CAPITOLO 114

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Ad ogni passo sembrava che i nostri piedi sprofondassero sempre di più nel terreno molle.

«Meglio non proseguire di qua.» La guardia imperiale si arrestò quando vide la sua caviglia scomparire nel suolo.

Tentò di liberare il piede, ma non fu così facile e perse l'equilibro, cadendo all'indietro.

«Merda.»

Gli porsi una mano, nel tentativo di aiutarlo a liberare il corpo.

«Grazie.» Disse accettando il gesto e sporcandomi il palmo di quella sostanza viscida.

Iniziai a tirare, sbilanciandomi indietro, ma i residui di quello strano terreno sulle nostre mani rendevano la presa più scivolosa.

Gli afferrai il gomito con l'altra mano, mentre lui si attaccò alla mia spalla, e finalmente iniziai a sentire il suo corpo sbloccarsi.

«Forza!» Lo incitai a denti stretti.

Con un ultimo e deciso strattone il corpo della mia guardia fu finalmente libero, ma questa volta fu il mio piede a venire risucchiato, facendomi sbilanciare all'indietro.

Caddi, tirandolo con me.

«Tutto bene?!» Disse lui, lo sguardo apprensivo fisso nel mio.

Annuii, cercando di ignorare quanto i nostri corpi fossero vicini ora che lui era sopra di me.

Ci fissammo in silenzio, abbastanza da far diventare quella situazione più imbarazzante di quanto già non fosse.

«P-potresti alzarti?» Chiesi infine. «Non riesco a muovermi con te sopra.»

In quel momento vidi Rubyo sgranare gli occhi, come se si fosse appena risvegliato da uno stato di trance.

«S-si.» Disse, per poi scattare all'indietro, dimenticandosi però completamente di essere intrappolato in quella sostanza viscida.

Con la stessa spinta che ci aveva messo per cercare di sollevarsi, fu bloccato e tirato in avanti, andando inevitabilmente a sbattermi contro.

Questa volta però l'impatto fu così forte che l'intera mia testa fu risucchiata da quella strana densa mucosa per qualche secondo.

Riemersi all'istante boccheggiando, mentre il cuore in petto batteva all'impazzata. Per un momento avevo temuto che sarei rimasta bloccata in quella posizione, morendo asfissiata.

«Lyra!» La guardia usò il gomito per ripulirmi gli occhi ed il volto con quel pezzo di tessuto ancora pulito. «M-mi dispiace tantissimo.»

Riaprii lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre più volte.

«Tutto bene?» Mi fissava con le sopracciglia corrugate in uno sguardo pieno di apprensione e sensi di colpa.

«È-È stato disgustoso.» Dissi infine, non riuscendo a trattenere una risata.

In quello stesso istante anche la sua espressione cambiò: le rughe espressive sulla fronte scomparvero, le sopracciglia si distesero e le iridi persero la cupezza accumulata.

I suoi occhi erano sempre stati così verdi?

«Credo me ne sia finito un po' nel naso...» Ammisi ridendo, cercando di soffiare via la sostanza.

In quello stesso istante sentii un pizzicore che mi costrinse ad arricciare il naso. L'attimo dopo avevo starnutito in faccia a Rubyo.

Sgranai gli occhi. «Scusami!» Volevo sotterrarmi... più di quanto già non lo fossi.

Mi guardò impassibile, con un'espressione incredula dipinta sul volto.
Poi i suoi occhi si fecero più piccoli e l'intero volto si distese in una fragorosa risata.

«Ti prego-» Non riusciva a parlare tanto rideva. «-mi fa male la faccia!»

Quando riuscì a riaprire gli occhi, vidi un accumulo di lacrime alla base dei suoi occhi.

L'imbarazzo e la vergogna passarono completamente e non riuscii a non ricambiare la risata.

Quella scena mi aveva scaldato il cuore, ma provavo ancora uno strano vuoto dentro di me che la mia memoria non poteva colmare.

«Non preoccuparti.» Disse infine, asciugandosi una lacrima sulla manica. «Hai fatto di peggio.»

«Peggio? Esiste qualcosa di peggiore?!»

«I primi tempi, dopo essere scappati da Palazzo, ti sei ammalata più volte mentre cercavi di abituarti al nuovo stile di vita. Allora le ho provate tutte pur di farti mangiare le erbe curative. Il mio errore è stato mischiarle al cibo...»

«No!» Intervenni già immaginando il seguito.

«E invece si!» Disse lui, sempre con il sorriso stampato in volto. «Ci ho messo due giorni a togliermi quell'arrosto di lepre dai capelli.»

Rimasi a bocca aperta, a metà tra lo scioccato e il divertito. «Mi dispiace tantissimo!»

La guardia si accigliò scherzosamente. «Mh, non ne sono così sicuro. Vedi questa?» Inclinò la testa leggermente di lato, mostrandomi una piccola cicatrice vicino l'attaccatura dei capelli. «Me l'hai fatta tu, tirandomi contro un sasso per averti mentito.» Si fermò un attimo, come a rivivere quel ricordo, un tempo comune. «Riconosco di essermelo meritato, era il periodo in cui più avevi bisogno di persone di cui fidarti.» Per un breve istante nei suoi occhi tornò quel velo cupo che li aveva caratterizzati fino a quel momento. «Ma quanto hai pianto poi... ti sentivi così in colpa. Da quel giorno in poi non ti sei mai più lamentata e io non ti ho mai più nascosto nulla.»

Il sorriso non era mai scomparso dal suo volto, ma mentre parlava la sua voce era lentamente diventata sempre più malinconica e i suoi occhi sempre più tristi. Riuscivo a sentire la sincerità di ogni sua emozione e come fosse legato ad ogni nostro ricordo.

Mi sentii terribilmente in colpa.

«Scusa, Rubyo.» Mi guardò e il sorriso gli scomparve dalle labbra in un istante. «Mi dispiace così tanto per averti lasciato solo.» Sentivo un pizzicore agli occhi, e questa volta ero sicura non si trattasse di residui di quel terreno viscido. «Tu hai abbandonato tutto per me. Sei stato la mia spalla su cui piangere e farmi forza per tutti questi anni. Hai fatto in modo di prenderti sempre cura di me, hai fatto in modo che non mi sentissi mai sola... ma tu? Quando le cose si facevano difficili per te, quando sentivi il bisogno di piangere, di sfogarti, quando stavi male o avevi bisogno di conforto, tu come facevi?»

Una lacrima mi rigò la guancia. Rubyo ne seguii la traiettoria con lo sguardo, poi, senza mai fiatare, tornò a fissare i suoi occhi nei miei.

«Ora capisco tutta quella rabbia, tutte quelle parole... ti sei solo sentito perso. Per un momento, hai creduto davvero di essere rimasto completamente solo, che tutti quegli anni di sacrifici fossero stati vanificati...» Mi asciugai la lacrima con la parte di manica ancora pulita. «Ora capisco perché ho deciso di rinunciare a tutti i nostri ricordi per salvarti la vita. Lo capisco, e lo rifarei ancora. Altre dieci, cento, mille o un milione di volte. Non è stata solo una questione di ricambiare il favore. È stato molto di più. I nostri ricordi insieme? Non ne ho bisogno. Per ogni ricordo perso ne creeremo il doppio. Ma questo solo se tu ci sei. È di te che ho davvero bisogno.»

«Ti amo.»

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now