Capitolo 15

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Carter





«Ehi, hai un minuto?» chiedo a Keira, raggiungendola al suo armadietto, dopo averla vista gironzolare tra i corridoi come un cagnolino spaesato.
Lei sospira. «Sì, ecco, magari una cosa veloce. Adeline è sul piede di guerra.»
Annuisco. Dev'essere sconvolta dopo ieri sera, e sinceramente mi dispiace che sia andata a finire in questa maniera. Keira è una brava ragazza, ha soltanto i suoi mostri con cui fare i conti, come ognuno di noi.
«Non volevo che si venisse a sapere così, sappi che io non ho detto una sola parola» preciso.
«Lo so» risponde di getto. «Non ho mai dubitato di questo, ma visto come si sono messe le cose, andava detto.»
Non faccio in tempo a rispondere, perché Adeline Ross fa il suo ingresso trionfale e punta il suo sguardo omicida su di noi. Ci passa accanto con atteggiamento superiore e proprio in quel momento esclama: «Uno stronzo e una puttana formano davvero una bella coppia.»
Keira abbassa gli occhi sul pavimento e trattiene tra i denti il suo labbro inferiore, per impedirgli di tremare.
Io stringo le mani in pugni e faccio per aprire bocca. Perché non mi piacciono queste sceneggiate hollywoodiane. Ma Keira mi precede e mi frena.
«No, non peggiorare la situazione. Stammi soltanto lontano, Carter, per favore» mi supplica ed io le do ascolto.
Rimango semplicemente in silenzio mentre la guardo allontanarsi, con i libri stretti al petto, per poi sparire dietro l'angolo.
Mi precipito fuori, nel piccolo cortile che si trova alle spalle della palestra, dove nessuno osa mai mettere piede a quest'ora del mattino. Mi accomodo sulle gradinate e aspiro una grande boccata di fumo, così che possa riuscire a calmarmi.
Ma, per mia sfortuna, Danny sa sempre dove trovarmi. Mi raggiunge con un sorriso fastidioso stampato in volto. «Mattinata difficile? Ho sentito che Adeline ha deciso di dare il tormento a Keira.»
Sbuffo. «Che cazzo di complicazioni sono queste fottute ragazze.»
«Per questo ci piacciono, no?» ridacchia, tentando di sdrammatizzare. Ma quando nota il mio sguardo cupo, ritorna serio. «Non è colpa tua.»
«In parte sì, come al solito» ribatto.
Danny è scaltro e mi ruba la canna dalle mani per farsi due tiri. «Andiamo, faranno pace come al solito. Litigano sempre, quelle due.»
Ma non faccio in tempo ad esporre i miei pensieri, perché il Vicepreside ci becca e ci ordina di prendere parte alle lezioni, se non vogliamo beccarci una bella nota disciplinare sullo scrutinio.

Sento gli occhi infuocati di Noah Cook seguire ogni mio movimento, durante la pausa pranzo. Questo basta per accendere i miei nervi già molto tesi.
«Che cazzo hai da guardare, eh?» scatto, alzandomi in piedi e facendo calare improvviso silenzio tra tutti gli studenti, che adesso studiano attenti lo svolgersi della situazione.
«Torna a poggiare il tuo culo sulla panca, Baysen. O, che ne so, cercati qualche ragazza disposta a succhiartelo, che è la cosa che sai fare meglio» replica Noah, che sembra avere tutte le intenzioni di litigare.
Gli sorrido. «Già, peccato che il tuo grande amore abbia già dato un assaggio, eh?» lo provoco, poggiando una mano sulla patta dei miei pantaloni.
Perché lo so che sbava per Adeline dai tempi delle elementari, non ci vuole un genio per capirlo. È sempre alla sua mercé, fedele come un cane con il proprio padrone.
«Che cazzo hai detto?» ringhia, agitandosi.
«Hai capito bene, adesso siediti e continua a fare quello che fai sempre: il ripiego» ribatto, incapace di contenermi.
Cattivo da parte mia trattarlo in questo modo? Sì, probabilmente. Ma non ha alcun diritto di avercela con me. Non mi odia per aver fatto del male ad una persona a lui cara, mi odia perché nonostante tutto lei continua a tenere più a me che a lui. Non riesce a digerire di essere solo la sua seconda scelta.
Noah si dirige verso di me a passo veloce, impaziente di colpirmi, ma Gabriel lo trattiene in tempo, evitando così di far scaturire una rissa.
«Non vali niente, Baysen! Saresti dovuto rimanere dentro le palle di tuo padre!» tuona Noah, rosso in volto.
Rido, mentre un'incontenibile rabbia cresce dentro di me, al suono delle sue parole, pronta per esplodere. Ma Jordan e Kevin mi trattengono prima che possa compiere un solo passo falso.
«Ora basta, lascia perdere, Carter» borbotta Danny a bassa voce.
Prima di perdere totalmente il controllo e pentirmi delle mie azioni, mi faccio trascinare via.

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