LXVI. Le giornate tra me e lui

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«vieni qui piccola, stai tremando» vedo il moro spalancare le braccia e io non rifiuto l'invito.

«farlo in spiaggia di febbraio non è stata una buona idea» ridacchio e lui mi stringe più forte infondendomi un calore piacevole.

«te ne sei pentita piccola?» mi chiede all'orecchio e io scuoto la testa.

«è stato...bellissimo» dico strusciando la mia guancia nell'incavo del suo collo dove risaltano all'occhio succhiotti fatti dalla sottoscritta.

«tu sei bellissima» mi accarezza la schiena facendo su e giù con le mani.

«ti amo coglione» dico lasciandogli un paio di baci sul mento, sul collo e sulla guancia.

«ti amo anche io babe, non sai quanto» dice con gli occhi chiusi come se si stesse godendo a pieno il mio tocco.

«gigante rimarrei così per tutta la vita ma sono le 3:20 quindi alza il culo e portarmi a casa» dico e lui mi prende in braccio a mo di sposa.

Io, per la sorpresa, avvolgo le braccia attorno al suo collo scoppiando a ridere senza una ragione.

«mi stai soffocando piccola» ridacchia lui, cazzo quant'è bello.

«meglio» affermo lasciando andare la mia testa contro il suo petto.

«devi studiare tanto amore?» chiede e adoro il fatto che si interessi a quello che devo fare.

«devo fare matematica, italiano, studiare Tecnologia e...basta» dico, non voglio neanche pensarci a quello che devo studiare.

«povera te, io adesso non farò un cazzo per l'intera giornata» dice e io gli mordo un capezzolo da sopra la felpa.

«sei una piccola stronzetta» dice e io faccio spallucce.

«ecco arrivati alla moto, adesso metti il mio giubbotto che farà freddo per la strada» dice iniziando a levarsi l'indumento.

«se me lo dai giuro che te lo ficco in bocca» gli punto un dito contro.

«credevo volessi prenderlo tu in bocca» dice mordendosi il labbro inferiore.

Solo adesso capisco il doppio senso. Cazzo, perché non mi sto mai zitta?

«sei un...un idiota» mormoro arrossendo e lui scoppia a ridere.

«cosa ti ridi stronzo» esclamo e so di sembrare una bambina di 2 anni ma sono semplicemente io.

«sei...sei troppo adorabile» dice e le mie guance assumono un colore rosso sempre maggiore.

«comunque lo voglio il giubbotto così forse tu e il tuo cervello prendete un po' d'aria fresca» dico stampandogli un bacio sulle labbra.

«faccio finta di non aver sentito» dice dandomi una pacca sul culo. Gli mostro il medio e poi saliamo sulla moto, direzione: casa mia.

Il viaggio è breve e alle 3:40 siamo a qualche metro dalla mia abitazione.

«ti manderò messaggi ogni tanto per assicurarmi che tu non esca pazza insieme allo studio» mi dice e io annuisco sorridendogli.

Mi alzo sulle punte per unire le nostre labbra in un bacio lento e delicato.

«a domani piccola» mi lascia un ultimo bacio sulla fronte.

«a domani coso» rispondo.

«coso? Okay cosa...comunque domani ti porto a fare colazione quindi scendiamo prima, poi ti mando un messaggio» continua e io annuisco.

*

Ore 21:20

Ripeto per l'ultima volta le pagine di tecnologia e poi chiudo il libro buttandolo quasi fuori la finestra.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now