ILVIII. Stanza 219

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«A-Amie...» una piccola vocina scossa dai singhiozzi mi arriva alle orecchie facendomi irrigidire. È Chiara, la sorella di James.

«hey piccolina cosa succede?» chiedo cercando di non far trasparire tutta l'ansia e la preoccupazione.

«m-mamma e p-papà so-no in-in o-ospedale, James n-non s-si è s-sentito bene» piange.

«oddio piccola, tu dove sei?» chiedo subito iniziando a sudare freddo.

«c-con zia O-Olly» mormora.

«in quale ospedale sono andati i tuoi genitori?» chiedo iniziando ad alzarmi dal letto.

«n-non lo s-so» balbetta la piccola.

«ok piccola, andrà tutto bene non preoccuparti» le dico cercando di rassicurarla.

«m-mi vi-eni a p-prendere?» chiede tirando su con il naso. Cosa devo fare adesso? Io devo trovare l'ospedale nel quale James è stato portato, ma non posso lasciare Chiara così.

«si piccola, adesso vengo a prenderti» dico e dopo un lieve grazie attacco per poi prendere un leggins nero e una felpa enorme, è una sua felpa.

*

«piccolina» Chiara mi si fionda tra le braccia mentre la macchina della zia si allontana dal vialetto di casa.

«Amie, ho t-tanta paura che James m-muoia» balbetta la bambina e io deglutisco il groppo che ho in gola.

«no no hey ascoltami piccola, noi adesso chiamiamo la tua mamma e ci facciamo dire in quale ospedale si trova James okay?» chiedo asciugando le lacrime dal suo visino.

«mamma m-mi ha dato un c-cellulare prima di andare» dice Chiara frugando nelle tasche del suo giubbotto per poi porgermi un iPhone. Wow.

Chiamo Madison che mi risponde una manciata di secondi più tardi.

«piccolina sei tu?» chiede subito pensando fossi Chiara.

«hey Madison, sono...Amie» sospirò tenendo stretta la piccola.

«oh Amie, tesoro Chiara è con te vero?» chiede velocemente.

«si Madison, io-io potrei sapere dov'è stato portato James?» chiedo torturandomi il labbro inferiore.

«certo tesoro, porta anche Chiara, sono al Milton Hospital, non è molto lontano» cerca di mantenere un tono calmo ma percepisco la sua agitazione.

«arriviamo subito» mormoro prima che lei attacchi dopo avermi salutato.

«allora? La mia mamma dov'è? E James? Sta bene? Non è morto vero?» chiede Chiara guardandomi fissa negli occhi.

«hey piccolina, una domanda alla volta, la tua mamma è al Milton Hospital e adesso noi andiamo a vedere come sta James ma non preoccuparti, non è morto» dico baciandole la fronte.

Visto che non ho voglia di prendere mezzi pubblici, chiamo un taxi che in meno di dieci minuti ci porta all'edificio.

Pago il tassista e poi prendo in braccio Chiara che si tiene stretta al mio petto.
Entriamo nella struttura attraverso una porta grande e scorrevole. Mi avvicino ad un'anziana dietro il bancone.

«mi scusi, potrei chiederle un'informazione?» chiedo con il tono più educato possibile.

«certo cara, dimmi tutto» mi rispose lei sorridendomi e aggiustandosi gli occhiali sul ponte del naso.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now