#84 - Guerra pt9

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Ore 11:00

Avevo appena aperto gli occhi, ero in camera mia. Il sole era più alto che mai, splendente e bellissimo.

Mi sentivo al settimo cielo. Finalmente potevo respirare un'aria molto più leggera, senza tensione, né paure e né pianti.

Dopo tutto quel tempo passato nella mia testa, ora potevo assaporare per la prima volta, un senso di quiete e libertà.

Decisi di alzarmi senza perdere tempo. Sapevo già dove andare: in salone, sul divano. Lì c'era Samuele, stava ancora dormendo.

Ci eravamo lavati la sera prima, prima uno e poi l'altro. Inizialmente era così, ma fui convinto che presto sarebbe cambiato tutto.

Mi avvicinai, gli misi la mano sulla guancia: era morbidissimo, ma soprattutto meraviglioso.

Aprì lentamente gli occhi, e mi guardo. Ci sorridemmo entrambi nello stesso momento.

La contentezza di entrambi non poteva essere più forte. Quel semplice gesto celava molte più parole di quante ne potessero uscire parlando.

"Ma ciao bello mio"

"Ciao Tommaso" rispose con gioia negli occhi

"Ora la situazione è ancora un po' tesa là fuori, ma vedrai che si risolverà tutto. Dobbiamo solo avere fiducia"

"L'ho sempre avuta in te"

"Grazie davvero".

La porta di casa si aprì, e da lì entrò mia madre. Quando ci vide, fece un'espressione di rifiuto, ma nascose le sue emozioni andando in cucina e mettendo a posto le cose che era andata a comprare.

"Ciao mamma"

"Ciao ragazzi...da quanto non mangiate?"

"Da un po' "

"Vi ho preso dei cornetti e delle merendine, ma cercate di non esagerare"

"Va bene veniamo a tavola. Andiamo Samuele?"

"S...si..." rispose timidamente.

Ci sedemmo e cominciammo a prendere cornetti e a versarci il latte nelle ciotole.

Mia madre notò subito la foga con cui mangiavamo quelle prelibatezze e rimase sconvolta.

Io detesto le brioche confezionate, ma in quel momento mi sembrarono la cosa più buona che avessi mai assaggiato.

"Ho buttato i vestiti che avevate. Erano irrecuperabili"

"Si non fa nulla, tanto erano tutti miei. Lui non ha portato nessun cambio"

"Si poi affronteremo il discorso dei soldi che hai preso da qui"

"Dov'è papà?"

"In caserma insieme ai genitori di Samuele, i vostri amici del centro...e Marco...".

Samuele fece un cenno di spavento quando sentì quel nome. Mia madre lo guardò ponendosi mille domande.

"Appena finiamo di mangiare raggiungiamo gli altri e spieghiano tutto"

"Tommaso...devo sapere che cosa succede con lui"

"Te lo dissi prima della fuga: lui ha ingannato tutti solo per tenerci lontani, te inclusa"

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