CAPITOLO 101

1.3K 85 139
                                    

«Gideon!»

Buon attore o meno, ero stata a contatto con Gideon per fin troppo tempo da non riconoscere quando fosse teso e, in quel momento, era un fascio di nervi.

«Ofelia.»

Piatta, la voce di Gideon non echeggiò nella mia mente, ma uscì, seppur ovattata dall'acqua, ben udibile a tutti.

L'istante dopo la siluette da Kelpie esplose in mille bollicine e, per un momento, temetti di vedere Gideon collassare.

Ma non accadde. Riacquistò solo sembianze umane.

Lentamente, lo vidi girare il volto in direzione della voce. Ora il suo nervosismo era ancora più palese, con quella mascella serrata.

A quel punto trovai il coraggio per imitare il suo gesto, anche nella lentezza dei movimenti, girandomi verso la figura alle mie spalle.

La sua presenza mi procurava costanti brividi, giù per una colonna vertebrale che oramai era insensibile al freddo.

Sussultai quando, voltandomi, scoprii il suo viso più vicino di quanto pensassi.
Mi guardava, la testa leggermente inclinata. I suoi occhi, totalmente bianchi, sporgevano dalle guance incavate, i quali zigomi, sembravano ancor più spigolosi in quella penombra.

Mi lasciai scappare dell'ossigeno prezioso.
Ora ero davvero allo stremo.

Guardai in alto, la superficie era troppo lontana.

Gideon mi afferrò il polso, che lo respinse subito dalla scarica elettrica. La bolla d'aria durò poco, ma abbastanza da farmi recuperare fiato.

Il cuore mi si fermò in petto. Avrei preferito rimanere al buio, avrei preferito che la scarica non avesse illuminato il buco.

La fossa era fin troppo profonda da essere illuminata tutta, ma quel poco che avevo visto mi era bastato.

«Ti piace? È la mia collezione.» Ofelia schiuse le labbra, in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso, mostrando i piccoli denti appuntiti che le costellavano la bocca.

Fece un giro attorno a me, muovendo le pieghe del tessuto rosso sangue che indossava.

Tra ogni balza una testa mozzata.
Saranno state centinaia.

Il mio corpo si irrigidì a tal punto, che mi sentii sprofondare in quella fossa oscura.

«Ofelia, non tutti apprezzano la tua arte.»

Gideon si infrappose tra i nostri corpi e Ofelia gli fu subito addosso.

Con fare sensuale gli stuzzicò il collo con le sue dita affusolate, fin troppo lunghe e sottili per ricordare quelle umane.

«La tua testa rimane sempre una delle mie preferite.» Passò da un lago all'altro del suo collo, graffiandolo con la lunga unghia rossa, probabilmente sporca di sangue rappreso.

«E la cosa mi fa onore. Ma sai che non puoi averla.»

Il suo volto si storse in una macabra espressione che, probabilmente, doveva ricordare un broncio lascivo.

«Allora la sua!»

Con lo scatto di un'anguilla si arrampicò sul corpo di Gideon, sporgendosi con il busto oltre la sua spalla.

Mi additò.

«Non credo risalti sul tuo vestito.» La voce di Gideon era piatta.

Con lo stesso rapido sguiscio di prima, Ofelia tornò a fissare Gideon.

«Non vorrai farmi ingelosire, spero. È da decenni che non ti vedo, e dopo tutto questo tempo ti presenti con un'altra donna.»

Prego. Fate pure come se non ci fossi. Tanto non ho delle schegge di ghiaccio che mi stanno uccidendo lentamente, una quantità di ossigeno alquanto limitata e un compagno da salvare.

Ma tenni il commento per me, non che avessi potuto parlare sott'acqua, ma di certo non era il caso né di sprecare fiato né di stuzzicare quell'essere dell'Altro Sole.

«Ma no Ofelia. Non oserei mai. Tu sei l'unica per me.»

Che attore.

Il mostro marino ci cascò in pieno, forse esattamente come avrei fatto io un tempo, solo con meno ritegno: sorrise mostrando i dentini aguzzi e poi baciò Gideon.

In quel momento di distrazione, vidi la mano di Gideon agitarsi dietro la sua schiena, facendomi segno di andare.

Sgusciai dietro di lui, verso il varco, ma evidentemente non abbastanza discretamente.

«È maleducato andarsene senza salutare.»

Ofelia fu al mio fianco in un istante. Mi afferrò una caviglia. Mi trascinò con lei e, l'attimo dopo, ero a testa in giù davanti a Gideon.

Il braccio insensibile pendeva nel vuoto sotto di me mentre il mio volto era ad una raccapricciante vicinanza dai tesori di Ofelia.

«Sai che gli umani non possono parlare sott'acqua.» Gideon provò a convincerla con un mezzo sorriso, fin troppo nervoso da essere credibile.

Sapeva fare di meglio. Proprio non gli importava salvarmi, eh?

«Lo so. Mi serviva solo una scusa per avere la sua testa.»

A quel punto i miei polmoni erano vuoti e la pressione iniziava a opprimermi la testa.
Mi portai la mano alla gola.
Non respiravo più.

Gideon tremava con lo sguardo.
Voleva intervenire, ma non lo faceva.

Voleva davvero lasciarmi morire?
No, o non mi avrebbe salvata dalle alghe carnivore...
Allora era perché gli avevo detto di voler fare tutto da sola?

Qualcosa dentro di me si mosse.
Mi stava dando fiducia?

No, probabilmente no. Forse quello sarebbe stato il suo alibi perfetto. Forse stava solo aspettando che qualcuno e non qualcosa volesse uccidermi.

Ma dalla mia vita dipendeva anche quella di un intero Regno e, prima ancora, quella di Rubyo.

Con l'oscurità che oramai mi annebbiava gli occhi, estrassi il pugnale dal fodero e colpii la mano di Ofelia.

L'attacco, però, risultò inaspettatamente più fluido di quanto pensassi e le tagliai l'avambraccio.

Mi liberai immediatamente ma ero troppo debole e lenta per contrastare un mostro marino simile, nonostante ora fosse ferito.

In quello stesso istante, le sue grida fecero tremare l'acqua. Delle onde provenienti dalla fossa mi spinsero verso l'alto e Gideon mi afferrò all'ultimo, creando una bolla d'aria. Questa volta nessuna scarica lo respinse. Forse ci tenevo troppo alla mia vita per rifiutare dell'ossigeno.

Annaspai e tossii, ma senza che ebbi il tempo di riprendermi, Gideon mi trascinò via con uno strattone.

Trainata da lui nuotavo ad una velocità straordinaria ed il varco era sempre più vicino a tal punto che la sua luce mi sfiorò la pelle.

Qualcosa mi afferrò la caviglia e, per l'improvvisa opposizione, Gideon fu strattonato indietro.

Si voltò di scatto, realizzando subito la situazione.

Ancora con il pugnale stretto in mano, mi girai pronta a finire quello che avevo iniziato, ma mi bloccai. Raccapricciata.

Questo non era davvero ciò che mi aspettavo.

Corpi di scheletri decapitati si stavano ammassando l'uno sopra l'altro, creando un'infinita catena di ossa che mi teneva ancorata.

Con una gamba e un braccio fuori uso avrei potuto fare ben poco.

Un altro strattone e Gideon riprese a nuotare verso il varco.

«Di là non potranno seguirci.»

Gideon aveva deciso di provare a trainare l'intera necropoli con sé.

Del bolle ovattarono il mio grido di dolore. Quegli scheletri decapitati si erano agganciati a me usando le falangi spolpate come fossero stati artigli, trafiggendomi la carne.

«Resisti!»

Strizzai gli occhi e l'attimo dopo era tutto finito.

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now