#58 - Verità e segreti

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"Si può sapere che fine ha fatto Samuele? È passata più di un'ora e non è ancora arrivato!" disse Marco

"Che vuoi che me sappia? Non sono sua madre. In più sono anche occupata a cucinare" rispose Angela

"Aggiungerei che sei anche in ritardo. Gli orari che ho detto sono quelli. Non vedo quale sia la parte difficile! Avete avuto l'intera mattinata per fare tutto!"

Marco si trovava in sala da pranzo, ad osservare Angela e Chloe che stavano cucinando.

In quello stesso momento entrarono Matteo ed Enrico, i quali avevano finito la loro discussione.

"Ah siete arrivati finalmente! Vi ho già detto che per uscire dovete chiedere il permesso a me! Dov'è finito Aurelio?"

"Eccomi!" rispose appena entrato in sala da pranzo

"Marco calmati per favore. Non abbiamo fatto niente questa volta!" disse Chloe

"Sottolinea quel questa volta e ripetitelo in testa. Sono le vostre azioni che portano le conseguenze"

"Ma quando la finirai con questa storia?" chiese scocciata Chloe

"Non c'è il quando, ma solo come...come la vivrete. Dipende tutto da voi"

"Figurati...neanche sai quanto era bello questo posto prima che arrivassi tu"

"Bello in che senso? Scambiare qualche chiacchiera con sorrisi idioti in volto e risatine da dementi? Oppure coi giochi? Avete mai giocato a obbligo o verità?"

"Che vuoi fare?"

"Organizziamolo adesso. Ci sediamo tutti intorno al tavolo e giochiamo. Saremo 6 in totale, escluso Samuele che mi sembra di aver capito non verrà oggi"

"Ma va"

"Non sto scherzando. Chiama gli altri e cominciamo"

"Marco, nessuno vorrà giocare"

"Nemmeno se ve lo chiedo in ginocchio?"

"Fanculo"

"Ho sbagliato io a farvi credere che avevate scelta. Qui sono io che dico cosa fare. Non esistono i no con me. Mi hai capito?"

"Si" rispose rivolgendogli uno sguardo scocciato

"Bene. Ragazzi! Venite qui subito!" urlò.

Nel giro di qualche secondo, Matteo, Enrico e Aurelio erano in sala da pranzo. Guardavano il sorriso di Marco senza capire cosa volesse.

"Perché ci hai fatto venire qui?"

"Voglio trascorrere quanto più tempo possibile coi miei coinquilini preferiti. Ho notato che in questi giorni siete un po' giù di morale"

"Finché ci sei tu lo saremo sempre".

Marco fece un sorriso ancora più grande lasciando vedere i denti. Spalancò gli occhi e si alzò lentamente dirigendosi verso di loro.

"Starò qui ancora per molto...molto tempo. Faremo dei giochini divertenti. Voi non potrete dire di no. La notte avrete gli incubi, la mattina seguente l'inquietudine vi accompagnerà come una madre accompagna suo figlio a scuola fino a quando non è certa che sia entrato in quel posto che odia tanto. Ora sedetevi, grazie".

Senza proferire alcuna parola, fecero quello che disse. Continuanona fissarlo con aria stranita. Manteneva ancora quel sorriso inquietante fin quando anche lui non si sedette. A quel punto arrivarono anche Angela e Chloe, la quale si sedette accanto a lui.

"Bene. Allora...dov'è la bottiglia?"

"Non giochiamo così. Partiamo da uno a caso che sarà il primo a fare la domanda al sucessivo e poi si va avanti fino a domandare a tutti i giocatori"

"Alternativa stravagante ma innovativa. Va bene, iniziamo. Parto da sinistra. Enrico...obbligo o verità?"

"Verità"

"Non avevo dubbi. Qual è stata la tua più grande figuraccia?"

"Chi se lo ricorda"

"Immaginavo di ottenere questa risposta da un palestrato, ma devi comunque rispondere"

"Oh...ti ho detto che non mi ricordo"

"Allora inseriamo una nuova regola. Chi non esegue l'ordine assegnato, va fuori di qui senza fare ritorno"

"Ma è assurdo...per un gioco" intervenne Chloe

"Allora vedi di non sbagliare"

"Quando mi è caduto il cellulare mentre ero in moto" rispose Enrico

"Ma questa non è una figuraccia...riprova"

"Quando presi un voto basso tempo fa alle superiori e volevo farla pagare alla prof mettendole un petardo nella borsa, ma lei mi scoprì mentre lo facevo. Mi sospesero per una settimana"

"Però...niente male...io ho fatto di peggio molto tempo fa. Ora Enrico, fai una domanda a Matteo"

"Obbligo o verità?" chiese. Trovarsi a giocare appena dopo essersi lasciati, era per entrambi una situazione alquanto assurda. Si lanciavano occhiatacce di rabbia.

"Obbligo"

"Fai vedere Tarx a tutti i presenti"

"Questo è un colpo basso"

"Enrico, ma sei uscito di testa?!" intervenne Aurelio

"Nono aspettate...ora sono curioso...chi è Tarx?" chiese Marco

"Sei veramente uno stronzo Enrico" disse Matteo

"Beh adesso non ha più valore, giusto? Ti sentivi in colpa per questo segreto quindi ora dillo. Puoi liberarti"

"Avrei dovuto abbandonarti prima di quello"

"Scusate, ma si può sapere chi è questo Tarx?" insistette Marco

"È la prima volta che lo sento" disse Angela

"Anche per me. Non ce ne hai mai parlato" si aggiunse Chloe

Matteo tirò fuori il suo cellulare, aprì la galleria e cominciò a scorrere le immagini. Una volta vista quella che cercava esitò qualche secondo prima di cliccare su di essa. Senza nemmeno vederla attentamente girò il cellulare nella loro direzione. Tutti i presenti si avvicinarono per osservare meglio. Tutti ad eccezione di Enrico ed Aurelio, i quali già conoscevano la storia.

"Scusa ma...non riesco a capire" disse Angela

"L'obbligo era solo di farvi vedere la foto. Non sono tenuto a dirvi niente". Quelle parole furono dure da pronunciare.

La foto raffigurava Enrico e Matteo più giovani e sorridenti, con in mano un orsetto. La particolarità era l'adesivo sullo stomaco del peluche con il logo di "Chi vuol essere milionario", celebre quiz televisivo.

I sensi di colpa lo divoravano per quello che aveva tenuto nascosto a lungo.

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