#18 - Falso cambiamento

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Per Samuele era finalmente arrivato il giorno di fare gli esami del sangue. Era sia agitato che contento di fare un favore a chi ne avesse avuto il bisogno.

Alle 6 del mattino era già in strada per andare in ospedale.

Marco e Umberto erano parcheggiati poco distanti da lì.

"Sentimi bene Umbè, per oggi farai poco e niente"

"In che senso?"

"Tu non vai mai a trovare tuo padre a lavoro per cui dovrai farlo da oggi, altrimenti potrebbe insospettirsi se cominci a rovistare tra le sue cose di punto in bianco. Fagli credere che ti sta interessando la medicina e che vorresti seguire la sua strada, cose così. Sapendo che sei solo un tossico del cazzo, non potrebbe essere più contento"

"Come fai a esserne sicuro? Mica lo conosci"

"Si vede che è uno senza spina dorsale. Se tu fossi mio figlio quelle merde che ti fumi te le farei ingoiare una ad una".

Umberto sapeva di non poter dire una sola parola e Marco si sentiva intoccabile.

"Ora vai lì dentro e fagli una sorpresa. Comincia a parlare e aspetta che arrivi Samuele. Quando lo vedi digli che lo conosci, che è omosessuale e fagli credere che ha avuto tante relazioni. In questo modo gli avremo messo in testa il dubbio. Quando vedrà i risultati alterati non si insospettirà e non farà controlli approfonditi. Crederà a quello che gli faremo vedere. È tutto chiaro?"

"Beh si...però non mi avevi detto che per questa cosa avrei dovuto ingannare mio padre"

"Vedila in questo modo. Lui sarà felice. Specialmente se verrai promosso...quindi ora vai lì!"

"E va bene".

Umberto attraversò la strada ed entrò in ospedale. Era piuttosto grande ed era completamente pulito. Il pavomento era lucido. La prima cosa che cercò era la reception. Si trovava poco distante dall'ingresso. C'era uno sportello vuoto. Senza neanche prendere il numero, si avvicinò.

"Ciao! Per caso c'è Orazio Russo?"

"È nel pronto soccorso. Tu chi sei scusa?" chiese l'addetto

"Suo figlio"

"Non so se puoi entrare, oggi. Ci saranno parecchi ragazzi per gli esami del sangue"

"Glielo può chiedere?"

"Si. Un attimo".

L'addetto si mise in contatto col padre di Umberto, il quale diede via libera per andare.

Umberto dovette attraversare quasi l'intero ospedale, ma arrivò al pronto soccorso. Orazio stava dietro un vetro in una stanza stretta, accanto stava un corridoio con una porta per entrare. La sala era ancora vuota.

"Ehy Umbè! Che è successo? Non sei andato a scuola?"

"No. Ti volevo parlare di una cosa"

"Ma che hai? Entra".

Umberto percorse il corridoio ed entrò nella stanza dei prelievi.

"Che è sucesso?" disse Orazio guardandolo preoccupato

"Mi sono litigato con gli altri"

"Perché?"

"Non mi piace più la loro compagnia. Se ne sono accorti e abbiamo chiuso"

"Di cosa si sono accorti?"

"È da un po' che non fumo"

"Che cosa?! Stai scherzando?" disse sorridendo

"È un periodo strano. Mi sento un po' confuso. È come se quello che mi piaceva ora mi fa schifo"

"Tranquillo. Non ti preoccupare. Hai fatto benissimo. Io te l'ho sempre detto che non mi piacevano. Mi spiace solo che c'è voluto tanto tempo per fartene accorgere"

"Già..."

"Che c'è? Mi devi dire qualcos'altro?"

"Beh, non so se anche dopo sarà così ma ho comiciato a leggere le riviste di medicina che tieni conservate. Ecco perché mi è venuto il desiderio di vedere le attrezzature che usi" disse con tono umile

"Umbè mi lasci di stucco! Di punto in bianco..." disse Orazio cercando di nascondere la contentezza

"Beh si. Vorrei rimanere qui per oggi"

"Ma certo! Assolutamente! Sono orgoglioso di te"

"Grazie".

Per quel momento, Umberto calò nei panni di una persona che aveva seriamente deciso di dare una svolta alla propria vita, ma sapeva benissimo che era solo una finta.

Quando vide Samuele in mezzo al gruppo di ragazzi iscritti all'associazione, eliminò completamente quella falsa illusione del bravo ragazzo e ricominciò a recitare con pieno egoismo. Per avere quello che Marco gli aveva promesso.

"Pà, questi sono quelli delle analisi?"

"Si perché? Ne conosci qualcuno?"

"Alcuni sì. Vedi quel ragazzo biondo in fondo?"

"Beh?"

"Se dici che io ero tremendo devi vedere quello...è il peggio del peggio. Ne parlano tutti a scuola. Non lo ha ancora detto a nessuno, ma ormai lo sanno tutti che è gay"

"Vabbe che ne sai? Sono solo voci"

"No pà, fidati. Si è fatto tanti di quei ragazzi...ormai che lo dica o no, non fa differenza"

"Okay ma stacci lontano"

"Senti mi metto nell'angolo accanto al vetro così non mi vede. Poi quando se ne va mi sposto"

"Certo...fai come vuoi".

Marco era stato molto chiaro. Umberto non si sarebbe fatto dovuto vedere da Samuele. Sarebbero potute sorgere delle domande. Orazio non le avrebbe mai fatte a Samuele. Era imparziale, ma come aveva previsto Marco, il dubbio si era già insediato...

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