CAPITOLO 87

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Con un mugugno Coline si svegliò, aggrottando le sopracciglia e portandosi una mano alla testa con una smorfia di dolore. Sapevo perfettamente quanto forti fossero i mal di testa causati da un pianto disperato come quello di prima.

Io, d'altro canto, ero ancora scossa dalle sue parole.

«Come stai?»

Il Rasseln, che era accorso per aiutare Coline poco dopo essere svenuta, era rimasto ad aspettare che l'ex guardia imperiale riprendesse conoscenza.

«Meglio, grazie.»

Da quando l'avevo conosciuta, avevo visto le sue labbra sollevarsi in un sorriso così genuino solo con Rubyo.

Quella gentilezza reciproca mi lasciò destabilizzata.

«Quand'è stata l'ultima volta che hai preso il Gyft? Una settimana fa? Ti ho detto di starci attenta!»

A quelle parole, Coline evitò il mio sguardo, nervosa.

«Sto bene, lasciami riposare ora.»

Il Rasseln, un po' contrariato, annuì ed uscì dalla stanza.

«Posso spiegare.» Disse a quel punto Coline, mettendosi a sedere.

«E pensare che ti avevo anche creduta quando hai detto di esserti disintossicata! Che stupida sono stata a fidarmi di te...»

«Credevo di esserci riuscita! Quando ho avuto la ricaduta tu eri in piena Mutazione, era troppo tardi ormai.»

«Ho Gyft a sufficienza per un mese, non riuscirò mai a disintossicarmi prima!»

«Posso chiederne altro, forse a me lo daranno...» Tentò lei, capendo perfettamente il rischio a cui andavo incontro.

«Complimenti, sei riuscita a manipolare anche dei Rasseln. La tua falsità è davvero senza precedenti.»

Coline emise una risata secca e strozzata.

«Non ho manipolato nessuno. So che può sembrarti strano, ma anche loro hanno un cuore, che aprono a chiunque entri nel loro clan.» Mi fece la predica, acida.

«Eppure non sembrano così tanto accondiscendenti nei miei confronti.»

«Perché loro sanno che tu sei diversa. Tu sei la Principessa, l'Erede.»

Corrucciai la fronte, non certa che quella potesse valere come scusa.

«E quindi? Non gli ho fatto nulla di male! Sono stati loro i primi a darmi la caccia.»

Coline scosse la testa.

«Quanto sei ingenua. Si vede che sei nata a palazzo. Non sei tu il problema, ma l'intera famiglia imperiale.»

La situazione continuava a non avere senso per me.

«E allora perché rispettano Markus?»

«Perché è un bastardo, dentro di lui scorre anche sangue dell'Altro Sole, non possono rinnegarlo, è l'unica cosa che li tiene ancora legati al proprio Regno.»

«Ma tra i Rasseln ci sono anche umani, come te, che con gli esseri dell'Altro Sole non hanno nulla a che fare.»

«Vero, ma hanno tutti una cosa in comune: disprezzano la famiglia reale. Sono stati maltrattati da essa, hanno subito dei torti, dovuto compiere sacrifici immani o stravolto completamente la loro vita, al solo fine di obbedire agli ordini del sovrano.»

«Eppure, ora la loro situazione non è cambiata. Avranno anche un capo, per metà, essere dell'Altro Sole, ma non possono ignorare l'altra metà, quella umana, che è la personificazione di tutto ciò che più odiano.»

Coline scosse la testa.

«Lyra, è più complicata di quello che sembra, tu non capisci.»

In quel momento mi alterai così tanto da scattare in piedi.

«No! Non capisco! Hai ragione! Perché mai nessuno me lo ha spiegato! Tu credi che la vita a palazzo sia perfetta, ma in realtà è solo apparenza. Mi hanno viziata per anni, ma per anni non sono mai potuta uscire da palazzo. Per precauzione, dicevano, ma non ho mai potuto neppure interessarmi a ciò che c'era fuori. Ogni volta che facevo una domanda, riuscivano sempre a cambiare discorso, o a rispondermi con delle belle favole. Sa non fossi scappata, non mi sarei mai accorta di quanto corrotto questo intero Regno sia! E voglio cambiarlo, voglio riottenere il trono per migliorarlo, ma come posso curare un malato senza sapere la sua malattia? In questi anni, pensavo che avrei potuto imparare qualcosa, ma ho passato ogni giornata della mia adolescenza a scappare da mio fratello, e da quella gabbia di ignoranza che è il mio palazzo!»

Quello sfogo parve spomparmi di ogni energia, mentre la pressione dei pugni stretti aumentava.
Espirando, mi lasciai cadere sul letto.

«L'unica cosa che ho capito, in tutto questo tempo, è che umani ed esseri dell'Altro Sole, non convivono più dallo scoppio della Grande Ribellione.»

«Ed è proprio durante questa guerra che alcuni esseri dell'Altro Sole disertarono, formando il clan dei Rasseln e alleandosi con il Regno imperiale. Lo fecero come ultima sponda per salvarsi la vita, perché il tuo Regno stava vincendo, ma per gli altri esseri dell'Altro Sole fu visto come un atto di imperdonabile tradimento. Con il passare del tempo però, i disertori iniziarono sempre di più a pentirsi della propria scelta, rinnegando il Regno Imperiale, che aveva ucciso le loro famiglie e i loro cari. Ma oramai era troppo tardi per tornare indietro, erano mutati, erano dei Rasseln.»

Mentre la coscienza mi pesava sul cuore, mi toccai il fianco, dove da poche settimane era comparso il simbolo di un serpente a sonagli nero.

«Oramai erano visti sia da umani che da esseri dell'Altro Sole come mercenari e sicari. Non appartenevano più a nessuno dei due Regni. Erano in un limbo. È stato allora che sempre più umani, scontenti della situazione, iniziarono ad arruolarsi. E quale posto migliore per vivere se non Chaot, il confine tra entrambi i popoli? Non è un caso che ti abbiano catturata proprio lì, nella regione che più di tutte pullula di Rasseln.»

Ascoltavo in silenzio, ma mentre Coline parlava, nella mia mente si era alzato un vocio confuso e indistinto di idee e pensieri, che andavano a rompere le fondamenta delle mie credenze. La cosa che però fu più salda delle altre, rimanendo ben ancorata, fu l'odio che provavo per i Rasseln. Non mi importava cosa Coline credesse, erano i fatti a parlare: mi avevano dato la caccia per anni e avevano quasi ucciso Rubyo. Quegli esseri non potevano avere sentimenti diversi dall'odio e dalla rabbia, erano malvagi nel profondo, imputriditi di malizia e sadismo. Non li avrei mai visti diversamente, ne tanto meno li avrei perdonati.

Senza più aggiungere altro, ma con una determinazione crescente in petto, mi stesi nel letto, dormendo per altre poche ore prima dell'allenamento dell'alba.

Royal Thief IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora