CAPITOLO 122

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«Voi... ricordate ora, vero?»

Rigirai lentamente la testa, ritrovandomi per la prima volta a guardare l'omino dal basso verso l'alto.

«Si. Ricordo tutto.»

Fissai per un po' il vuoto, dando tempo alla mia mente di processare tutti quei ricordi, poi aggiunsi: «Come?»

Fissai Dollarus, nella speranza che potesse, ancora una volta, chiarire i miei dubbi. E infatti la mia speranza fu ben riposta.

«Ho una teoria.» Iniziò. «Anzi, ne sono abbastanza sicuro.» Si piegò sul corpo di Rubyo, al mio fianco. «Ho notato che siete stati scottati entrambi.» Disse, mostrandomi una bruciatura sulla sua pelle, poco distante dalla clavicola.

In risposta, mi portai la mano sul collo, dove ero certa di essere stata raggiunta da una lingua di fuoco nonostante non avessi effettivamente visto la scottatura.

«Il mio fuoco è lo stesso delle Fyrae.» Dollarus si sollevò dal corpo di Rubyo, tornando a guardarmi negli occhi. «È possibile che abbia fatto nuovamente da tramite per i vostri ricordi, ancor di più considerando che siete stati scottati insieme.»

Mi accigliai, non ancora del tutto convinta di questa teoria. «Ma il procedimento è stato completamente diverso!»

Dollarus annuì. «Ne sono consapevole, Principessa, ma il risultato è sempre lo stesso. È il fuoco ad essere importante, non il modo in cui entra a contatto con la persona. Nell'Isola d'Inverno ho preferito farvelo bere, era il processo più indolore.»

«Sapevi che riespormi al fuoco mi avrebbe fatto recuperare i ricordi?» 

Scosse la testa. «Non a tutti capita di dover salvare la vita del proprio compagno passando parte dei propri ricordi.»

Ma di quella risposta, la mia testa aveva captato solo una parola: compagno.

In passato, non avrei ponderato sul significato, dando per scontato che ci si riferisse a un compagno di armi, di avventura... eppure ora, dopo quello che era successo, non ne ero più così sicura.

Con gli occhi privi di focalizzazione, annebbiati dalla vista di un ricordo, mi portai due dita sulle labbra, sfiorandole con i polpastrelli.

Avvampai quando l'immagine di quel bacio sulla nave mi tornò in mente.

Ma se quello poteva essere stato un incidente, la dichiarazione non lo era affatto.

Sentii mancarmi il fiato quando guardai Rubyo privo di coscienza vicino a me.

Per tutti quegli anni, non mi aveva amato come una sorella, ma come una donna.

Sentii il cuore cercare di uscirmi dal petto.

Emisi una risata strozzata.

Come avevo fatto a non capirlo prima? Era così evidente! Ero stata veramente una stupida.

Per tutti quegli anni, in cui lo avevo trattato come un fratello, quanto doveva aver sofferto?
Eppure mi era sempre rimasto vicino, senza mai lamentarsi.

Mi sentii sopraffatta da emozioni a cui non riuscivo a dare un nome, a mettere un ordine. Volevo piangere.

Ripensai a tutte le volte in cui Gideon mi aveva toccata, o perfino baciata, davanti a Rubyo.

Mi passai entrambe le mani tra i capelli, stringendone le radici nei pugni.

«Che stupida!»

Vidi una lacrima abbandonare la guancia e infrangersi sul terreno bruciata sotto di me.

Royal Thief IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora