CAPITOLO 144

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«Vi ho salvato la vita.» Aggiunse poco dopo, tirandomi all'interno. «Ora vi fidate?»

Adesso le sue pupille erano tornate della larghezza normale, umana. 

Una volta al sicuro, mi staccai immediatamente dalla sua presa.

No, ovvio che non mi sarei fidata.

Se mi trovavo in quella situazione era colpa sua fin dal principio. 

E l'emozione sul mio volto dovette risultare molto chiara in quanto, con un'espressione che avrei quasi potuto definire imbarazzo, Thui si grattò la testa, scompigliandosi le lunghe ciocche vermiglie.

«Un incidente dopo un altro... certo che non mi credete.» Accennò un timido sorriso, scoprendo un canino.

Quella reazione mi risultò inaspettata, tuttavia non mi lasciai intenerire e anche l'essere dell'Altro Sole tornò subito serio, facendo corrispondere i nostri umori.

«Ma dovrete credermi se volete che vi porti dai vostri uomini.» aggiunse, ora privo di qualsiasi ironia. «Avete visto anche voi che, senza il mio aiuto, è impossibile scendere da qui.»

Serrai la mascella.
Purtroppo era vero: per andarmene da quel posto sarei dovuta aggrapparmi a lui, ma a quel punto avrebbe potuto portarmi ovunque senza che io potessi oppormi.

Sarebbe potuta essere una trappola, ma tutta quella situazione era paragonabile all'essere in gabbia.

Rinfoderai la daga nello stivale.

Non c'era motivo di minacciarlo con quell'arma. Per lui altro non era che uno stuzzicadenti: durante tutto quel mio temporeggiare avevo avuto modo di notare di come la ferita che gli avessi procurato al braccio si fosse già rimarginata.

A quel mio silenzio, rise. «Siete proprio testarda.» I suoi occhi, color dell'ambra, brillarono divertiti.

Ma più lui si rilassava, più io mi irrigidivo.

Strinsi il pugno lungo la gamba alla consapevolezza di quanto debole gli apparissi.

«Preferisco cauta.» Dissi a denti stretti.

«Va bene, Signorina Cauta

A quella frase, miei occhi scattarono verso l'alto, in quelli di Thui.

Non apprezzai tutta quella confidenza e l'essere dell'Altro Sole parve accorgersene. 

«Non volevo mancarvi di rispetto.» Il sorriso gli si spense in volto. «Mi permettete, allora?» Con un gesto, mi fece segno di salirgli in spalla. «Se davvero avessi voluto uccidervi non mi sarei preso il disturbo di curarvi prima.» Aggiunse, per convincermi ulteriormente.

Pensai a Gideon.
Le avevo già sentite da lui quelle parole.

Avevo i miei buoni motivi per non fidarmi ma, consapevole che non avrei potuto risolvere nulla rimanendo lì, gli salii in spalla, avvolgendogli il collo con entrambe le braccia.

Tutto quel contatto con un'estraneo mi metteva a disagio.

«Vi prego di rafforzare la presa, Principessa.»  E l'attimo dopo, senza alcun preavviso, si lanciò nel vuoto.

Strizzai gli occhi ed il cuore mi salì in gola.

Le braccia si fecero più strette attorno al suo collo mentre l'aria, così pressata in volto, diventava difficile da respirare.

Presto, ci ritrovammo sul ramo sottostante.

«Tutto bene?» Lo sentì dire, come se la risposta potesse essere stata un .

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now