#10 - Alleanze

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《Il giorno dopo quel bacio, partii da casa intenzionato a chiudere il rapporto con Marco nella maniera più tranquilla possibile. Pensavo stesse male. Come potete ben immaginare questo non avvenne》

《Marco la minacciò?》

《Lo avrei preferito, almeno avrei visto la sua vera faccia, bensì usò l'astuzia. Avvicinò a sé altri studenti dei primi anni promettendogli, come fece con Edoardo, di fargli alzare la media se lo avessero aiutato. Erano prede facili. Gli studenti più grandi avevano già capito il giochetto》

《E lo credettero? Come poteva mantenere una promessa simile?》

《Marco, oltre ad essere il rappresentante d'istituto è un vero collaboratore dei docenti a tutti gli effetti. Vi ho già spiegato che lui aveva accesso ai computer dei professori, che molto spesso dimenticavano di fare il logout dal portale dei voti. Sfruttando questo avrebbe modificato i voti degli altri. Già questo signori, è un reato》

《Nessuno dei docenti si è mai accorto di nulla?》

《No. Marco è ai loro occhi l'esempio più adatto del bravo ragazzo.》

《Prosegua》

《Quella mattina la prima persona che cercai fu Samuele. Volevo chiedergli consiglio. Non lo trovai poiché il caro Marco aveva detto a un paio di ragazzi della classe di Samuele di parlare con lui, distrarlo, fare in modo che io vedessi solo lui. Puntava sulla mia insicurezza. Se non c'era lui al mio fianco, per Marco, io ero facilmente manipolabile》
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Camminai per il piazzale della scuola per più di dieci minuti nel tentativo di trovare Samuele. Ero l'unico ragazzo che gli altri vedevano camminare da solo. Vedevo gruppi di amici. Nessuno che rimaneva solo, in disparte. Io mi sentivo lo sfigatello della scuola, almeno prima di conoscere Samuele. Da quel momento anche se di amicizie ne avevo ben poche, anzi direi proprio zero, mi sentivo bene. Ho sempre pensato che nonostante gli eventi negativi, se una persona è a posto con sé stesso, allora, tutto diventa più facile. Dopo tanto tempo di sofferenza, avevo recuperato la lucidità mentale.

Di Samuele non c'era traccia. Avevo guardato dappertutto ma niente. In lontananza vidi Marco parlare con Edoardo. Mi chiedevo come facesse a stargli dietro. Non ha carattere. In ogni caso, la mia mente si focalizzava sul chiarire la questione.

Mi avvicinai. Ero calmo e deciso. Iniziai a parlare

"Marco possiamo parlare da soli? Scusaci Edoardo"

"Si certo Tomma".

Andammo in un angolo del padiglione lontano da tutti

"Senti Mark, non so come dirtelo...mi hai aiutato in questo periodo e ti ringrazio. Sul fatto di cui abbiamo parlato ho riflettuto parecchio e purtroppo credo di non provare più le stesse cose per te"

"Sul serio?"

"Si, ma rimarremo sempre grandi amici. La mia idea su di te non cambia. Per me sei una persona importante"

"Dai Tomma' sul serio stai dicendo?"

"Si Mark so che ci stai male, ma per me è meglio dirti la verità"

"Ti piace un altro, vero?".

Non ero pronto a dirgli di Samuele. In poco tempo riuscì a colpire il mio punto debole.

"No Mark, ti ho detto questo per chiarire ed evitare di stare male ancora"

"Tomma' smettila di dire cazzate. È impossibile che mi vieni a dire una cosa del genere se non hai qualcun altro. Ti conosco bene. Tomma, non è che di mezzo c'è quel ragazzo che hai conosciuto?"

"Mark fidati di me"

"Tomma' io ti credo e lo sai. Però da un po' stai dando i numeri. Io non ti ho parlato e non ho toccato questo argomento perché preferisco che te lo risolvi da solo. Tu sai quello che hai in testa. Quel ragazzino ti ha messo in testa un mucchio di stronzate. Lo conosci da poco Tomma stai attento a queste persone. Ricordati che stanno più stronzi e infami che brave persone, forse non ti è entrato in testa. Attento a chi dai fiducia perché sono proprio loro che ti pugnalano per primi"

"Samuele è un bravo ragazzo Mark non c'entra niente"

"Ci sta che hai dubbi. Ti capisco. Se fosse vero quello che dici per me non ci sarebbero problemi. Ti lascerei andare. Però io tengo a te Tomma'. So che ogni tanto te ne vieni con questi pensieri strani".

Pensai che in fondo potevo aver preso un abbaglio. Da un lato mi sentivo in colpa, dall'altro un po' sollevato perché la situazione poteva risolversi. Per me le parole di Marco contano, come conta gli anni di conoscenza. Decisi di aspettare e di vedere come sarebbe andata la situazione. Insomma, mi misi nelle sue mani.

"Stasera ti porto in un posto che conosco. Solo noi due" disse Marco

"Non so Mark non me la sento"

"Fidati. I dubbi che hai spariranno"

"Ne riparliamo dopo, ora è tardi".

Entrai nel padiglione svogliato. Ero convinto sarebbe stata una bellissima giornata.

Nel frattempo Marco vide un ragazzo della classe di Samuele, Umberto, che stava per entrare nel padiglione. Lo fermò prendendolo per un braccio poco prima che varcasse la porta

"Marco! Che cazzo fai? Fammi entrare, è tardi!"

"Non ti preoccupare, parlerò con la tua prof"

"Che vuoi?"

"Mi serve un favore"

Anime MulticoloreWhere stories live. Discover now