#52 - Ricordi sofferti

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Ore 20 e 47.

Il centro era stato quasi completamente ripulito. Due sacchi per la spazzatura contenenti bandiere e cartelloni si trovavano fuori dalla porta, pronti per essere definitivamente cestinati.

La cena era quasi pronta. Angela e Chloe avevano cucinato, mentre Martina si era occupata di apparecchiare per tutti.

Matteo era in soggiorno a finire di togliere la polvere con uno straccio. Prese il cellulare e fece partire musiche reggaeton.

"Mattè, è uno spettacolo vederti pulire" disse Martina dalla sala da pranzo

"Si come no...la prossima volta facciamo a cambio"

"Si può sapere cos'è questa musica?" disse Marco uscito dalla camera

"È reggaeton"

"Ti sembra che me ne freghi qualcosa? Non voglio sentir volare una mosca qui. Intesi?"

"Tu non sei normale"

"Vuoi giudicarmi? Non sei di certo nella posizione per poterti permettere questo lusso"

"Che succede?" disse Enrico

"Oh...mi ero dimenticato del fidanzatino".

Marco era al centro tra i due, guardandoli con superiorità.

"Mi sembra un carcere" disse Matteo

"No, perché rispetto a quello è più pulito. Fossi in te non sputerei nel piatto in cui mangi"

"E che piatto...con te dentro" rispose Enrico

"Tu sei veramente il suo ragazzo? Biondo, mediamente muscoloso...probabilmente Matteo ha un complesso di inferiorità. Non si sente all'altezza di te"

"Ma che dici?" domandò Matteo

"Tu, invece, sei l'esatto opposto. Sai...muscoloso vuol dire autostima a mille. Tutti mi vogliono, ogni cosa che dico è la verità e altre cazzate del genere. Sai Matteo, lui mi sembra il classico tipo da tradimenti. Fossi in te, terrei gli occhi aperti"

"Da che pulpito" intervenne Samuele

"Non stavi pulendo? Ogni tanto esci dal nulla. A questo punto penserei che sei tu a cercare i guai"

"Non immagino quanto ti senti superiore a Tommaso con tutto quello che gli fai"

"Già. Hai proprio ragione. Sai cosa ho provato quando l'ho visto dormire dopo la crisi di nervi?"

"Ormai ho imparato come sei. Non mi sorprende più niente"

"Ho trovato anche delle poesie...rivolte a te. Leggendole ho capito che non gli importa tanto di sé stesso, non ci bada tanto. Gli importa quello che pensi tu di lui, ecco perché ero sicuro che la lite al bar avrebbe funzionato"

"Sei solo viscido" disse andandosene in camera

"Oh...povero Samuele. Non c'eri nel momento del bisogno per consolare il tuo caro Tommaso hahahaha" disse ridendo Marco

Avrebbe voluto tirare fuori altri argomenti, anche peggiori, ma preferì conservarli per un'altra occasione. Vide che era ora di cenare, per cui lasciò da parte quel discorso che gli portava tanto divertimento e andò in sala da pranzo.

Entrato, si sentì ancora di più padrone di tutto.

Si sedette a capotavola.

"Cosa avete preparato?"

"Parmigiana" rispose Martina

"Perfetto".

Chloe cominciò a mettere le porzioni nei piatti e dopo poco arrivarono tutti, compreso Samuele, il quale aveva lo sguardo perso.

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