CAPITOLO 103

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«Da questa parte.» La voce del Fossegrimen ora echeggiava nel vapore, nonostante l'edificio fosse privo di muri.

Feci per muovere un passo ma le gambe mi cedettero. Con un mugugno sbattei le ginocchia sul marmo freddo e, con le braccia atrofizzate, quello sarebbe stato anche il destino della mia tempia se non fosse stato per l'intervento repentino di Gideon.

Odiavo riconoscere il fatto che mi stesse aiutando. Costantemente.

Come se mi avesse letto nella mente, e volesse irritarmi ancora di più, mi strinse tra le braccia, sollevandomi da terra ed accompagnandomi verso il Fossegrimen.

«Visto che ti sto facendo un favore, almeno sforzati di placare le scariche.» La voce di Gideon uscì come un bisbiglio roco e sofferente.

«Non è colpa mia se ora mi sei repellente. E comunque, continuo a non aver chiesto il tuo aiuto.»

Gideon mi ignorò, stringendo la mascella per ignorare il dolore delle scariche.
Mi depositò con un mugugno qualche metro più in là, ai piedi della vasca.

«Ti prego, entra nella Fonte.» Questa volta riuscii a trovare il corpo dalla quale proveniva questa voce.

Il Fossegrimen si trovava davanti a me, dall'altra estremità della vasca, seduto su quella che sembrava una roccia. Se ne stava immobile, sotto una cascata, con uno strano strumento a corde in mano.

Concentrai tutta la forza che avevo recuperato in quel breve tratto di sosta che mi ero concessa in braccio a Gideon, e la catalizzai in un unico e lento passo che mi permise di entrare nella Fonte.

L'acqua calda mi solleticò i piedi nudi, provocandomi poi un piacevole brivido lungo la schiena. Man mano che mi raggomitolavo nella Fonte, gli arti sembravano riacquistare la loro autonomia.

Prima di rendermene conto, mi ritrovai a galleggiare sulla Fonte, muovendomi liberamente nella vasca.

Le orecchie, sotto la superficie, erano ovattate dal suono dell'acqua, mentre sentivo i capelli disporsi a raggiera sopra la mia testa.

Improvvisamente tutte le mie preoccupazioni erano sparite, assieme ai miei dolori. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che mi ero sentita così tanto in pace con me stessa.

Un suono melodioso prese ad accompagnare il mio galleggiare. Non mi ci volle molto a capire che si trattava del Fossegrimen.

L'acqua sotto di me prese a bollire, il che mi costrinse ad aprire gli occhi. La Fonte si era illuminata di una luce fluorescente.

Iniziai a sentire il ghiaccio sciogliersi e abbandonare il mio corpo ma poi, improvvisamente, un dolore lancinante al fianco mi costrinse ad urlare di dolore.

Boccheggiai, incapace di muovermi.

L'ultima cosa che sentii furono i rapidi passi di Gideon nell'acqua, poi svenni.

Quando ripresi conoscenza stavo tremando. Riuscii a fatica ad aprire gli occhi e la testa mi sbatteva così tanto, che ero sul punto di piangere. La gola invece, era così secca, da impedirmi di parlare.

Mi ci volle del tempo per realizzare dove fossi: mi ritrovavo davanti al lago di Ofelia, accasciata ad un albero. Notai come avessi nuovamente in dosso stivali, giacca e mantello.
Non ebbi neppure il tempo di domandare come avesse fatto a riportarmi indietro nonostante quel mostro acquatico, che Gideon iniziò ad urlare.

«Si può sapere che diamine-!» Era così arrabbiato che non riuscì neanche a finire la frase, lasciando che un grido di frustrazione la interrompesse. «Cosa ti è saltato in mente?!»

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now