CAPITOLO 108

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«No mi dispiace. Perché, dovrei?»

Un pugno colpì il ghiaccio poco distante da me, macchiandolo di rosso.

Vidi il ragazzo portarsi la mano in volto, coprendosi gli occhi e stringendo le tempie nella presa.

Un rivolo di sangue gli gocciolò dalle nocche spaccate.

Allungai la mano, lentamente, tentando di prendergli il polso. Ma, quando fui a pochi centimetri, me la allontanò con forza, usando il dorso spaccato.

«Perché devi fare sempre di testa tua!»
Mi fissava iracondo, mentre dagli occhi arrossati scendevano delle lacrime.

Rimasi impietrita.

«I-io non capisco. Cos-?»

Ma mi fermai quando vidi Dollarus scuotere la testa.

«Lascia stare. Oramai è tutto inutile.»
Il ragazzo si alzò carico di ira, scomparendo tra gli alberi senza darmi alcuna spiegazione.

«Io vado a recuperarlo. Tu resta qui.» Disse Dollarus a Gideon, mentre la fretta gli faceva fremere la pelle.

Seguii la scena con lo sguardo, rimanendo in silenzio finché tutti non scomparvero uno ad uno, perfino Aerin, seppure obbligata dal figlio.

Non avevo certo piacere a rimanere sola con Gideon, ma sentivo che in quel momento potesse essere l'unico in grado di darmi spiegazioni.

E proprio come se mi avesse letto nel pensiero, iniziò a parlarmi: «Non biasimarlo. Avrei provato lo stesso.»

Si sedette sul ghiaccio di fronte a me.

«E non sentirti neanche in colpa. Hai rinunciato ai vostri ricordi insieme per salvargli la vita.»

Gideon spostò il baricentro dietro di sé, reggendosi sulle braccia.

«Ah.» Sbuffò poco dopo, secco, buttandosi velocemente delle ciocche di capelli all'indietro. «Questo complica molto le cose... per lui.»

Lo guardai accigliata, non certa di capire il significato dietro quelle sue parole.

«Sarà più difficile per lui proteggerti, se non ti fidi.» Si affrettò ad aggiungere.

«Da quand'è che ti importa così tanto degli altri, Gideon?»

Dopo quelle parole, il suo sguardo si rabbuiò per un istante e per un momento mi parve che stesse cercando di trattenersi dal rispondere.

«Davvero non ricordi nulla?» Disse soltanto, infine.

«Si, davvero. Io non so chi sia quel ragazzo, ma so di non essere mai stata così vicina al mio obiettivo. Non posso fermarmi proprio adesso.» Dissi rigirandomi la spada tra le mani. «Devo tornare a palazzo.»

A quelle parole Gideon scattò a sedere, raddrizzandosi ed accigliandosi.

«E una volta arrivata lì, cosa credi di fare? Sventolare la spada davanti a tuo fratello e sperare che così ti lasci il trono? O forse ucciderlo? Certo, a quel punto il popolo ti accoglierà sicuramente come la vera Erede, non come un'usurpatrice.»

Per quanto non mi piacesse ammetterlo, Gideon non aveva poi tutti i torti.

«Ma la daga si è attivata. Non mi resta altro da fare!»

Avevo aspettato quel momento da sette anni e ora mi si stava chiedendo di pazientare, ancora.

«Dovresti prima scoprire la vera storia dietro questo pugnale... e le vere intenzioni di tuo padre.» Aggiunse poi Gideon, con un tono allusivo che non mi piacque per nulla.

Royal Thief IIOù les histoires vivent. Découvrez maintenant