#79 - Guerra pt4

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Un nuovo giorno era arrivato. Io e Samuele avevamo dormito insieme. Lui mi teneva abbracciato con la testa poggiata sul petto mentre io avevo il braccio intorno alla sua spalla.

Non provavo tutta questa serenità da molto tempo. Mi ero addormentato nella quiete più totale. Il fatto di trovarmi qui con lui era quasi un sogno. Non pensavo sarebbe mai successo.

Il primo a svegliarmi fui io.

Lui dormiva ancora nella pace dei sensi. Lo trovai troppo tenero. Gli accarezzai la guancia e questo mi fece sorridere per la contentezza di averlo accanto in questo periodo. Senza di lui non avrei saputo affrontare tutto questo.

Notai che aveva il sonno leggero, perché piano piano si svegliò sentendo le carezze. Rivolse lo sguardo verso di me e sorrise.

"Ma buongiorno"

"Non potevi trovare una parola meno scontata Tommà?"

"Che vuoi che ti dica? Buonasera?"

"Beh no, ma nemmeno una frase da vecchi"

"Dire buongiorno è da vecchi? Spero tu stia dicendo questo per il sonno"

"Oh vaffanculo!" rispose tirandomi un pugno sullo stomaco

"Ahia! Stronzo! Hahahaha" dissi facendogli il solletico

"No! Basta! Hahahahahahahah pezzo di merda hahahahaha"

Reagì anche lui facendomi il solletico. Era diventata una gara a chi avrebbe perso prima il fiato. Quello fui io.

"Ok ok basta mi arrendo hahahahaha" dissi

"Ehi! Non puoi dire questo! Siamo in guerra!"

"Ancora con questa storia"

"Tu pensi sia finita qui? Non guardare il fatto che sembra tutto calmo. Il peggio deve ancora arrivare"

"Quante chiamate ti hanno fatto i tuoi?"

"56"

"Cazzo...i miei 48"

"Che ti aspettavi?"

"Dici che dobbiamo chiamarli?"

"Per dire cosa? Veniteci a prendere? Ormai è fatta. Siamo qui e non si torna indietro. Mi sembravi tu quello sicuro di questa cosa. Non devo essere io a tranquillizzarti. Sono io quello più preoccupato"

"Già...hai ragione Samuele...mi sono fatto prendere dalla preoccupazione"

"Senti, volevo farti una domanda"

"Dimmi"

"Come sono i genitori di Marco?"

"Ah non lo so...non sono mai andato a casa sua"

"Come non sei mai andato? Scusa, vi conoscete dal primo anno delle superiori!"

"Gliel'ho chiesto, ma non ha mai voluto. Non ha neanche mai voluto toccare il discorso"

"Ti sei messo con lui senza neanche conoscerlo a fondo?!"

"Ero incerto della mia sessualità. Non ho avuto il tempo di accettare l'idea. Stavo iniziando a parlarne con mia madre e il giorno dopo, quando l'ho detto a Marco quello stesso giorno, ci siamo messi insieme. Io ovviamente ero convinto che mi piacesse in quel senso, quando in realtà mi piaceva solo l'idea di avere avuto la conferma di essere gay. Ecco perché poi sono stato così male, perché Marco sapeva questo e ogni volta usava questa scusante per dirmi che io non lo amavo e che la mia era solo una fissazione. Non essendo ancora sicuro di quello che ero, mi aveva convinto del fatto che era solo un pensiero temporaneo e per questo stavo male, perché comunque non essendo una semplice fissazione ci pensavo in continuazione. Se non fosse stato così, se in realtà fossi stato etero, in un paio di giorni l'avrei cancellato dalla mia testa. A distanza di tempo, mi rendo conto che Marco sapeva che non era solo un mio pensiero campato per aria"

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