VI. Adesso è anche nei miei sogni

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«verrai stasera?» mi chiede Charlotte, seduta al mio fianco.

«dove?» chiedo.

«alla festa organizzata da non so chi» dice.

«io non sono un tipo da feste quindi penso proprio di no» dico con un sorriso malinconico sulle labbra.

«oh anche io non sono un tipo da feste solo che stavo pensando che se tu andavi ci andavo anche io» dice.

«sai da sola non mi piace andare alle feste e visto che non ho amici non ci sono mai andata» continua.

Ci penso su e arrivo alla conclusione che ho 17 fottuti anni e che nella mia vita devo andare ad almeno una festa e adesso ho trovato anche la compagnia.

«pensandoci su anche io non sono mai andata ad una festa quindi se vuoi si, possiamo andare insieme» dico.

«davvero?» chiede tutta eccitata e io a vederla così felice annuisco sorridendo.

*

Richard non è venuto a scuola così appena arrivo a casa prima chiedo a mamma il permesso di andare alla festa e, una volta ottenuto, lo chiamo.

Mi dice che ha un po' di febbre e che quindi non sarebbe venuto a scuola nei prossimi giorni.

Alle 9:30 inizio a prepararmi facendomi prima una doccia di mezz'ora. Apro l'armadio in cerca di un vestito ma mi accorgo di non avere niente.

Chiamo Charlotte.

«Charlotte io non-»

«non hai un vestito vero?» ma cos'è una maga?

«si tu come fai a-» mi interrompe di nuovo.

«dammi l'indirizzo di casa tua e vengo lì da te così ci finiamo di preparare insieme» dice e mi sembra di sentire gli angeli che cantano.

«grazie, tu sei un angelo»

«no sono semplicemente tua amica» dice e al sentire quelle parole quasi mi vengono le lacrime agli occhi. Le dico l'indirizzo e poi attacchiamo.

Preparo tutti i trucchi e le scarpe con il tacco nell'attesa che Charlotte mi raggiunga.

*

«secondo te come sto?» chiedo, mi prende una mano e mi fa fare un giro su me stessa.

«sei per-fect e io?» dice.

«sei bellissima» dico e lei mi sorride. Prendiamo gli iPhone e poi con il suo motorino andiamo alla festa.

Appena entriamo nell'enorme villa si sente subito la puzza di alcol e di fumo. Una marea di ragazzi che ballano l'uno contro l'altro ci si para davanti.

«andiamo a bere qualcosa» mi suggerisce all'orecchio urlando per la musica troppo alta.

«okay» urlo di rimando.
Fatichiamo per arrivare sane e salve al bancone dei cocktail soprattutto per colpa del mio braccio fasciato. Prendiamo un po' di vodka ma la diluiamo con un bel po' di acqua.

Ci buttiamo poi nella mischia e balliamo un po' alla cazzo parlando male di un gruppo di troie che sembrano proprio Kayla, Nicole e Alesha.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now