XXIV. La verità sulla mia "relazione"

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«allora? Posso sapere cosa cazzo sta succedendo?» chiedo ormai su tutte le furie per l'attesa snervante.

«io non volevo entrare in tutta questa merda, sono stato costretto» mi dice Richard con gli occhi lucidi e un espressione dispiaciuta sul viso.

«sei stato costretto a fare cosa?» chiedo con il cuore che batte a mille.

«un giorno Alesha e le sue amiche sono venute da me... Io e te non ci frequentavamo ancora, e hanno iniziato a dire cose non molto carine su di te come il fatto che non meritassi amore e cose così» dice.

Io abbasso il viso verso le mie mani, inizio a giocare nervosamente con il bordo del top.

«e poi?» chiedo invogliandolo a continuare.

«poi Alesha mi ha ordinato di iniziare a parlarti, di mostrarmi interessato a te insomma in un certo senso dovevo farmi piacere da te» dice mordendosi il labbro.

Quindi la nostra storia è stata tutta una finzione?
Sento le lacrime iniziare a scorrere sulle mie guance che ormai hanno fatto l'abitudine a questo loro passaggio frequente.

«poi mi hanno anche ordinato di scoparti, dovevo farti ubriacare per poi portarti a letto e levarti tutto quello che ti è rimasto di puro...stava per succedere in gita e se non fosse stato per James io l'avrei fatto» dice.

«quindi tu mi hai preso in giro per tutto questo tempo?» chiedo alzandomi dal letto schifata e distrutta.

«io sono stato costretto, se non lo facevo Alesha faceva licenziare mio padre» dice.

«mi fai schifo» gli dico per poi scappare letteralmente al piano di sotto.

«aspetta» mi urla James correndomi dietro.

Sono stata presa per il culo da tutti, mi sento così stupida.

Fuori piove anche, ma che merda è! Esco da quella casa e le lacrime si mischiano alle gocce di pioggia.

Corro per le strade come una pazza e molte volte rischio anche di cadere.

I miei polmoni chiedono pietà e i muscoli delle gambe mi bruciano ma non faccio caso a queste cose e continuo a correre.

Mi sento prendere un polso per poi essere girata e ritrovarmi di fronte la figura tutta bagnata di James.

Nessuno dei due parla.

«ti prego lasciami...io non ce la faccio più, forse quelle tre troie hanno ragione, perché sono qui? Perché non mi sono ancora buttata giù da un palazzo?» chiedo scossa dai singhiozzi e dal freddo.

«non dire così» dice cercando di abbracciarmi ma io mi scosto dal suo tocco.

«n-non t-toccarmi, quelle puttane me l'avevano detto che intorno a me c'erano persone con una doppia faccia e si riferivano a quel pezzo di merda ma io come una stupida non ci ho dato tanto peso...le prove c'erano tutte: Richard che parla con Alesha, loro due che si danno appuntamento fuori i negozi di vestiti» dico respirando a fatica.

Si avvicina pericolosamente a me e prende il mio viso tra le sue grandi mani unendo violentemente le nostre labbra.

Io cerco di respingerlo anche se mi sento dannatamente bene in questo momento.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now