Capitolo 56

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« Eccola tornata! Pensavo non rientrassi più a casa.» disse ridendo Simon non appena varcai la soglia dell'appartamento.
Lo guardai storto, ero stata via solo una notte non una settimana!
« Alice?» chiesi non vedendola.
Sicuramente se fosse stata in casa mi avrebbe subito tempestato di domande senza neanche farmi rispondere ad una perché troppo presa a farmi il terzo grado.
« È uscita a fare compere, ha detto che doveva prendere qualcosa per pranzo.» disse scrollando le spalle.
Annuii felice che potessimo parlare da soli io e lui.
« Allora, le hai parlato?» chiesi andando in cucina.
« Si, all'inizio sembrava non volermi dire nulla. Mi ha ripetuto non so quante volte che lei stava bene e non dovevo preoccuparmi, ma appena ho nominato Crys e David ho visto qualcosa cambiare nel suo sguardo.»
« Quindi?» chiesi impaziente.
« Ha paura.» rispose.
« Paura?» agrottai la fronte non capendo.
« Ha paura di non riuscire a fare quello che le piace come lo faceva una volta. Ha detto che quando hai cominciato a frequentare quei tuoi compagni era davvero felice che finalmente tu potessi essere una ragazza normale e divertirti come i ragazzi della tua età. Poi però pensava a come lei non riuscisse a fare quel grande passo che avevi fatto tu. Il punto è che lei non riesce a vivere completamente la sua vita perché in un modo o nell'altro torna sempre a quello che le è successo perché non riesce ad andare avanti.»
« Non è così facile andare avanti.» dissi capendo il punto di vista di Alice.
« Io non dico che deve chiudere per sempre il "libro" della sua vita con David e Crystal, ma deve chiudere quel capitolo e continuare a scrivere la sua storia, capitolo dopo capitolo fino alla fine cosi che una volta arrivata alla fine saprà di avere qualcosa di cui suo marito e sua figlia saranno fieri di lei.» finì.
« Quindi che hai intenzione di fare?» chiesi.
« Devo portarla da loro, farle capire che anche se non sono più con noi quando vuole può incontrarli e parlare con loro anche se sono in un posto un po' macabro.»
« Ci provo ogni volta che vado a Miami, non entrerà mai in quel cimitero.» dissi.
« La farò entrare, devo farlo per lei, per David e Crystal, per i tuoi genitori e per noi. Tornerà la nostra Alice, te lo prometto» rispose.
Ero veramente colpita da quelle due parole, sembrava determinato a compiere la sua "missione" ed era anche molto sicuro di sé. Non capivo come poteva esserlo viste tutte le volte che io avevo tentato, invano, a portarla con me.
Se però lui era così fermamente convinto che potesse farcela allora io ero con lui.
Non ebbi il tempo di rispondergli che la porta dell'entrata si aprì. Alice era tornata e con lei, ero più che sicura, anche l'interrogatorio che mi aspettava.
« Io e te dobbiamo parlare!» disse senza neanche salutarmi.
Sapevo che quel momento sarebbe arrivato prima o poi, ma nonostante avessi provato a prepararmi psicologicamente prima, in quel istante non potei fare altro che annuire sotto il suo sguardo di rimprovero.
Vidi Simon trattenere una risata perché si aspettava già quello di cui avrei dovuto discutere con sua zia.
« E te non pensare di fare il furbo, dopo è il tuo turno.» continuò lei guardandolo.
Un sorriso si formò sul mio volto vedendo l'espressione confusa di Simon.
Mi misi comoda sul divano e la osservai posare le borse con la spesa sul tavolo.
« Allora, cosa devi dirmi?» chiesi facendo la finta tonta.
« Dove sei stata questa notte?» chiese girandosi verso di me lasciando in sospeso quello che stava facendo.
Era giunto il momento, non avrei potuto nasconderlo ancora.
« Hai presente quel ragazzo che aveva lasciato la busta nella buca delle lettere a settembre?» chiesi.
Ci pensò un po' su e poi annuì.
« Beh, stiamo assieme da quasi due settimane.» dissi senza pensarci due volte.
Vidi subito i suoi occhi e la sua bocca spalancarsi per lo stupore e non potei trattenermi dal ridere.
« Com'è successo?» chiese subito.
Alzai le spalle per dire che non c'era un vero e proprio motivo, era successo e basta.
« Intendo dire che non ti affezioni mai a nessuno e cerchi sempre di tenere le persone alla larga... A quanto pare questo ragazzo è uno che ci sa fare.» disse ammiccando.
Cominciai a sentire caldo e, potevo scommettere che le mie guance si erano colorate di rosso.
« Tu lo sapevi?» chiese rivolta a Simon.
Era strano, ma stava facendo tutto lei. Parlava talmente tanto velocemente che non ci dava nemmeno il tempo di risponderle.
« Ecco perché ieri non volevi dirmi niente.» continuò guardando Simon.
« Alice, calmati!» dissi ridendo.
« Sono veramente felice per te, te lo meriti.» mi disse sorridendo.
Intravidi i suoi occhi leggermente lucidi, ma non potei guardare meglio perché mi strinse in un abbraccio.
« La prossima volta dimmelo però, sono stata in pensiero tutta la notte.» disse mentre io annuii.
« Ti preoccupi per niente, te l'avevo detto che era in un posto sicuro.» le rispose Simon.
Alice gli scoccò un'occhiataccia e lui rise.
« Allora, quando ce lo fai conoscere?» chiese.
« Io l'ho già conosciuto!» mi precedette Simon.
« Non lo so, è ancora presto.» dissi alzando le spalle.
Era già tanto che le avevo raccontato di Tyler, non sarei riuscita anche a farglielo conoscere.
« Come hai detto che si chiama?» chiese.
« Tyler, Tyler Miller.» risposi.
« È un nome che mi è famigliare. E dove abita?» continuò.
Scossi la testa ridendo, ormai non sarei più sfuggita alle sue domanda perciò mi arresi all'idea di poter andare in camera e le risposi.
Andammo avanti a parlare fino allora di pranzo. Alice era veramente interessata alla mia storia con Tyler e Simon non faceva altro che ridere per tutte le domande che sua zia mi faceva.
Mi piaceva poter parlare così liberamente senza il terrore che potesse scapparmi qualcosa che non avrei voluto dire. Con loro era così, non avevo segreti e quindi nulla di cui preoccuparmi.
Erano le tre di pomeriggio quando finalmente finimmo di sparecchiare la tavola e lavare tutto.
Quella notte non avevo dormito molto e in quel momento stavo cominciando ad avere sonno.
« Io vado a riposarmi.» dissi sorridendo.
Loro annuirono e continuarono il loro discorso.
Solo quando aprii la porta della mia camera mi ricordai che dovevo chiederle una cosa.
« Alice, questa sera posso tornare a dormire da lui?» chiesi speranzosa.
Si girarono tutti e due all'unisono nella mia direzione e la sicurezza che avevo usato per formulare quella domanda scomparve subito.
« Va bene.» rispose solamente.
La ringraziai e aprii la porta della mia camera per poter finalmente sdraiarmi sul mio letto.
« Ad una condizione però!» sentii dire poco prima che mi chiudessi la porta alle spalle.
« Ovvero?» chiesi curiosa.
« Sono ancora troppo giovane per diventare nonna!» rise.
Mi sentii subito avvampare e in imbarazzo entrai in camera.
« Alice!» la ammonii a mia volta.
Chiusi la porta prima che potessi sentire quello che stava dicendo e mi buttai a pancia in giù sul mio letto.
Affondai la testa nel cuscino e cominciai a ridere per l'affermazione di Alice.
Come poteva già pensare una cosa del genere? Non stavamo insieme neanche da due settimane!
Scossi la testa e mi rialzai a sedere sul letto. Alice non avrebbe mai finito di stupirmi.
Se l'offerta è ancora valida sta sera vengo da te! :)
Buttai il cellulare al mio fianco e appoggiai la schiena al materasso aspettando una risposta da Tyler.
Presto però non riuscii più a tenere gli occhi aperti e prima che lui mi rispondesse mi addormentai.

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