Capitolo 47

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I giorni seguenti mi sentii molto più leggera. Era come se quella festa fosse riuscita ad eliminare parte delle mie preoccupazioni.
Ormai mi fidavo quasi ciecamente di Tyler e, molto spesso, mi lasciavo completamente andare con lui.
Passavo i pomeriggi o in sua compagnia o con Bea e gli altri. Stavamo diventando un bel gruppetto e, forse per la prima volta dopo tanto tempo, non mi stavo pentendo di essermi affezionata a qualcuno.
Ovviamente avevo ancora qualche timore e certe volte mi ritrovavo a pensare a cosa sarebbe successo se se ne fossero andati via anche loro. Un paio di volte avevo anche pensato di allontanarli, ma poi mi ero accorta che non immaginavo più una mia vita senza di loro.
In poche parole, stavo facendo progressi.
Certo, non avevo ancora raccontato a nessuno ciò che mi era successo e, per ora, non ne avevo l'intenzione.
Stava andando quasi tutto bene.
Persino la gelosia di Tyler nei confronti di Matt si era accentuata, ma questo era successo solo dopo che avevamo incontrato per strada il mio amico e la sua fidanzata. Quel pomeriggio erano anche riusciti ad andare d'accordo.
I miei problemi però non erano del tutto spariti.
Alice stava di nuovo male, diceva che ogni cosa le ricordava David e Crystal. Fortunatamente me ne aveva parlato e, in qualche modo, ero riuscita a calmarla, ma ero lo stesso molto preoccupata.
La vista di Marcus peggiorata ogni giorno di più e, di conseguenza, lui era sempre più stressato. Aveva deciso di anticipare l'operazione perché aveva paura di perdere completamente la vista.
In quel momento però la mia preoccupazione più grande era uscire dall'aula.
Mancavano dieci minuti alla fine della lezione e poi finalmente arrivava il weekend. Quel venerdì pomeriggio sarei uscita con Tyler, non sapevo ancora dove mi voleva portare, ma ero comunque molto agitata.
Ogni volta che ci vedevamo o che dovevamo uscire, per me, era come se fosse il primo appuntamento. Ero sempre nervosa ed elettrizzata, ma poi una volta che lo vedevo mi tranquillizzavo e sorridevo senza un motivo. Ormai ero troppo presa da questa relazione e se fosse successo qualcosa di brutto ne sarei uscita distrutta.
Per fortuna la campanella suonò distraendomi da tutti i miei pensieri negativi.
Fuori l'aria era umida e il cielo nuvoloso, avrebbe sicuramente piovuto quel pomeriggio.
Beatrice ovviamente era già fuori che mi aspettava, ma non era sola. Con lei c'era una sua amica, Susan mi pareva si chiamasse.
Mi avvicinai e le salutai. Stavano parlando di un compito di arte perciò non le ascoltai attentamente.
Ad un certo punto però sentii Bea tirarmi una gomitata così mi girai verso di lei.
« Ragazzo figo a ore sei!» disse.
La guardai strana e risi.
« Sei ridicola!»
« Estremamente figo!» continuò Susan abbassandosi gli occhiali per vedere meglio.
A quel punto non resistetti più dalla curiosità e mi voltai.
Non potevo credere ai miei occhi. Un ragazzo biondo, alto e, da quel che si vedeva, muscoloso era in piedi davanti al cancello della scuola. Come aveva detto la mia amica era molto figo, ma aveva un non so che di famigliare.
Da quel che sembrava stava cercando qualcuno, ma non lo trovava.
Ad un tratto si girò nella nostra direzione e ci vide, tutte e tre, imbambolate a fissarlo. Quando però vidi un sorriso sul suo volto ebbi quasi un cedimento.
Avrei potuto riconoscere quel sorriso da chilometri di distanza.
« Non ci credo.» sussurrai incredula.
« Cosa?» chiesero in coro Bea e Susan.
Non risposi e cominciai a camminare a passo spedito verso quel ragazzo.
Non appena gli fui abbastanza vicina capii che non mi ero sbagliata: era Simon.
Lui allargò le braccia aspettandosi un abbraccio da parte mia e io lo accontentai. Mi buttai addosso e gli saltai in braccio, lui mi tenne su senza problemi.
« Mi sei mancata anche tu.» disse.
« Perché non mi hai detto che arrivavi?»
« Volevo farti una sorpresa.»
Affondai la testa nel suo collo e sussurrai un grazie.
« Capisco che sono forte, ma sei un po' cresciuta da quando ti prendevo in braccio.» continuò.
Cominciai a ridere e scesi a terra.
« Mi stai dando della grassa?» dissi facendo l'offesa.
« No, affatto.» si difese alzando le mani.
Lo squadrai ancora una volta constatando che lui era veramente dimagrito parecchio e non potei fare a meno di prenderlo in giro.
« Cosa è successo alla tua pancetta?» chiesi toccandogli l'addome.
« L'ho mandata in vacanza.» rise.
« E hai adottato una tartaruga.» continuai alzandogli leggermente la maglietta.
« Esatto.» concluse togliendomi la sua maglia dalle mani.
« Allora, che mi racconti?» mi chiese ancora.
« Ci sono tante novità...» dissi.
Senza farlo apposta in quel momento arrivò una mia "novità".
« Élo, tutto a posto?» mi chiese Tyler mettendomi un braccio sulle spalle.
Notai l'espressione stupita di Simone mentre Tyler lo guardava male.
« Sì, certo.» risposi tranquillamente.
Adoravo farlo ingelosire.
« Cosa sta succedendo?» chiese ancora non contento della mia risposta.
Sorrisi notando la sua gelosia crescere.
« Vorrei capirlo anch'io.» aggiunse Simon.
Sbuffai sotto lo sguardo di rimprovero di quest'ultimo.
« Simon lui è Tyler Miller, il mio ragazzo.» risi vedendo Simon spalancare gli occhi.
« Tyler ti presento Simon Harper, mio...» mi fermai.
Cos'era Simon per me realmente? Io lo consideravo come un cugino, ma non lo era. E non potevo continuare a mentire a Tyler riguardo la mia famiglia.
« Suo cugino.» concluse lui al mio posto.
Vidi Tyler rilassarsi e sorrisi a Simon per ringraziarlo.
« Mi dispiace, ma oggi non posso venire con te. Non sapevo che arrivasse lui...» dissi al mio ragazzo.
Lui annuì e mi sorrise.
« Ci sentiamo appena puoi. Vado a dire a Bea di smettere di sbavare dietro a tuo cugino. È stato un piacere Simon.» concluse.
Prima di andarsene mi lasciò un bacio a fior di labbra
Nonostante avesse capito chi fosse Simon, Tyler mi sembrava ancora molto inquieto.
« Wow! Mi sono perso un po' di cose.» sospirò mio "cugino".
« E non è tutto.» risi io.
« Sei diventata mamma?» chiese.
« Cosa?! No!»
« Era per esserne sicuri.» disse abbracciandomi.
« Scemo.» lo rimproverai dandogli un leggero schiaffo sul braccio.
« Quali sono le altre novità?» mi chiese mentre salivo in auto.
« Mi sono fatta dei nuovi amici, anche se non molto frequentemente, vado a delle feste e ho imparato a guidare la moto!» dissi tutto d'un fiato.
« Non ho mai sentito tante buone notizie uscire dalla tua bocca.» sogghignò.
Gli feci la linguaccia, ma lui non se ne curò e continuò.
« Ovviamente il fatto che tu guidi non è una buona notizia.» rise.
« Sta' zitto! Sono anche brava.»
« Certo, a stendere i pedoni?» chiese ironico.
« La vuoi smettere!» sbuffai.
Continuò a ridere come un cretino fino a quando non raggiungemmo un ristorante.
« Pensavo andassimo subito a casa.»
« Prima dobbiamo parlare io e te, devi raccontarmi cosa fa adesso mia zia.»
« Va bene, ma preparati al peggio.»
Lui annuì e sorrise.
« Ho fame, andiamo!»
Scesi dall'auto e lo affiancai.
« Ti ho già detto che mi sei mancato?» chiesi.
Lui sorrise e mi spintonò leggermente.
« Potrei abituarmi a tutta questa tua dolcezza.»
Risi felice di avere di nuovo con me Simon ed entrammo nel ristorante.

Fight for youWhere stories live. Discover now