#13 - Fragile accordo

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"Fammi capire meglio, vuoi veramente quel piccolo demente?"

"Ti sorprende? Da quando mi ha lasciato la mia ragazza osservo sempre e solo lui"

"Ah, il bisessuale mancava in questa storia! Senti un po', non so cosa posso fare e non so cosa puoi fare tu per aiutarmi"

"Tu fammi avvicinare a Samuele e vedrai cosa combinero' a Tommaso"

"Dovrò convincere la madre a farlo tornare a scuola. Penso tu sappia cosa sia successo"

"No! Non farlo tornare!"

"E allora mi vuoi spiegare cosa sta macchinando quella tua testa psicopatica?"

"Ho un'idea! Ho pensato una cosetta facile facile!"

"Da quanto tempo pensi questa cosetta?"

"Dall'anno scorso"

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<<Chi è questo Dennis?>>

<<In una parola lo definirei uno psicopatico. Marco ancora non sapeva cosa era in grado di fare. Se ne accorse solo più tardi>>

<<Cosa aveva in mente per avvicinarsi a Samuele?>>

<<Quando vi racconterò il suo piano vedrete una nuova faccia della mente umana>>

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Arrivò il pomeriggio e Samuele era ancora a casa senza possibilità di uscire.

Dennis si stava dirigendo a casa sua che si trova a un chilometro prima di quella di Tommaso. Un quartiere benestante e tranquillo. Lui abita in un condominio.

Arrivato davanti al citofono, premette su "Mancini Federico". Il padre di Samuele. Al di sotto c'era sua madre, "Caruso Rossana".

"Chi è?"

"Signora Caruso? Buon pomeriggio. Devo consegnare a Samuele i compiti che ci hanno assegnato oggi. Posso entrare?"

"Certo! Sali al quarto piano".

Una volta terminata la conversazione al videocitofono, Dennis si sentiva soddisfatto che il suo progetto stava andando come aveva previsto. Doveva solamente avvicinarsi a una persona.

Salito al penultimo piano, la porta d'ingresso venne aperta dalla madre di Samuele, Rossana, e Dennis non rimase particolarmente colpito dai mobili e quadri costosi. Più o meno, casa sua era così

"Samuele è in camera sua"

"Va bene grazie mille, però prima tenga questa penna. L'ha dimenticata Samuele qualche giorno fa"

"Ah grazie. Lui ce l'ha già quindi me la tengo io"

"Va bene. Vado da lui"

"Certo. Buon lavoro, io devo andare".

Uscita la madre, Dennis entrò in camera di Samuele

"Ehy Dennis! Non mi dire che ci hanno caricato stavolta"

"Purtroppo si Samue'. Quella di Italiano sopratutto"

"Beh dai vediamo un po' "

"Samue' dimmi una cosa. Perché stai sempre dietro al ragazzo di Marco? Non mi dirmi che lo vuoi".

Samuele spalancò gli occhi per un secondo, riprese la calma e diede una risposta che lui credeva essere convincente

"Ma sei serio? Io sono etero! Mi sa che sei tu quello che trama qualcosa qui"

"Uh scusami. Stai tranquillo che se fosse così per me non ci sarebbero problemi"

"Possiamo badare a scomporre questa maledetta frase in subordinate? Non voglio stare a studiare fino a stasera"

"Lo so. Era per fare conversazione. Dai dimmi la verità"

"Ma che hai oggi? Mi sembri un detective. Facciamo sti compiti e poi parliamo".

Dopo un'ora di compiti, il cellulare di Dennis squillò. Era Marco.

"Samue' vado un attimo a rispondere"

"Ok torna subito che mi sono bloccato".

Uscito dalla stanza, il cellulare di Dennis smise di squillare. Prima di ricomporre il numero, si mise a guardare gli angoli del soffitto in cerca di telecamere. Notò che non erano wireless, per cui doveva esserci un registratore in qualche stanza che le collegava tutte. Facendo finta di parlare al telefono, percorse il corridoio e si ritrovò nel salone, da dove era entrato. Alla sua destra c'era la cucina e un piccolo sgabuzzino. La cucina era l'unica che non aveva telecamere. Non vide nessun angolo così grande da ospitare un registratore. Doveva essere su un tavolino e avrebbe avuto bisogno di una presa elettrica dato che le telecamere registravano 24 ore su 24. L'unico posto era lo sgabuzzino, ma la porta era chiusa a chiave. Mentre pensava a un modo per aprirla, si ricordò di chiamare Marco

"Eccomi Mark"

"Sono contento di sapere che sei in villeggiatura, ma forse ti sei scordato una piccola cosa"

"Guarda che ho fatto tutto io. Sono salito da solo"

"Ripetimi chi ha assicurato sua Madre a farti entrare in casa sua convincendola che sei un bravo ragazzo"

"Okay scusami. Che vuoi?"

"Come sarebbe cosa voglio? Mi devi dire cosa hai intenzione di fare con Tommaso" disse furente Marco

"Devi aspettare. Sto preparando tutto. Mi sentirai domani"

"Stammi a sentire, frocetto...non pensare di poter decidere quando rendermi un favore. Mi sa che ti sei montato la testa, però ricorda chi sta più avanti! Credi che io sia un demente? Che non abbia fatto delle ricerche su di te? Che non sappia cosa hai in quella mente psicotica?"

"Io non.."

"Ti conviene abbassare lo sguardo con me. Farmi credere che di Samuele te ne importi qualcosa è inutile. Mi sono spiegato?"

"Certo Mark" disse Dennis facendo scomparire la sua solita aria di sfida

"Ripetimi un po'. Forse non ho capito"

"Va bene Marco"

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<<E quindi? Se Samuele non faceva parte del suo progetto, chi ne doveva essere coinvolto?>>

<<Sua madre>>
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