CAPITOLO 133

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«Disturbo?» Dissi, sedendomi al fianco di Rubyo.

Questo sbatté più volte gli occhi, cercando di svegliarsi dall'assopimento indotto dal vino.

«Lyra! No, no... fai pure.»

Era nervoso.

«Di cosa stavate parlando?» Domandai, facendo finta di nulla.

«Il solito: quanto ci odiamo e come vogliamo ucciderci.»

Sorrisi. In effetti non era del tutto falso. Era una verità solo per metà, esattamente come quelle che gli stavo raccontando io.

«Forse non lo ricorderai...» Iniziò lui. «Ma tra di noi non scorre buon sangue.»

Il suo sguardo si legò al mio.
Non riuscii a reggerlo, costretta dall'unica bugia che ancora mi tenevo dentro a divergere l'attenzione sul mare.

«L'ho notato, in questi giorni.» Dissi solo.

Avrei voluto raccontargli come le cose stessero realmente, ma non volevo rischiare di legarlo a me più di quanto già non fosse.

A quel punto scomparve anche quel sottile velo d'ironia che aveva avvolto la nostra conversazione fino a quel momento.

«Sei sicura di voler rimanere sola con lui?»

Capivo le sue preoccupazioni.
Erano anche le mie.

Sorrisi, ora guardandolo negli occhi. «Non sono sola: ho Dollarus con me e un Kelpie sotto contratto che non può far altro che ubbidirmi.»

Il volto di Rubyo sembrò recuperare un po' di luce.

«Non ho più nulla da insegnarti.»

Malinconico, spostò lo sguardo verso il mare, passandosi la mano sulla nuca.

«Mi mancherai.» Disse all'improvviso, guardandomi di nuovo.

Con un gesto, che un tempo avrei creduto fraterno, mi depositò una mano sulla testa.

«Anche tu.» Risposi.

Lentamente, sentii il suo palmo scendere: sull'orecchio, sulla guancia, sul collo.

Rabbrividii a quel tocco così delicato.

Così come la sua mano, anche il suo sguardo scendeva sempre di più, seguendo i movimenti dell'arto.

Sentii il respiro mancarmi in petto quando vidi i suoi occhi, vitrei per l'alcol, indugiare sulle mie labbra.

Con le emozioni e i pensieri in subbuglio, le morsi impercettibilmente, ma Rubyo sembrò notarlo.

Vidi le sue dischiudersi leggermente, lucide e umide di saliva.

Sentii una strana sensazione iniziare a scavarmi lo stomaco.

Poi, il suo sguardo, risalì nuovamente, fermandosi nei miei occhi.

«Fa male?» Mi chiese improvvisamente, sussurrando, senza che io capissi. «Lo stemma dei Rasseln.» Aggiunse dopo.

Scossi la testa, cercando anche di risvegliarmi da quello stato di ipnosi nel quale ero caduta.

«Deve essere stato davvero un gesto disperato...» Per un momento, non parlò, immaginando quello che avessi dovuto passare, poi aggiunse: «Dov'è?»

Esitante, mi alzai in piedi, sganciando la cintura alla quale era legata la spada. Cadde a terra, producendo un rumore ferroso, ma sordo contro il legno cavo.

Rubyo, ancora seduto, mi guardava con il mento puntato verso l'alto.

Lo vidi deglutire.

Sotto il suo sguardo attento, tirai il tessuto della maglia, liberandolo dai pantaloni.

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now