#14 - Forti timori

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"Che hai Denny?"

"Niente Samue'. Mi ha chiamato mia madre. Devo tornare subito"

"Che hai combinato?"

"Ti spiego tutto domani"

"Va bene".

In realtà Dennis doveva incontrarsi con Marco. Lui era parcheggiato in una strada che porta alla campagna, dove passavano pochissime auto, specie di sera. Dennis, una volta aver visto la macchina parcheggiata, ci entrò

"Ciao Marco" disse con una voce impaurita

"Fammi vedere che hai fatto"

"Okay. Guarda qui. Questo è il profilo pubblico di Samuele"

"Sbaglio o è leggermente diverso da come l'ho visto l'ultima volta?"

"In questi mesi ho effettuato alcuni photoshop di lui che fuma con Umberto e gli altri"

"Notevole. Peccato che le foto di per se non bastano"

"Ho pensato anche a questo. Andando in classe con lui e parlandoci ne ho approfittato per registrare la sua voce. Analizzandola, tagliandola e combinandola con altre frasi ho ottenuto questa sequenza di parole in cui dice di volere un'altra canna per esempio, o che vuole andare a puttane. Insomma, tutte cose che non gli fanno onore. Inserirle nel suo profilo è stato facilissimo. Mi è bastato lavorare sul server del..."

"So già che sei un hacker. Le spiegazioni tecniche non mi interessano"

"Comunque Marco, in poco tempo la nomina si rafforzerà. Ha già perso la fiducia della madre. Quando sono andato a casa sua era particolarmente infuriata. Pensa se vedesse questo"

"Okay ma quando si accorgerà che qualcuno lo ha hackerato?"

"Finché starà in casa sua non lo saprà mai. Ho fatto in modo che solo lui non possa vedere le mie modifiche. A noi serve solo che gli altri dicano che è solo un povero tossico. Questo farà cambiare idea a Tommaso se vede che tutti gli sono contro"

"Beh, mi hai impressionato. Ora dimmi in che modo vuoi che sua madre si fidi di te"

"No Mark. Mi interessa ancora lui"

"Ma guarda...ti interessa davvero alla fine. Eri partito con un'idea e adesso la cambi? Fai come vuoi, ma lascia che ti dia un consiglio. Se vuoi portare un piano fino alla fine prima si studia e poi lo si esegue esattamente come lo hai strutturato. Le modifiche sono solo un'idea causata da un imprevisto che ti fa pensare in modo contrario . È proprio questo che ti farà affondare"

"Non mi aspettavo avessi una mente tanto contorta. Ragioni come un computer"

"Se hai finito te ne puoi tornare a casa. Sono stanco"

"Okay Mark, ci vediamo domani".

Il giorno dopo, l'intera scuola aveva visto il profilo di Samuele. Lui non era al corrente di niente. Il piano era studiato per funzionare solo durante la sua assenza.

Io sentivo le voci dei ragazzi nell'atrio della scuola, fuori il piazzale e persino in bagno. Non tutti parlavano di lui. Ma quando lo facevano, chi era come Umberto ne parlava come fosse un eroe. Gli altri erano disgustati. Questo mi faceva riflettere su quanto il modo di vedere le cose sia fondamentale. Anche se fosse stato tutto vero, volevo parlarne con lui.

Marco era davanti alla porta della classe ad aspettarmi. Quel giorno quando lo vidi e tirai gli occhi all'insù. Non ce la facevo a guardarlo. La solita sensazione di vedere la stessa persona era viva e insopportabile. Pensai che sarei scoppiato prima o poi. Ma quando questo poi?

"Tomma' hai visto che si è messa quella di diritto?"

"Si si" dissi svogliatamente

"So che stai così per Samuele. Anch'io ho sentito le voci che girano. In fondo è meglio averlo scoperto"

"Già...cosa voleva il ragazzo di ieri? Quello che entrò in bagno"

"Oh niente di particolare. Voleva sapere se era possibile fregare la prof sua di italiano"

"Ed è possibile?"

"Che ce ne frega. È sua non nostra"

"Già. Scusami devo andare un attimo in bagno, tanto suona tra cinque minuti"

"Okay" rispose Marco guardandomi stranito.

Andai in bagno, chiusi la porta del gabinetto e cercai il numero di Samuele. L'ansia mi fece dimenticare di premere direttamente sulla lettera a destra per trovare il contatto, bensì scorrevo i nomi fino a trovare il suo.
Feci partire la chiamata. Ogni squillo senza risposta mi faceva sudare freddo. Contai il primo, il secondo, il terzo e ancora niente, il quarto, il quinto e dopo il sesto partì la segreteria. Ero abbastanza preoccupato. Avrei passato le cinque ore di scuola più brutte di sempre in attesa di poterlo vedere.

Nel frattempo Dennis, essendo rimasto a casa, accese il suo portatile circondato dal buio più totale. Solo la luminosità dello schermo illuminava la sua faccia.

Davanti a sé aveva il video in tempo reale delle telecamere presenti nel luogo di lavoro della madre di Samuele. Vedeva uomini e donne in divisa davanti ai monitor. Osservò con attenzione Rossana, voleva vedere se sulla sua scrivania c'era la penna che le aveva dato fingendo fosse quella di Samuele. Erano passate le cinque ore scolastiche e Marco, tornato a casa sua lo chiamò

"Marco dimmi pure"

"Tommaso si incontrerà con Samuele"

"Come lo sai?"

"Lo conosco. Mi ha detto che stasera saremmo usciti. Sono sicuro che prima andrà da lui. Non ha parlato per tutta la giornata"

"Cosa vuoi che faccia allora?"

"Hai accesso alle telecamere di casa sua?"

"Non ancora. La porta dello stanzino era chiusa. Ancora qualche minuto e ce l'avrei fatta"

"Vacci ora e fallo"

"Adesso?! E se arrivasse Tommaso?"

"In quel caso potrai dirmi quello che si dicono se non dovessi riuscire a collegarti al sistema di sorveglianza...non ti pare?"

"E va bene Mark...vado subito"

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