#27 - Ricatto

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<<Dopo il ritorno a scuola, Samuele era deciso più che mai a dirmi in faccia quello che pensava. Voleva dare ascolto ai compagni del centro. Quella stessa mattina ricevetti un suo SMS. Non aveva altro modo per contattarmi. Lo avevo bloccato su tutti i social. Quando lessi che voleva parlarmi in privato, non sapevo cosa fare. Ero ancora attratto da lui. Eccome se lo ero, però sapevo che aveva una brutta nomina e sapevo anche che avrei perso la fiducia non solo di Marco, ma dei miei genitori se avessero saputo di tutto questo e la stessa cosa sarebbe successa se lo avessi lasciato senza mettermi con nessuno, perché avrebbero pensato che io fossi indeciso sulla mia sessualità, quando di fatto non lo ero affatto. Mi trovavo in una trappola dove non potevo lasciare Marco, una trappola che mi stava consumando dentro. Non mi era mai capitata una situazione del genere>>

<<Quindi lei attese Samuele all'ingresso della scuola?>>

<<Qui arriva la parte che ci interessa>>

<<Cosa vuole dire?>>

<<Marco aveva pensato a questa possibilità. Non ne era certo, e non aveva chiesto a Dennis di entrare nel cellulare di Samuele. Sta di fatto che quel giorno lo pedinò. Voleva capire le sue intenzioni. Per tutto il tragitto Marco si nascose, voleva davanti a sé la conferma di quello che pensava>>

<<Fu così?>>

<<Ci mise solo qualche minuto>>
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Il passo di Samuele era molto deciso. Anche se era in anticipo, voleva arrivare a scuola quanto prima.

L'ansia lo tormentava da qualche giorno. Il suo timore più grande sarebbe stato il non riuscire a raggiungermi in tempo prima del suono della campanella. Non ci sarebbero state molte altre occasioni per farlo.

Prese il suo cellulare e compose il mio numero.

Quando lessi il suo nome sullo schermo del telefono sentì un nodo allo stomaco. Non riuscivo a resistere. Pensai che sarei rimasto senza dire niente così non mi sarei messo nei guai.

"Tommaso!"

"Dimmi" risposi cercando di rimanere quanto più freddo possibile. Il problema era che non lo ero affatto.

"Ti devo parlare!"

"Non so se posso in questo momento"

"Aspettami lì! Sto arrivando!" concluse.

Non potevo fare altro che accettare la sua proposta. Non mi sentivo pentito per quello che avevo appena fatto. Almeno avrei saputo, una volta per tutte, cosa aveva rimuginato nei giorni scorsi. Probabilmente gli avrei detto qualche parola per farlo stare meglio. Insomma, non sapevo cosa sarebbe successo. Il pensiero di lasciare Marco, mi fece pensare a una serie di conseguenze che sarebbero potute capitare, e sinceramente mi sembrava l'ultima cosa da fare.

Ad ogni modo, mentre io pensavo e ripensavo all'imminente incontro, Marco, che aveva sentito la chiamata restando nascosto per non farsi vedere da Samuele, uscì allo scoperto.

Mentre camminava a passo rapido, con la testa china sul cellulare, ecco che sentì la voce di Marco, che si trovava dietro di lui.

"Ehy Samuele!" disse. Si girò di colpo, mettendo in tasca il cellulare.

"Marco?! Come fai ad essere qui?"

"Possiamo parlare?" rispose sorridendo.

Samuele lo guardò con aria stranita. Aveva un brutto presentimento, ma soprattutto tante domande. Come faceva ad essere lì in quell'esatto momento? Perché sembrava così calmo?

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