#8 - Attrazione pt 1

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Oggi sembra vada tutto male. Prima di tutto mia madre mi sveglia di soprassalto e scopro che è tardi. In dieci minuti ero già pronto.
Passo circa dieci minuti per convincere il vicepreside a farmi entrare con la promessa che non avrei fatto più ritardo. Per lui erano parole al vento. Non sa che quando do la parola la mantengo sempre. Nella maggior parte dei casi insomma.
Fatto sta che riesco a convincerlo. Mi fa rabbia pensare che non si presenta quasi mai e proprio oggi lo dovevo incontrare.
Mi calmai. Entro in classe mentre la prof di matematica stava spiegando. Passo tra i banchi assonnato e mi siedo accanto a Marco. Era visibilmente triste. La prima cosa che mi venne in mente fu che fossi stato io a provocare questa sua reazione con i miei atteggiamenti nei confronti di Samuele. Non volevo assolutamente che riaccadesse. Avrei fatto di tutto per eliminare quei pensieri dalla mia mente. Alcune volte, Marco raccontava in un certo senso i suoi piani ma ovviamente io non mi accorgevo mai di nulla. Non so se lo faceva perché è un suo punto debole o perché sa che non mi sarei mai accorto di nulla.

"Ehi Mark ti va di parlare?"

"Dopo in bagno" disse con un'aria delusa

"Forse ho capito perché stai così. C'entra con Samuele. Ma ti assicuro che non ci sono mai stati doppi fini. A volerla dire tutta io non volevo neanche uscisse con noi. La prossima volta siamo solo io e te"

"No Tomma. Non dimostrei fiducia se negassi la presenza di Samuele. Voglio che cominciamo a farci delle amicizie. Abbiamo tempo per noi"

"Grazie del pensiero Mark davvero. Ma stasera preferirei stare con te da solo"

"Troppo tardi Tomma. Ho già organizzato la serata. Ci saremo io, te Samuele e poi ho invitato Edoardo della 4^C. È un secchione, ma simpatico. Mi ha chiesto consigli per una tipa che gli piace"

"E va bene. Diciamo che non ho scelta. E comunque, perché Edoardo dovrebbe chiedere consiglio a te che non piace la...ehm hai capito" dissi guardandomi intorno per vedere se qualcuno mi aveva sentito, ma parlavo a bassa voce quindi non ci fu niente di cui preoccuparsi.

"Tomma quello è un povero sfigato. Gli dirò cose ovvie così non dovremmo concentrarci troppo su quello"

"Fra tutti quelli che conosci dovevi scegliere proprio lui?"

"Preferivi quelli di 20 anni? Avrei potuto farlo ma non mi sembra tu sappia approcciarti con queste persone"

"Mettimi alla prova"

"Ok allora. La prossima volta farò come dici tu. Almeno potremo andare in un bar a bere qualcosa"

In realtà i ragazzi più grandi di Marco, non nutrivano tutta questa simpatia per lui. Come biasimarli: uno studente qualunque ha accesso alla documentazione privata della scuola come se fosse un collaboratore ufficiale. Farebbe scalpore dappertuttto ma in fin dei conti Marco era davvero bravo e nessuno si era mai lamentato.

Arriva il pomeriggio. Sono appena tornato da scuola. È stata una lunga giornata.
D'improvviso mi viene in mente la biblioteca. Non avevo niente da fare lì. Però ripensavo a Samuele. Il primo posto dove ci incontrammo fu quello. Non so cosa mi fosse preso, mi cambiai e uscii di casa diretto in biblioteca.
Entrato, mi guardai intorno tra gli scaffali di metallo. Avevo il cervello tra le nuvole. Non so cosa mi stava succedendo in quel momento. Qualcosa mi diceva di rimanere e continuare a cercarlo in giro. Destino volle che lo vidi poco distante da me in piedi con la testa china a leggere un libro. Non sapevo cosa gli avrei detto ma mi avvicinai

"Ehy Samue' "

"Mh? Tomma' ciao! Che ci fai qui?"

"Non so facevo un giro e.."

"Hai l'aria distrutta che ti è successo?"

Non ci voleva un intuito formidabile per vedere la mia espressione persa, simile a chi si è appena svegliato.

"Te lo ha detto Marco che stasera usciamo?"

"Si Tommy me lo ha detto...ma si può sapere che hai? Riguarda te e Marco?"

"No stai tranquillo"

"Puoi dirmelo se vuoi"

"No non...in realtà riguarda me"

"Che hai fatto?"

"Deludo sempre Marco. Non riesco a gestire la relazione"

"No Tommy...ti è sfuggita completamente di mano!"

"No non è così! Sto facendo di tutto per recuperare il rapporto"

"Per come la vedo io Marco non sta facendo niente per sistemarlo. Ti dice che è tutto ok ma mi sembra strano che non abbia notato come stai"

"Penso lo abbia notato ma non vuole farmi stare male"

"Ti piace lui?"

"Che?"

"È una domanda semplice. Ti piace davvero Marco?"

Mi sentivo in imbarazzo. Non riuscivo a guardarlo negli occhi.

"Beh si. Ci divertiamo e parliamo sempre... il nostro rapporto è un po' scosso ma è per colpa mia. Ho fatto l'errore di pensare di essere gay alla prima esperienza etero andata male"

"Tommy pensaci a fondo. Tu lo sai ma per quello che stai vivendo metti in dubbio tutto. Stai incasinato in testa"

"Va bene grazie per il consiglio"

"Tommy stasera cerca di rilassarti. Saremo in quattro. Ci saranno tante distrazioni. Vedrai che ti passa"

Mentre lui continuava a parlare il mio cervello si concentrò sulle sue labbra. Le guardavo e sentivo un desiderio profondo di baciarle. Non pensavo ad altro. Fu una bellissima sensazione. Quando mi accorsi del tempo che era passato a fissarle tornai in me e quando lo guardai negli occhi la sua espressione suggeriva che non avesse l'intenzione di ripetersi.

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