XII. Perché io ho bisogno solo di te

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Mi sveglio per colpa di un paio di raggi di sole, sono appoggiata ad un petto scolpito: è quello di James.

Cosa ci faccio qui?

Lo scuoto un po' ma l'unica cosa che fa è lamentarsi infastidito così mi metto a cavalcioni su di lui e appoggio le mie mani sulle sue spalle scuotendolo forte.

«ma che cazzo! Voglio dormire! Chi è- oh buongiorno» dice appena apre gli occhi regalandomi un sorriso.

«cosa ci faccio qui con solo questa addosso? tu mi hai scopato coglione? Se è così io ti uccido!» dico parlando velocemente e con l'ansia addosso.

«calmati e respira, ieri ti sei ubriacata e sei finita in camera con un ragazzo che ti stava per stuprare ma io l'ho fermato e poi ti ho portata qui» spiega e io tiro un sospiro di sollievo.

«non ho ancora detto che non ti ho scopata» dice malizioso e io gli lascio uno scherzoso schiaffo sul petto.

«io devo andare a scuola» dico e poi guardo l'orario constatando che sono le 11:20.

«perché non ho messo una sveglia cazzo!» maledico me stessa.

«ma se ieri non riuscivi neanche a camminare senza cadere» dice lui divertito.

«sempre simpatico» borbotto.

«io ora vado a casa» dico e mi giro per scendere dal letto mettendo per sbaglio il mio sedere in mostra.

Sento però il suo braccio tatuato e muscoloso circondare la mia vita per poi tirarmi contro il suo petto.

«non andartene, stiamo ancora un po' qui a letto poi ti accompagno a casa» dice.

«io non voglio stare qui con te» dico. Ieri ero ubriaca ma adesso no e non ho dimenticato il male che mi ha fatto con le sue parole.

«perché?» chiede accarezzandomi la pancia.

«perché io non ti sopporto, sei arrogante, presuntuoso e stronzo» dico.

«ieri hai detto che ti piace passare del tempo con me quando non sono in presenza dei miei amici e da quanto puoi vedere, loro non ci sono» dice. Ho detto davvero questo ieri?

«beh...io ero ubriaca e non mi rendevo conto di quello che dicevo quindi è stata una bugia, a me non piace passare del tempo con te» dico e mi allontano da lui.

Mi prende per le cosce e mi tira di nuovo verso di lui, inverte la situazione finendo con le gambe attorno al mio bacino.

«da ubriaca sei molto più simpatica, ore sei proprio una stronza bipolare» mi dice e io mi mordo il labbro per la rabbia.

«tu sei sempre stronzo pensa un po' e comunque sono simpatica solo con i miei amici» dico acida.

«quali amici?» chiede e con quelle parole ha veramente superato il limite.

Gli lascio uno schiaffo sulla guancia sinistra. Mi prende subito la mano artefice e mi schiaccia poi i polsi al letto.

«non ti permettere mai più di mettermi le mani addosso» dice guardandomi arrabbiato.

«e tu non ti permettere più di dire cose come quelle» rispondo cercando di liberarmi dalla sua presa.

«perché dovrei farlo? Lo sai anche tu che non hai amici oltre quella sfigata di Charlie o come cazzo si chiama» mi dice e ogni parola mi ferisce più forte della precedente.

I miei occhi diventano lucidi, era difficile sentirsi dire come le cose stavano davvero.

«vedi? Sei uno stronzo... lasciami subito, non mi toccare» mi ribello ma lui stringe solo la presa e mi schiaccia al materasso con il peso del suo corpo.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now