#11 - Cattive amicizie

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Quello stesso giorno, Samuele aveva fatto nuove conoscenze. Erano tutti in combutta con Marco. Avevano parlato con lui durante la giornata, lo includevano nelle conversazioni e alla fine, seguendo le direttive di Marco, lo invitarono ad uscire.

Arrivò la sera. Si incontrarono tutti e cinque ad un parchetto scarsamente illuminato. Camminarono per qualche ora tra discorsi su ragazze, moto, discoteca e altro. Discorsi a cui Samuele non interessavano particolarmente, ma era un tipo sociale. Non era la prima volta che aveva a che fare con questo genere di persone. Di certo, non si era neanche mai trovato in mezzo ad un complotto simile. Fatto sta che a loro interessava solo della ricompensa di Marco. Non badavano ad altro che questo.

Dopo qualche minuto, Alberto, Giovanni, Ludovico, Francesco e Umberto, entrarono in un vicoletto. Samuele aveva già immaginato che avrebbero iniziato a fumare ininterrottamente. In effetti fu così. Dopo avere tirato fuori pacchetti di sigarette e buste di tabacco con annesse cartine e filtri, le accesero e in prima che tutti e quattro avessero finito di leccare la cartina con il tabacco inserito, la nube di fumo era già creata. Samuele si sentiva a disagio. Ogni tanto si girava per non respirare quei fumi ma se ne sarebbe dovuto andare per riuscirci

"Samuè vuoi fare un tiro?" disse Umberto, il più tossico tra i quattro. Era vestito con il classico giacchettino grigio con cappuccio e jeans strappati alle ginocchia. Le sue dita erano tendenti al marrone proprio in corrispondenza di dove viene tenuta la sigaretta

"No grazie, non fumo"

"Dai un tiro solo! Vedi se ti piace"

"Te lo posso dire da qui, tranquillo"

"Hai mai provato?"

"No e non sei il primo che me la offre"

"Non fare il secchione di turno"

"Ripeto, non preoccuparti"

"Come vuoi" concluse girandosi verso gli altri facendo cenno con la testa come ad indicare il secchione e perfettino del gruppo.

Quando la nube di fumo sparì, era già l'una di notte

"Oh, Samuè vediamoci domani alla stessa ora"

"Ti faccio sapere"

 Samuele ringraziò il cielo che Umberto non avesse ancora la patente. Fu costretto a tornare a piedi. Aveva i vestiti che puzzavano di fumo. Avrebbe spruzzato del deodorante per evitare di dare spiegazioni ai suoi genitori.

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<<Immagino non furono ragazzi selezionati a caso>>

<<Vedo che cominciate a comprendere il quadro della situazione. Quello che ancora non avete capito è la nomina che Marco voleva addossare a Samuele. La nomina del tossico, del cattivo ragazzo, della persona da cui stare alla larga. La cosa che più mi fa rabbia è che questo suo piano malato, andò proprio come aveva previsto...>>

<<Ha detto che Marco l'avrebbe portata in un luogo che conosceva bene, per recuperare il vostro rapporto, giusto?>>

<<Si esatto, ma non fu niente di particolare. Quali posti poteva mai conoscere? Mi portò al cinema a vedere un film degli anni '90. Lo guardai a forza. In seguito parcheggiammo in una strada buia. Ci baciammo per una manciata di minuti. Mi sentivo anche in colpa perchè non provavo assolutamente nulla. Ripensandoci oggi, ne vado fiero>>

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Il giorno seguente, ero intenzionato a parlare con Samuele per spiegargli tutto quello che era successo. Non lo vedevo da un giorno.

Mi svegliai prima del solito e a gran velocità raggiunsi la scuola. Esattamente come il giorno precente, mi guardavo attorno per cercare Samuele. Sentivo un gruppo di ragazzi che parlavano di me. Mi girai verso di loro per capire

"Chi cerchi? Il tuo amico biondo?"

"Lascia stare" disse un altro

"Tomma se vuoi fare un tiro chiedi a me".

Non capivo ancora di cosa stessero parlando. Cosa era successo la sera prima? Per questo non riuscivo a trovarlo? Cosa c'entrano le sigarette con lui? Mi stavo scervellando, ma ancora non capivo.

Nel frattempo Marco parlava in disparte con Umberto vicino alla porta d'ingresso

"Che è successo a quell'imbecille? Non viene oggi?"

"No Marco. Mi ha scritto che la madre ha sentito la puzza di fumo sui vestiti. Non è riuscito neanche a coprire l'odore. Era piuttosto arrabbiato" rispose Umberto

"Ha fumato?"

"Non c'è stato verso di convincerlo. Anzi non credo che uscirà ancora con noi"

"Non me ne frega un cazzo di quello che pensi. Fallo uscire ancora con voi, sforzatevi di farlo fumare quella merda che vi piace tanto. Fatevi delle foto, mettetele dove vi pare" disse Marco arrabbiato

"Ho capito ma tu che mi dai in cambio?"

"In quale materia sei messo peggio?"

"Italiano"

"Hai la Russo, vero?"

"Sì"

"Meglio. Quella è vecchia e sta per andare in pensione. Ti cambio i voti sul portale"

"E se quella si accorge che sono diversi da quello che ha scritto sul foglio?"

"Quando ti consegnerà la prossima verifica cambia il voto e fammi sapere quale hai messo così lo inserisco nel portale. Ti darò la stessa penna rossa che usa lei"

"Beh sarebbe strano se un otto avesse tanti segni rossi di correzione"

"Quella non riguarda mai i compiti una volta corretti. Si dimentica di tutto. Te lo posso garantire. L'ho osservata per bene"

"Okay, va bene. Ridimmi un po' il fatto di Samuele"

"Okay. È molto semplice devi solo..."

In quel momento arrivò Tommaso

"Marco! Che cazzo stai facendo?"

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