XXXV. Una sorellina troppo impicciona

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In pochi secondi non sento più le labbra del ragazzo su di me ma solo gemiti di dolore che escono da esse.

James prende il ragazzo per le spalle e lo sbatte contro il muro, gli tira un pugno in pieno viso e credo proprio che gli abbia rotto il naso.

«non devi più lontanamente pensare di toccare la mia fottuta ragazza senza passare sul mio corpo, capito stronzo?» chiede James a denti stretti con le vene del collo in evidenza.

«rispondi e poi chiedi scusa alla mia ragazza sennò giuro che oltre a romperti il naso ti spacco anche il culo» lo minaccia e il ragazzo tossisce per la mancanza d'aria.

«c-capito...e s-scusami» balbetta l'ubriaco. Il mio ragazzo poi lo butta fuori dal bagno.

Solo quando un mio singhiozzo si staglia nel silenzio di quella piccola stanzetta mi accorgo di star piangendo.

«piccola» un calore mi avvolge completamente quando le braccia di James sono intorno al mio corpo.

«i-io ho c-cercato di ferm-» cerco di parlare con una sensazione di panico e ansia dentro.

«shh...va tutto bene amore» mi lascia vari baci tra i capelli mentre mi alza la cerniera del vestito.

Il mio corpo è scosso e tremolante, le sue mani prendono a coppa il mio viso.

«calmati angelo e respira, ora ti porto a casa» sussurra dolce contro le mie labbra e io annuisco deglutendo appena.

Le mie braccia finiscono attorno al suo collo e lui mi stringe al suo petto. Quanto lo amo.

«piccola avverto i miei amici che me ne vado poi andiamo dalle tue okay?» mi chiede.

«si» rispondo semplicemente. Mentre lui si dirige dagli amici io raggiungo Char e Ilary.

«hey piccioncina» mi dice Charlotte appena mi vede, io sorrido forzatamente.

«io ragazze vado a casa con James» dico e loro mi guardano maliziose.

«prendete precauzioni» mi dice Ilary dandomi una gomitata.
Lascio un piccolo bacio sulle guance di entrambe.

«andiamo?» chiede una voce alle mie spalle che riconosco essere quella del mio ragazzo.
Annuisco e usciamo dal locale.

*

Arriviamo fuori casa mia alle due e mezza di notte. Quando scendiamo dalla moto James mi cinge la vita con un braccio e io sussulto.

«rilassati piccola, sono solo io» mi dice e mi bacia la tempia.

«c'è mia madre» dico e mi fermo sui miei passi.

«facciamo una cosa amore: tu vai in camera, io ti raggiungo attraverso la finestra» mi dice e io annuisco. Entro in casa e vedo la luce in cucina accesa.

«hey tesoro mio» mamma si alza con la sua vestaglia e mi si avvicina.

«mamma» mi stringe in un abbraccio e mi accarezza una guancia.

«non riuscivo a dormire e mi sono fatta una camomilla» mi dice.

«ora però vado» mi dice e io annuisco. Aspetto che lei si chiuda nella sua stanza per poi salire le scale e raggiungere la mia.

Appena entro trovo James steso sul mio letto, mi vede si alza e mi si avvicina, io chiudo la porta a chiave giusto per evitare che mia madre entri inaspettatamente.

Innamorata del mio infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora