CAPITOLO 106

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Merda.

Mi ero ferita ed ero svenuta così tante volte, che oramai avevo perso il conto, per non parlare quelle in cui ero stata ad un passo dalla morte.

Ma questa... questa faceva più male di tutte.

Forse perché ero già in pessime condizioni.
Forse perché non me lo aspettavo o, forse, perché era stato Rubyo.

Sapevo che non fosse in sé e questo era ciò che più mi spaventava.

Ero terrorizzata all'idea di risvegliarmi e di avere accanto un corpo vuoto, spento... morto.

Sentii in lontananza la voce di Gideon chiamarmi, ma la ignorai.

Svegliarmi avrebbe significato affrontare la realtà e a quel punto non ci sarebbe più stata speranza che reggesse.

Il risveglio fu come un calcio fuori dal buio.

Boccheggiavo e il dolore mi impediva di parlare, lasciando la mia bocca aperta come ad emettere un suono inaudibile.

«L-Lyra... Lyra sei v- tranquilla, tranquilla. Va tutto bene.»

Non avevo mai visto Gideon in quello stato: mi fissava con gli occhi gonfi e rossi, increduli e tremanti, ma mai quanto le mani che esitavano sul mio volto.

Mi portai la mano al cuore, stringendo il tessuto che mi copriva. Perfino la ferita al fianco diventava un pallido graffio in confronto al dolore lancinante mi opprimeva il petto, mentre i singhiozzi scuotevano il mio corpo intero.

«Rubyo...»La voce mi uscì così spezzata da essere a malapena comprensibile.

«Lyra, Rub-»

«No!» Avevo paura. No, meglio: ero terrorizzata. «Non lo voglio sapere!»

Schizzai in piedi. La ferita pulsò e riprese a sanguinare, ma non mi importava.

«Non me lo dire!» Avevo la gola che mi bruciava e sentivo le vene al collo spingere mentre la pressione alla testa aumentava.

Sentivo il bisogno di vomitare.

Gideon, ancora inginocchiato, allungò entrambe le braccia verso di me in un tentativo di tranquillizzarmi ed invitarmi a sedere.

«V-va bene Lyra, ma ora calmati. Le ferite che ti hanno procurato le ombre di ghiaccio della Yukionna non son-»

Le gambe mi cedettero e colpii con forza l'osso sacro sul ghiaccio.

«Perché mi hai salvata?» Le lacrime non avevano smesso di cadere per un attimo. «Gli avevo promesso che saremmo morti insieme!»

«Stiate tranquilla Principessa, non è morto.» Mi girai di scatto all'improvvisa apparizione di Dollarus. «Certo, non è neppure vivo, ma non si può dire neppure che sia morto.» Gesticolò con teatralità, mentre impugnava il pestello del mortaio che stringeva nell'altra mano.

«Tieni, questo è il resto.» Disse porgendo l'intruglio a Gideon.

A quel punto il flash di un ricordo mi fece scattare.

«Tu!» Scattai in avanti, afferrando con forza il colletto di Dollarus e piegandomi sul suo corpo. «Alla nave, quando mi hai avvisata di stare attenta a chi avevo in torno... lo sapevi! Sapevi che Gideon mi stava tradendo!»

Dollarus fissò il suo sguardo eterocromi nel mio. La sua improvvisa freddezza e serietà mi fece inconsciamente allentare la presa.

«Si. Lo sapevo. Ora potreste farvi cur-» Fece per indicare Gideon, che stringeva il mortaio tra le mani.

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now