CAPITOLO 121

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Sentii la sua voce chiamarmi in lontananza.

«Lyra! Sono qui.»

In quel momento, ancora con gli occhi chiusi, sentii il bisogno di piangere.

Mi era mancato così tanto.

La prima cosa che riuscii a percepire fu il dorso nudo di Rubyo flettersi sotto di me.

«Lyra!» Lo sentii scuotermi. 

Prima le sue mani attorno alle spalle, poi sulla mia tempia, cercando di spostarmi i capelli umidi dal volto sudato.

Cercando di ignorare il forte bruciore al collo, probabilmente causato da una lingua di fuoco che mi aveva raggiunta,
mi sforzai di aprire gli occhi, mettendo a fuoco il viso sporco di cenere di Rubyo. Gli occhi mi fissavano annebbiati da un velo di terrore.

Non ancora del tutto ripresa dall'impatto, non riuscii a muovermi. Ma vidi lo sguardo di Rubyo spostarsi rapidamente da me, a qualcosa sopra di noi.

«Cosa diamin-?» 

Feci forza sulle braccia, sollevandomi dal suo petto e rigirando la testa all'indietro per vedere cosa avesse attirato la sua attenzione.

Il ramo in fiamme, da cui avevo cercato di salvare Rubyo, era bloccato a mezz'aria sopra le nostre teste. A tenerlo a debita distanza una bolla d'acqua, che avvolgeva i nostri corpi. 

Osservammo quella scena immobili, temendo che qualsiasi nostro movimento avrebbe potuto rompere quel precario equilibrio.

Ma non muoversi non fu sufficiente.

Dopo poco, la bolla d'acqua iniziò a vibrare come sotto una misteriosa pressione.

«Merda!»

Rubyo, con gli stessi riflessi attenti di sempre, mi avvolse i fianchi e la testa con le sue braccia, spostandosi velocemente di lato ed invertendo la posizione dei nostri corpi, giusto in tempo per evitare il ramo che riprese la sua caduta.

Pochi istanti dopo, la bolla d'acqua esplose attorno a noi, bagnandoci i vestiti già umidi dal lago.

Ancora increduli per l'accaduto, rimanemmo immobili a fissare, come in trance, le fiamme che danzavano sul pezzo di legno e che ora stavano iniziando a corrodere l'erba.

Erano così vicine da farmi lacrimare gli occhi.

E fu proprio allora, che la vidi, sull'erba, nascosta sempre di più dal fuoco: la catena di Gideon.

Doveva essermi caduta quando mi ero gettata verso Rubyo.

Già spezzata in precedenza, ora anche il lucchetto era in pezzi, rendendo illeggibile l'incisione.

Feci per prenderla, nonostante il fuoco la stesse avvolgendo. Era troppo importante per andare persa.
Ma una fitta mi colpì lo sterno.

Improvvisamente mi sentii asfissiata.

Costretta a divergere la mia attenzione dalla catena, iniziai a boccheggiare sotto lo sguardo preoccupato di Rubyo, che si allontanò subito dal mio corpo in un tentativo di farmi trovare spazio per espandere i polmoni.

«Lyra! Che ti prende?»

Iniziai a scuotere la testa in un movimento che ricordava uno spasmo.

«N-no...n lo-» Non trovai neppure il fiato per parlare.

A quell'improvvisa condizione, delle lacrime iniziarono a formarsi alla base dei miei occhi. Non avevo mai avuto così tanta paura di morire asfissiata prima d'ora.

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