CAPITOLO 127

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«Cos'è che sai di questa spada?»

Aerin si accigliò, sollevando bruscamente la testa dalla spalla del figlio.

«Perché mai dovrei dirtelo? Cosicché tu faccia scoppiare un'altra guerra come l'ultimo Monarca?»

Mi accigliai, scuotendo la testa.

«Non è stato mio padre. Lui viveva in pace con gli esseri dell'Altro Sole.» Dissi con la voce più calma che riuscii a trovare.

Sentii Rubyo iniziare ad agitarsi al mio fianco, ma per ora preferì non intervenire.

«Eri appena nata all'epoca. Come puoi credere di sapere tutto.» Il suo tono era sfacciato.

«Mi è stato raccontato.»

La vidi ghignare in astio. «Certo. Solo la versione che conveniva di più diffondere a corte e nel vostro Regno.»

Mi accigliai.

«Tutta quella guerra, quelle vite perdute, quegli omicidi. Tutto quel dolore, quel ferro, quel sangue. Tutto questo, perfino la tua vita così infima...»

Rubyo, ancora seduto sulla sabbia, scattò al mio fianco, ma lo trattenni, posandogli il palmo della mia mano sul dorso della sua.

«Tuo padre è la causa di tutto.»

Gli angoli delle mie labbra si sollevarono in un debole sorriso incerto.

Mi sentii così presa in giro da quelle parole che la reazione che mi venne più spontanea fu ridere.

Ma dentro di me esitavo.

«E quella spada» Aerin indicò l'arma legata attorno alla mia vita. «ne è la prova.»

«Cosa- cosa staresti-?» Ma non riuscii a terminare la frase.

Nella mia mente si era già insinuato un orribile scenario.

Ma volevo ignorarlo.
Non era possibile.
Non anche quello.
Non anche mio padre.
Non l'unica persona di cui conservavo un ricordo puro e intatto.

«È stato lui a far scoppiare la guerra contro di noi. È stato lui a incaricare ai fabbri di Palazzo quell'arma. Ed è stato lui a farli uccidere, per essere sicuro che portassero quel segreto nella tomba.»

«Non è vero.» Intervenne Rubyo.

Stava fremendo, a stento riusciva a controllarsi.

«Il padre di Coline è stato ucciso in una rissa. Il Monarca non c'entra nulla!»

Aerin rise. Rise di gusto.

«Certo. Una rissa. Ti sembra davvero possibile? Sinceramente io avrei inventato una scusa più credibile. Un soldato, ben addestrato, ucciso in una rissa. Fa acqua da tutte le parti.»

Mi voltai verso Rubyo.
Era pallido in volto, gli occhi sbarrati.

Gli toccai la spalla. «Non vorrai crederle?» Dissi.

Non mi guardò. Per la precisione, non guardò nulla.

Gli occhi erano fissi nel vuoto, spalancati e vitrei.

«E sai chi sono stati i sicari?» Il ghigno sardonico sul volto di Aerin aumentò di intensità. «Proprio quei leccapiedi degli Ivory.»

Sentii il mio cuore scendermi nello stomaco.

Guardai Rubyo: stava tremando.

«Quei cani da guardia del Monarca. Avrebbero fatto di tutto pur di rimanere tra le grazie di quel tiranno.»

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now