XXXVII. Papà lui è James, il mio ragazzo

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Io e James siamo soli in casa a fare una ricerca per la scuola.

«quanto ci manca per finire?» chiede il ragazzo al mio fianco con voce esasperata.

«quanto ti manca vorresti dire...Ho fatto tutto io e comunque devo solo mettere i fogli nelle foderine» dico sistemando poi la ricerca.

Tira la mia sedia più vicino alla sua finché le nostre ginocchia arrivano a toccarsi.

Vedo la sua mano avvicinarsi al mio viso. Mi lascia una carezza sulla guancia poi il suo indice va ad accarezzare il mio labbro inferiore.

Apro leggermente le labbra e inizio a succhiare il suo dito, leccandolo e mordendolo. I nostri occhi sono incatenati tra loro.

Il suo dito va poi a creare una linea immaginaria che parte dal mio mento e finisce al mio basso ventre.

Pochi secondi dopo le sue mani mi prendono per la vita facendomi sedere sul suo bacino. Le nostre intimità si toccano provocando in me una leggera scossa elettrica.

Prendo il suo viso e unisco le mie labbra alle sue, ne ho troppo bisogno in questo momento.

All'improvviso si alza dalla sedia tenendomi in braccio, mi stringe di più contro il petto e si dirige al mio letto.

Mi adagia delicatamente per poi mettersi a cavalcioni su di me.

Le sue mani si insinuano sotto la mia maglia per poi arrivare alla mia schiena. Le sue dita si avvicinano al gancetto del mio reggiseno e io mi mordo il labbro.

Non so se sono pronta a farlo ma ho paura che James si incazzi così sto in silenzio.

«hey piccola» sussurra al mio orecchio e io mi beo della sua voce.

«non voglio forzarti, se non te la senti non c'è nessun problema» dice comprensivo.

Mi sento una stupida, scommetto che tutte le ragazze con cui è stato l'hanno soddisfatto mentre io sono solo una bambina fifona.

«n-no io-» mi zittisce con un piccolo bacio a stampo.

«ti amo piccola» dice e un sorriso involontario si fa spazio sulle mie labbra.

«ti amo idiota» rispondo io.

Per un momento sento il suo corpo aderire al mio e di conseguenza ho la possibilità di sentire quanto sia eccitato.

Mi sottraggo alla sua presa e mi metto a cavalcioni sulle sue gambe sotto il suo sguardo confuso.

Porto la mia mano al cavallo dei suoi jeans e inizio ad accarezzare il rigonfiamento a me visibile.

«c-cosa ah cazzo p-piccola» separa le labbra carnose per far uscire ansimi di piacere.

Gli sbottono velocemente i jeans e glieli calo lungo le gambe insieme ai boxer.

Deglutisco il groppo che mi si forma in gola appena vedo la grandezza del suo membro.

Dio mio.

«non l'hai mai fatto dolcezza?» chiede e cerco di guardare tutto tranne i suoi occhi.

«io...» sono in completo imbarazzo.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now