta.
Mi misi le mani nei capelli, possibile che debba andare tutto storto?
« Élo, apri la porta.» mi ordinò Tyler.
Avevo bisogno di calmarmi, dovevo stare da sola e rilassarmi. Avevo bisogno di tempo per tornare tranquilla e per distendere i nervi tesi.
« Dammi dieci minuti.» dissi sperando che mi lasciasse stare.
Lo sentii sospirare e quando parlò non c'era più traccia di nervosismo.
« Non chiudermi di nuovo fuori.» mi supplicò.
Appoggiai la fronte alla porta e mi presi due secondi per raccogliere le idee.
Tyler non aveva nessuna colpa, non era giusto nei suoi confronti quello che stavo facendo. Non poteva controllare le parole di Josh.
Aprii la porta lasciandolo entrare e la richiusi subito dopo.
Non disse nulla, né mi abbracciò, ci guardammo solamente negli occhi aspettando che uno dei due facesse il primo passo e parlasse.
Vendendo che lui non dava segni di voler parlare per primo, cominciai io.
« Perché non mi hai detto che loro abitano con te?» chiesi con tono di rimprovero.
« Non ce ne è stata l'occasione.» rispose come se la cosa fosse irrilevante.
Annuii, non gli avevo mai chiesto se abitasse da solo o con qualcuno, quindi in parte la colpa era anche mia.
« Perché sei scappata in quel modo?» chiese.
Probabilmente conosceva già la risposta, non ci voleva un genio per capire che io avevo paura che loro avessero sentito qualcosa, ma gli risposi comunque.
« Mi ha colto alla sprovvista. So che quello che ha detto Josh non era riferito ai... a quello che è realmente successo sta notte, ma si è acceso come un allarme nella mia testa che mi diceva che avevano sentito tutto e io non voglio che loro sappiano.» risposi abbassando lo sguardo.
« Ehi tesoro, sai che non ti giudicherebbero mai, vero?» chiese.
« Non lo puoi sapere. Non si può sapere come si potrebbe comportare la gente in situazioni fuori dal normale. Io ne so qualcosa...» dissi.
Se c'era una cosa di cui ero sicura era che non si può mai conoscere totalmente qualcuno. Non sai mai cosa potrebbe pensare e dire quando si trova in difficoltà o fuori dalla sua quotidianità. E spesso quelli che pensavi fossero amici o persone su cui contare si trasformano in mostri senza cuore.
« Stai meglio adesso?» chiese cambiando argomento.
Forse stava cominciando a capire quali erano i tasti che preferivo non toccasse.
« Sto bene. Scusa se mi sono comportata stranamente.» dissi con un leggero sorriso sul volto.
« Non devi scusarti con me, non hai fatto nulla di male.» mi rispose prima di catturare di nuovo le mie labbra con le sue.
Sentii le farfalle svolazzare nello stomaco e il mio cuore fare le capriole per il modo in cui, dopo al bacio, mi strinse a sé.
« Andiamo a fare colazione, i miei muffin non aspettano nessuno!» disse prima di prendermi per mano e condurmi di nuovo sotto.
Vederlo camminare davanti a me con le sue dita intrecciate alle mie, mi fece tranquillizzare del tutto. Mai nessuno era riuscito ad avere quel effetto su di me.
Sapevo cosa stavo facendo, stavo cominciando a lasciarmi andare, a lasciare che qualcuno provasse a rimettere insieme i pezzi del mio cuore. Stavo lasciando che quel qualcuno provasse ad aggiustarmi.
Immancabilmente però in quel cuore da sistemare quel qualcuno ci stava mettendo qualcosa di proprio e, non sapevo ancora se per fortuna o per sfortuna, stavo cominciando a provare un sentimento nuovo, estraneo a me stessa, ma allo stesso tempo attraente.
Avevo paura di formulare, o anche solo pensare quella domanda, ma non potei fare a meno di chiedermi: mi stavo per caso innamorando di Tyler?

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