Capitolo 25

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Carter





Non la perdo di vista.
È ubriaca marcia e quasi non riesce a reggersi in piedi. Forse dovrei intervenire, trascinarla via da lì, prima che commetta qualche stronzata o che possa sentirsi male sul serio.
Eppure, la sua espressione così raggiante, mi invita a mantenere saldo il mio autocontrollo. Sembra così diversa, adesso. È come se si stesse concedendo di divertirsi, per la prima volta in vita sua.
I suoi lineamenti delicati sono illuminati a tratti dalle luci strobo e dal bagliore della luna, conferendole un'aria ancora più mistica. Il suo corpo, stretto in quel cazzo di vestito, me l'ha quasi fatto venire duro già in ascensore, figuriamoci adesso, che ondeggia in modo provocante.
La cosa che la rende più attraente, facendola spiccare in mezzo a centinaia di bei corpi, è che non si rende nemmeno conto di quale effetto faccia ai ragazzi, quando la guardano. A me.
È completamente sbagliato, ma sono fatto di carne, dannazione. Il mio corpo reagisce in automatico, a certe cose. Non posso proprio farci niente.
Ha ragione Danny, non le ho staccato gli occhi di dosso per tutto il giorno. Ma perché non ho potuto fare a meno di ripensare a come il suo corpo ha reagito sotto il mio tocco, la notte scorsa.
È così innocente, così pura, così inesperta. Solo a guardarla, riesce a farti sentire sporco. E io mi ci sento già, la maggior parte del tempo, ma vedere che esiste ancora gente come lei mi fa credere che il mondo non sia proprio una totale merda.
«Balliamo?» mi chiede Vanessa, agganciandosi al mio braccio.
La allontano bruscamente, senza mai staccare lo sguardo dalla pista. «No.»
Lei scoppia a ridere, sventolando i suoi morbidi boccoli mori. «Una nuova preda?»
I miei occhi la fulminano. «Vai a scopare con Jordan, sei la prossima della sua lista.»
Scrolla le spalle. «Magari potrei dirgli che hai intenzione di fare lo stesso, con la sua cara sorellina minore...»
Afferro il suo polso, prima che possa allontanarsi, stringendolo ma non abbastanza da provocarle dolore. Avvicino i nostri corpi con prepotenza ed il suo petto ha un sussulto.
«Non fare la stronza con me, Turner, sai che non ti conviene.»
Sorride e avvicina le sue labbra alle mie. «Tu non fare lo stronzo, Carty. Non me ne frega con chi scopi, ma non perdere la testa per lei. Non ho l'esclusiva, ma non voglio perdere anche l'abitudine.»
Poi gira i tacchi e se ne va, sculettando esageratamente, proprio verso il mio amico che la trascina subito in un angolo più appartato.
Quando torno a concentrarmi su Stephanie e vedo che struscia il suo bel sedere contro il corpo di Gabriel, una fitta fastidiosa si propaga nel mio stomaco, che cerco di ignorare con tutte le mie forze.
Ma, dato che non ci riesco, per qualche assurda ragione, raggiungo Danny e lo costringo a seguirmi fuori, all'aria aperta.
Ho bisogno di fumare.

«Quando ti deciderai a parlarmene?» mi domanda subito, questo gran ficcanaso che mi sono scelto per migliore amico.
Siamo seduti sul cornicione, mentre l'aria fresca riempie i nostri polmoni, insieme al fumo che stiamo già inalando da dieci minuti buoni.
«Mh, che palle, mi piace il silenzio, perciò perché non continui a stare zitto?» ribatto.
La sua risata esplode. «Che stronzo, non vuoi accettare la cosa, ho capito.»
Lo guardo in cagnesco. «Non psicanalizzarmi.»
«Pur di non vederla insieme a quel coglione di Evans, ti sei precluso ogni divertimento che c'è là dentro. Andiamo, mi credi così scemo?» mi provoca ancora.
Stringo i denti. «Dacci un taglio, Danny.»
«La ragazzina ti piace, dillo e basta» continua.
«No, che cazzo, tappati quella bocca» sbotto, senza più riuscire a contenere il mio nervosismo.
Lui solleva le mani in segno di resa e io mi calmo all'istante, prendendo un respiro profondo. Non voglio litigare con lui, ma non voglio parlarne. Non c'è niente di cui parlare.
Stephanie mi attrae? Certo, ma è una cosa puramente fisica. È bella, mi provoca al punto giusto e riesce a tenermi testa. Nessun altro sentimento è concesso, per me.
Questo lui dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro, e mi fa incazzare il fatto che pensi l'opposto.
Getta il mozzicone dal tetto, dopo aver tirato un'ultima boccata di fumo. «Non c'è niente di male, Carter. Ma non ne parleremo più, se non vuoi. Solo, pensaci prima di fare cazzate, perché c'è di mezzo un nostro amico e lei... non credo faccia per te.»
L'ultima frase mi lascia l'amaro in gola.

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