#15 - Spionaggio sofferto

34 2 2
                                    

Una persona qualunque penserebbe che entrare in un appartamento al quarto piano e superare una porta blindata sia impossibile.
Dennis non partiva mai con questa idea. La prima cosa che pensava, se non era in grado di hackerare un qualcosa era di raggirarlo.
Attuò proprio questa sua seconda scelta. Salì al piano tramite l'ascensore e, senza marchingegni da film di spionaggio con annessi attrezzi di scasso, suonò il campanello.

Samuele aprì dopo poco la porta

"Ehy Denny che ci fai qua?"

"Beh uno ti devo dare i compiti di oggi e due, devo dirti di Tommaso"

"Tommaso? Che c'entra?" rispose facendolo entrare. Chiuse la porta ed entrarono nella sua stanza.

"Samuè ascolta, Tommaso non sta affatto bene in questo periodo"

"Perché? Gli è successo qualcosa?"

"No. Ho solo notato che è parecchio giù. Oggi non ha parlato con nessuno"

"Dici che sta così per me?"

"Mi sembra evidente. Perchè non provi a parlargli?"

"Oh, d'accordo. Ma non penso di trova...".

Il videocitofono squillò prima che Samuele riuscì a finire la frase.

"Denny non te la prendere, ti devo lasciare un attimo da solo"

"Stai tranquillo. Vai da lui".

Uscito da casa, senza aprire il portone, scese le scale a gran velocità. Non era in grado di aspettare l'ascensore.

Una volta uscito, mi cercò con gran fretta. Si girò intorno, ma niente. Si mise in mezzo alla strada. L'ansia e la paura di non trovarmi lo assalivano. Proprio quando stava per rinunciare mi vedette. Ero di spalle, pronto per tornare a casa dopo l'ennesimo tentativo fallito di vederlo. Mi corse incontro. Ogni metro in meno era un sollievo per lui.

"TOMMASO!!"

Mi girai di scatto.

"Samuele?!".

Quando mi raggiunse, aveva il fiatone. Lo immaginavo a casa sua con in testa tutti tranne che me. Fui felice nel capire che non era così.

"Samuele, io...non ce la faccio più" le lacrime bagnavano le mie guance. L'effetto che facevano i miei occhi quando li chiudevo anche solo per un secondo era lo stesso di quando si strizza uno straccio bagnato, e per quell'istante vedevo sfocato.

"Che ti è successo?".

Non riuscivo neanche a rispondere, corsi verso di lui, anche se ci separava un metro, e lo baciai con tutta la foga che avevo. Lui mi strinse fra le sue braccia. Era morbido. Neanche mi ero accorto di aver chiuso gli occhi. E neanche mi accorsi che tutta la tensione accumulata, tristezza e disperazione erano svanite. Era come se non fossi più mè stesso. Mi ero abituato a soffrire così tanto, ma le labbra morbide e carnose di Samuele mi fecero ricordare di quanto si può essere felici.

Il bacio durò qualche minuto. Ignorando le persone che passavano. Gli strinsi le braccia intorno al collo e inclinai la testa a sinistra. Le nostre labbra erano giunte a croce. Ero eccitato e considerando la foga che aveva anche lui ero sicuro che provava la stessa cosa.

"Dennis!" disse Marco una volta partita la chiamata con lui

"Si Mark ho quasi fatto qui. Ti metto in vivavoce così non devo tenere il telefono in mano e potrai seguire in tempo reale" rispose Dennis rimasto da solo in casa di Samuele.

Si guardò intorno, vide alcuni cassetti e li aprì. Trovò una spatola.

"Che cazzo stai facendo?"

"Mark la porta è chiusa a chiave. Solo la madre ce l'ha. Sono sicuro. Non potrei aspettarmi altro da una guardia giurata"

"Mi piace come l'hai studiata. Hai previsto questa sua mossa. Sei quasi come me. Sottolineo il quasi. Comunque, che hai intenzione di fare?"

"I cardini di questa porta sono abbastanza semplici. Il perno si può estrarre. Lo avevo previsto. Di solito li fanno sempre così. Rosanna ha fatto un errore a mettere il registratore qui dentro".

Con tutta la sicurezza che aveva, prese la spatola, posizionò l'estremità piatta nella minuscola fessura del perno e, con colpi decisi al manico di legno, riuscì ad estrarlo.

Non poté trattenere un ghigno. Non c'era cosa più gratificante per lui che vedere un piano andare come aveva pensato.

Fece la stessa cosa con l'altro perno.

"Okay Mark, la porta è scardinata! Ora la tolgo"

"Genio, fai in fretta! Non sai quando può tornare quel frocetto represso"

"Si Mark".

Prese la porta con braccia aperte, tirò leggermente avanti la parte destra dove aveva tolto i cardini e poi slittò la porta a destra. Non poteva tirarla semplicemente avanti, poiché il chiavistello era infilato nel muro e avrebbe potuto lasciare qualche segno dello scardinamento. Una volta estratta la porta, la appoggiò sul muro.

Dennis vide davanti a sé il registratore illuminato solo dai suoi stessi led. Sapeva già cosa doveva fare.

Dopo qualche minuto era già pronto.

"Marco!"

"Che c'è? Sono tornati quei due per caso? Se è così ti conviene nasconderti da me"

"No tranquillo. Ho finito il lavoro. Ora saremo in grado di vedere questo appartamento anche dai nostri cellulari!"

Anime MulticoloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora