#33 - Uroboro

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<<Insomma...andò avanti per un po' questo tira e molla di emozioni>>

<<Si, diciamo che era un loop di disperazione per entrambe le parti...non so se avete mai sentito parlare del serpente Uroboro>>

<<Solo di sfuggita>>

<<È un concetto legato all'eterno ritorno dell'uguale di Nietzsche. Secondo lui l'universo è soggetto a un ciclo infinito in cui rinasce e rimuore. Rappresenta tutto questo con questo serpente che si morde la coda formando un anello col suo corpo e io mi ritrovavo proprio in quell'anello: un ciclo infinito di sofferenza, pensieri negativi e impotenza>>

<<Quindi non cessò...>>

<<Beh...ci fu una svolta molto importante che scatenò una serie di reazioni a catena. Alcune delle quali mi hanno portato qui>>

<<Per chi?>>

<<Per tutti e tre. Quando vi racconterò questo fatto, allora entreremo in ciclo di eventi che a poco a poco trasformò tutto quello che fino a quel momento stavamo vivendo>>

<<Quale evento?>>

<<Il mio compleanno>>
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"No Denny...no" disse Samuele svincolandosi da Dennis

"Ma perché?"

"Ho detto di no e basta. Era già tanto il dirti che ci avrei pensato...però così assolutamente no" rispose con tono arrabbiato

"Ma sei proprio strano...vai dietro a uno fidanzato...vuoi essere l'amante di turno?"

"Se permetti so io quello che devo fare è la mia vita" disse girandosi e riprendendo a camminare a passo svelto verso la scuola

"MA NEANCHE TI SCRIVE! NON FA NIENTE PER TE" disse urlando per farsi sentire da Samuele, ormai lontano.

Il suo cellulare squillò. Vide il nome di Marco e dimenticò temporaneamente quello che si era detto con Samuele.

"Sei un genio! Non saprei come fare senza di te...beh per modo di dire" disse Marco

"Un cazzo! Vieni da me subito! Ti mando la posizione. Dobbiamo parlare" concluse Dennis.

Io nel frattempo girovagavo a vuoto. Mi sentivo perso e non sapevo dove andare.

Mi venne in mente un luogo in particolare: il parco dove io e Samuele passammo quella meravigliosa mattinata. Non speravo di sentirmi meglio, però decisi di andarci.

Passarono circa 10 minuti, e Marco si presentò alla posizione indicata da Dennis.

"Vieni nel vicolo Marco" disse facendogli segno di seguirlo.

Entrarono in un vicolo pedonale che in quel momento era vuoto.

"Ci sono due cose che non vanno qui! Uno! Avendomi costretto a incontrarmi con Samuele e a dirgli quelle cose, lui mi ha rifiutato! E due! Ti ho dato quelle informazioni sulla tipa che gestisce il centro e tu le usi per ricattarlo?! Ma che cazzo ti passa per la testa? Sono entrato nel telefono di quella per scoprirlo! Ho visto le sue comunicazioni private! Lo sai che casino succederebbe se si venisse a sapere una cosa del genere?"

"Tu rilassati...non succederà un bel niente"

"Rilassati? Devo rilassarmi? Non ci vuole niente perché scoppi una bomba così! Samuele lo ha raccontato ai suoi amici che forse lo diranno a lei. Ovviamente si chiederà come tu abbia fatto a scoprirlo e una volta che farà controllare il suo cellulare da un esperto, in meno di un'ora risaliranno a me e te!" affermò Dennis senza ottenere una risposta.

Marco continuò a stare zitto. Aveva una faccia stranita. Stava osservando attentamente Dennis, il quale rimase in silenzio per cercare di capire cosa stesse pensando in quel momento.

Si avvicinò a lui, continuando ad osservarlo nel dettaglio.

"Ma io ti ho già visto da qualche parte o sbaglio?"

"Cosa?! Si certo a scuola...non mi conoscevi prima"

"No...non lì..." disse continuando a fissarlo.

D'improvviso mise il piede destro sopra quello di Dennis, il quale cominciò a sudare per via del terrore che gli era salito da quel semplice gesto.

"Stai attento a quello fai..." concluse andandosene.

Dennis cadde sulle ginocchia chinandosi in avanti, appoggiando le mani per terra.

Si sentì con le spalle al muro. In trappola e senza via di fuga: realizzò in un microsecondo che Marco avrebbe potuto spingere Dennis tenendogli fermo il piede. Si sarebbe spezzato qualche osso nella caduta.

Da quel momento, per lui sarebbe iniziato un incubo.

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<<Andò al parco quindi?>>

<<Sì. Tornai, ma questa volta ero da solo. Ho il vizio di tornare nei posti che un tempo mi rendevano felice. Quel parco mi diede gioia. In passato. Stetti di fronte allo stesso punto dove io e Samuele eravamo seduti. Sul prato. Senza ombra, in mezzo al sole. Era inverno, per cui non sentivamo caldo. Quel giorno il sole era coperto e vedere quel punto vuoto mi rattristò. Lui non c'era e non sarebbe di certo apparso all'improvviso>>
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Lui non c'era. E di certo non sarebbe apparso all'improvviso.

Questa frase mi ronzava in testa di continuo. Il problema era sapere che era vero. Non c'era perché era impegnato con Dennis. Lo avevo visto poco prima.

Ancora una volta Uroboro vinse su di me.

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