CAPITOLO 128

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«Non salverò mai un cane

Con Rubyo che si stava spegnendo tra le mie braccia, cercavo di trovare la forza per mettere insieme i pezzi di una me stessa oramai senza più certezze.

La Grande Ribellione, come gli umani la chiamavano era in verità la Grande Vendetta, come la conoscevano gli esseri dell'Altro Sole.

Era scoppiata per colpa di mio padre ed era sempre a causa sua se mia madre era morta ingiustamente.

Era stato lui a tradirla, con una Yukionna, facendo nascere Markus.

La famiglia di Coline era stata uccisa da quella di Rubyo, sterminata a sua volta da Aerin, che ora stava terminando il suo dovere.

«Salvalo!» Gridai, mentre le lacrime mi appannavano la vista. «Sei sotto contratto! Te lo obbligo!»

Improvvisamente una scintilla bluastra scoppiò sulla pelle di Aerin.
Poi un'altra.
Ed un'altra ancora.

Presto il suo intero corpo fu scosso da una scarica così forte da farla cadere in ginocchio.

«No! No!» Gridava.

Gli occhi dorati, su un volto ora privo di ghigno.

«Avevi promesso che non l'avresti mai usato!» Si lamentava invano, mentre cercava di opporsi al contratto, facendo solo aumentare di più la potenza delle scariche.

«Mamma ti prego! Salvalo! Salvalo o morirai! Non puoi opporti!»

Gideon cercava inutilmente di farla ragionare, il suo sguardo urlava al suo posto la preoccupazione.

«Lyra!» Mi afferrò improvvisamente le spalle. «Lo farò io. Lo salverò io. Ma ti prego, lasciala andare!» Aveva le sopracciglia inarcate.

Era supplichevole.
Sul punto di piangere.
Avrebbe fatto di tutto. Glielo si leggeva in volto.

«No.» Dissi fredda. Apatica. «Lo deve fare lei.»

Gideon continuò a supplicarmi, ma smisi di ascoltarlo, concentrandomi nuovamente su Aerin.

«Così come lui si è preso le sue responsabilità e ha rischiato la vita per salvarti dopo averti ferita, ora lo farai anche tu.»

Le lacrime non avevano mai smesso di graffiarmi il volto, ma oramai non riuscivo più a percepirle sulle guance bollenti per l'ira.

Così, non potendo opporsi, Aerin cedette, infilandosi le unghie nella carne del braccio fino a farlo sanguinare.

Delle copiose gocce iniziarono a mischiarsi al sangue di Rubyo, facendosi strada nella ferita.

Osservai con attenzione la scena.

La testa mi sbatteva.
Era il cuore che dava il ritmo.
Rapido e costante.

Con il dorso privo di vestiti, riuscii a vedere come la pelle, pian piano, si riavvicinasse, chiudendo la ferita e lasciando solo una cicatrice rosea.

Spostai lo sguardo in quello di Rubyo.
Il suo volto aveva ripreso colorito.

Mi asciugai frettolosamente gli zigomi bagnati.

Iniziò a sollevarsi e notando i suoi movimenti lo aiutai.

Si passò una mano sulla fasciatura imbrattata di sangue fresco, proveniente da una ferita ora inesistente.

«Sto bene.» Disse come tra sé e sé, ancora incredulo, strofinandosi più volte la parte.

Il sospiro di sollievo mi si bloccò nei polmoni quando Rubyo spostò il suo sguardo nel mio.

Deglutii colpevole, distogliendo lo sguardo. Sapevo quello che stava per dirmi.

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now