CAPITOLO 154

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Sapevo quanto prolifera fosse quella Tribù, eppure realizzai veramente quanti membri appartenessero ai Rayag solo quando raggiunsi il luogo dell'assemblea. 

Appollaiati sui rami più protrudenti e scarni degli alberi circostanti alla grande quercia, si nascondevano nella penombra del fogliame delle appendici superiori, folte.

Immobili e in silenzio, con il viso nascosto dietro i teschi delle loro maschere e in attesa che Nai Nai cominciasse il suo discorso, solo gli scuri mantelli pendenti nel vuoto rivelavano, mossi dal vento, come quelle non fossero statue, ma esseri viventi.

Cercai una chioma cremisi in quella foresta di ossa, ma non riuscii a trovare Thui da nessuna parte.

Un improvviso fruscio di foglie cadute, attirò la mia attenzione.

In un'altra situazione non l'avrei distinto, ma in quell'assordante silenzio le mie orecchie trovarono sollievo in quel flebile suono.

«Signor-»

Si sentì, prima che Dollarus mise a tacere uno dei suoi uomini.

Il raro rossore che riconobbi sul viso dell'omino e la sua postura instabile, mi fecero capire come avesse appena scampato una brutta caduta.

Trattenni una risata strozzata e, per un istante, quasi dimenticai i pesi che mi opprimevano il petto, che però tornarono poco dopo, facendo sbiadire il sorriso sulle mie labbra.

Con un cenno del capo feci segno a Gideon di portarmi al fianco di Dollarus e, giusto il tempo di raggiungerlo e prendere posto, Nai Nai cominciò il suo discorso.

«Molti già sapranno il motivo per cui ho richiesto la vostra presenza quest'oggi.»

La sua postazione era decisamente più comoda e stabile della nostra, seppur meno spaziosa: seduta, su uno dei due troni incisi nella cavità dell'unico ramo spezzato dell'immensa quercia, aveva a stento spazio sufficiente per alzarsi in piedi. 

Con la mano destra stringeva il palmo del nipote, seduto sull'altro trono al suo fianco, mentre con la sinistra le nocche di Aerin.
Del bastone non c'era traccia.

Mi accigliai, mentre un fremito di terrore mi graffiava la schiena.

Non era tanto la presenza del Kelpie in quella posizione di così tanto rilievo a preoccuparmi, ma la sua espressione.

Aerin era rannicchiata in un angolo del ramo, con la schiena ricurva che seguiva la piega naturale della parete interna dell'appendice dell'albero, così tanto stretta, che probabilmente si sarebbe sentita più libera nella prigione del palazzo nella quale era stata rinchiusa per chissà quanto tempo. 

Eppure il suo volto era radiante.

Non l'avevo mai vista così, neanche quando aveva riabbracciato Gideon per la prima volta dopo tanti anni.

«Cosa ci fa lì mia madre?» Sentii Gideon bisbigliare al mio fianco ma, ancora incredula davanti quella scena, non mi voltai per guardarlo.

«È quello che vorrei chiederti io.» Risposi.

Con la coda dell'occhio, lo vidi scuotere la testa. «Non ne so nulla.»

E la cosa era ancora più preoccupante.

«Mio nipote...» Nai Nai continuò il suo discorso. «...avrà l'onore di sposarsi con un Kelpie e, questo incontro, serve anche per ufficializzare quest'unione.»

Anche?
La situazione iniziò ad insospettirmi ancora di più.

Aspettai che la vecchietta proseguisse, ma al posto della sua voce, il mio orecchio sentì prima dei sussurri, vicini.

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now