LVIII. Non sono più roba tua

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Torno a casa ascoltando musica anche se alla fine non ne capisco neanche una parola.

E' già tanto che non sono scoppiata a piangere per strada infatti non vedo l'ora di arrivare a casa per buttarmi sul letto a deprimermi.

Ed è questo quello che faccio appena varco la soglia di casa.

«hey amore, sono uscita prima da lavoro per stare un po' con te» mi dice mamma spuntando dalla cucina. No ma io dico...proprio oggi? Io voglio stare sola.

«oh okay...solo che io non ho tanta fame» dico torturandomi l'interno della guancia mordicchiandolo.

«sicura di stare bene tesoro? sei un po' pallida» chiede avvicinandosi per poi premermi le labbra sulla fronte.

«non hai la febbre ma una dormita non ti farebbe male» mi dice accarezzandomi la guancia.

«devo studiare, domani ho il compito di matematica» dico e lei sospira per poi annuire.

Salgo velocemente le scale per poi dirigermi in bagno, mi levo quel poco di mascara rimasto per poi sciacquarmi il viso. Successivamente vado in camera e indosso una tuta comoda e una super felpona.

Alle 2:45 sono già immersa tra numeri, lettere e simboli e alle 8 chiudo tutti i libri.

Ceno e alle 9:30 sono sotto le coperte con il computer sulle gambe e le cuffiette nelle orecchie.

*

Ho passato quasi tutta la notte in bianco infatti oggi ho messo abbondantemente il correttore sotto gli occhi e sono scesa di casa a suon di formule di matematica.

«buongiorno amore» mi dice Char spuntando alla mia destra con un bombolone in bocca.

«buongiorno funzione di un graf- cioè volevo dire buongiorno tesoro» dico scuotendo la testa come se potessi guadagnare un po' di sonno perduto.

«troppa matematica, io l'ho sempre detto che studiare troppo fa male» dice la mia migliora amica e io faccio spallucce.

«dov'è Ilary?» mi chiede guardandosi intorno.

«non lo so, non l'ho proprio sentita» dico e lei annuisce.

«entriamo dai e che il compito di matematica inizi» dice Char con voce teatrale e io ridacchio.

«ehi brutte troie aspettatemi» ci troviamo una Ilary con l'affanno appoggiata alle nostre spalle.

«calmati dolcezza, non ce ne andiamo» ridacchia Char e io la seguo mentre Ilary ci regala un bellissimo dito medio.

Il compito per fortuna è abbastanza facile e riesco a fare tutto anche se non sono sicura di averlo fatto bene.

*

«tra poco inizia l'assemblea quindi dovete recarvi nel teatro» ci informa la professoressa di Inglese.

Oggi io e James, nelle ore di lezione in comune, non ci siamo neanche guardati ed è meglio così; mi ha veramente fatto sentire una puttana.

Quando esco dalla classe di Inglese trovo Mickey appoggiato ad un armadietto con il cellulare tra le mani.

«ma buongiorno!» esclamo e lui subito alza lo sguardo verso di me e mi abbraccia di slancio.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now