XVII. Mia mamma è tornata dal suo viaggio

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È sabato quindi mi alzo alle 11:30 e noto James al mio fianco.

Sto per svegliarlo quando sento il cellulare vibrare.
Ho paura che sia un suo nuovo messaggio ma quando vedo che è una chiamata da mia madre mi rilasso e sul mio viso si dipinge una smorfia.

«tesoro» mi saluta lei.

«ciao mamma»

«come stai?» mi chiede.

«bene...tu?» le chiedo.

«bene, torno fra un paio di giorni» dice.

«okay ma-» mi interrompe.

«tesoro devo andare la mia amica mi sta chiamando» mi dice e attacca. Mi viene voglia di buttare l'iPhone dalla finestra.

«è successo qualcosa piccola?» sobbalzo al sentire la voce roca di James.

«mia madre improvvisamente si è ricordata di avere una figlia e mi ha chiamato, dovrebbe tornare fra un paio di giorni» dico e alzo gli occhi al cielo e lui ridacchia.

«sei molto felice della notizia a quanto vedo» dice e io ridacchio.

«tantissimo, appena verrà le preparerò una festa di bentornato guarda» dico sarcastica.

«andiamo a fare colazione in un bar?» chiede e io annuisco con lo stomaco che brontola.

«io mi devo fare prima una doccia» dico e lui mormora un 'anch'io'.

Và prima lui e poi io, una volta finito di prepararci usciamo e, a piedi, arriviamo in un bar molto carino.

Ci sediamo al tavolo vicino la vetrina. Ordiniamo e aspettiamo la nostra colazione sparlando di tutti i strani clienti del posto.

«quello non è Richard?» chiedo all'improvviso, vedendolo aspettare pazientemente fuori un negozio di abiti femminili.

«ah si quel coglione» dice indifferente.

«ma cosa ci fa fuori un negozio di vestiti per ragazze?» chiedo stranita.

«io l'ho sempre detto che quel ragazzo ha il cervello grande quanto il suo pene» dice facendo spallucce.

Si guarda intorno pazientemente, come se stesse aspettando qualcuno.

Proprio quando lo vedo irrigidirsi, chiaro segno di aver visto la persona da lui tanto attesa, la cameriera ci porta le ordinazioni e io sono costretta a guardarla per ringraziarla educatamente.

Quando mi rigiro verso l'esterno, Richard è scomparso lasciando in me un grande punto interrogativo.

«non mangi?» mi chiede il moro seduto di fronte a me.

«si si, stavo solo pensando» dico prima di addentare il mio muffin al cioccolato.

*

Il lunedì la professoressa di Italiano entra in classe tutta pimpante e felice.

«buongiorno ragazzi!» noi la salutiamo giusto per non rovinare il suo umore.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now