XLV. Fottuto riccioli d'oro

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«quindi lui in pratica si è dichiarato per l'ennesima volta e tu cos'hai fatto?» chiede Char appoggiando le gambe su quelle di Ilary.

Siamo entrare in anticipo in classe e siamo nella più completa solitudine.

«io ero ancora un po' ubriaca quindi non ricordo molto, ma gli ho detto tipo che non potevamo stare insieme perché siamo troppo diversi o una cosa del genere» mormoro sospirando.

«ma tu sei proprio una cogliona!» mi rimprovera Ilary.

«e cosa dovevo dirgli? Oh sì James, torniamo insieme e passiamo sopra il fatto che sei fidanzato con la mia sorellastra, che mio padre ti odia e che oggi ti stavi scopando una tipa in bagno» dico acida.

«okay, hai ragione...solo che siete così carini cazzo e mi dispiace che non potete stare insieme» dice.

«non sai quanto dispiace a me» dico mordendomi l'interno guancia.

«basta deprimersi ragazze mie! Che ne dite se vi offro qualcosa alle macchinette?» propone Char alzandosi.

«si tanto mancano dieci minuti alla campanella» dice Ilary.

«casomai sono io a dovervi offrire qualcosa alle macchinette» dico prendendo lo zaino in spalla.

«oh ma che amica dolce e premurosa» mi abbraccia Charlotte.

«non farti filmini mentali amore, vi offro qualcosa solo perché stamattina ho trovato dei soldi sulla strada di scuola» dico iniziando ad incamminarmi fuori la classe.

«brutta stronza» ridacchia e insieme a lei ci uniamo io e Ilary.

*

Pov.James

Sto tranquillamente fuori scuola a parlare con i miei amici e a sorridere in modo finto a Kayla, quando un ragazzo mi si avvicina: è Harold o come cazzo si chiama.

«cosa vuoi?» chiedo brusco mentre i miei amici ci fissano con sguardo confuso.

«devo parlarti» mi dice serio e io lo fulmino con un occhiataccia.

«riguarda Am-» non lo faccio neanche finire

«okay andiamo da un'altra parte» mormoro lasciando il mio gruppetto di amici che ricomincia a parlare.

«ripeto, cosa vuoi?» richiedo una volta raggiunto un posto isolato, in modo che nessuno ci veda o senta.

«tu devi starle lontano» dice a denti stretti. Alzo un sopracciglio e quasi gli scoppio a ridere in faccia.

«senti non ho voglia di perdere tempo e soprattutto con te riccioli d'oro» dico girandomi per andarmene ma lui mi prende per il colletto della maglia.

«non sto scherzando, non devi avvicinarti a lei, la devi lasciare in pace» dice infastidendomi.

«primo, tu non mi tocchi, due, io faccio quello che voglio, tre, io mi avvicinerò a lei quando voglio» dico staccando le sue mani da me.

«sei solo un fottuto egoista, la fai solo stare male, non te ne accorgi?» mi chiede e io deglutisco sapendo che ha ragione.

Adesso lo prendo a pugni.

«non sono cazzi tuoi» dico indurendo la mascella.

«si lo sono, lei è mia amica e non voglio che stia male per un coglione che vuole solo portarsela a letto» dice stringendo i pugni.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now