#45 - Uno contro l'altro

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"Dai Samuele guardalo!" sussurrò Angela

"Non ce la faccio"

"Vedi che ti ha notato...ha fatto una faccia..."

"Se lo guardo mi metto a piangere"

"Samuè...riprenditi...lo sai che devi fare"

"Non ce la faccio...non ho il coraggio" disse con voce disperata

"Calmati per favore...fai finta che non sei tu a parlare...immagina di essere un altro".

Marco si siede di fronte a me notando il mio sguardo perso.

Non si sforza di vedere chi stavo guardando.

"Allora? Iniziamo a bere?"

"Eh? Ah si..."

"Vedo che hai già cominciato"

"Ehm...si visto che non hanno portato ancora gli stuzzichini"

"Vabbe in ogni caso ti devo dire che il bagno là dentro è pulitissimo. Mai vista una roba del genere".

Mi sforzo per guardare Marco, ma ogni tanto il mio sguardo cadeva su Samuele. Non avrei resistito un'intera mezz'ora in più.

Avevo il batticuore.

Cosa pensa ancora di me? Mi ha dimenticato? Se vado da lui, cosa mi risponderà? Sarà gentile? Siamo seri...non posso farlo...ho un ragazzo!

E se ci parlassi "per caso"? Magari facendo cadere qualcosa vicino a lui. Lui sente il rumore, lui mi vede, lo saluto e cominciamo a parlare.

"Tommà, ci sei?"

"Ah si scusa Marco...dovremmo chiamare quello per farci portare le altre cose"

"Sta arrivando".

Solo dopo notai il cameriere che aveva già fatto metà strada verso di noi.

"Ecco ragazzi. Scusate il ritardo"

"Non si preoccupi" rispose Marco.

Ecco! L'ho guardato ancora! Ora basta. La devo smettere.

Bevo quello che rimane nel calice.

Avevo estremo bisogno di calmarmi dall'agitazione che provavo.

Non so descrivere questa sensazione. È come se lo vedessi come un sogno che si avvera. Dopo tanto tempo passato a pensare e ripensare, quella persona diventa reale da un giorno all'altro. Penso sia questa la spiegazione più logica.

"Marco, devo andare un attimo in bagno scusami"

"Serio? Che hai? Non ti senti bene?"

"È il vino...avevi ragione...scusami non ce la faccio".

Mi alzo di colpo facendo sbattere lo schienale della sedia contro il muro.

Lo guardo ancora....mi ha visto! Si è girato cazzo, mi ha guardato!

Il mio stomaco era completamente impazzito.

Cammino velocemente facendo finta di niente.

Mi starà guardando ancora? Mi ha riconosciuto?

Fortuna che il bagno è distante da lui.

Ci entro aprendo con foga la porta.

Per fortuna è vuoto. Ci sono tanti lavandini uno accanto all'altro.

Mi appoggio sul primo guardandomi allo specchio. Gli occhi mi stanno diventando rossi.

Senza più il controllo di mè stesso, comincio a piangere con la testa china.

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