XLVI. Tu mi rendi fottutamente pazzo

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In pochi secondi mi ritrovo stesa sul divano con il peso del suo corpo che mi blocca su di esso.

«cosa stai facendo?» chiedo deglutendo il groppo che mi si è formato in gola.

«niente...» sussurra dopo un po'. Sento la sua mano sinistra salire dal mio ginocchio al mio fianco.

I miei muscoli si irrigidiscono al contatto e il cuore inizia a battere più forte. Per un momento i nostri occhi si incrociano e posso notare quanto i suoi siano rossi e spenti.

Si siede sul mio bacino e poggia le mani sulla mia vita.

«James...lasciami stare» mormoro mettendo le mie mani sulle sue per fermare i suoi movimenti.

Mi prende in malo modo i polsi e li circonda con una sua mano per poi portarli sulla mia testa.

«Dai James, sei ubriaco» cerco di liberarmi dalla sua presa ma lui non me lo permette.

«sta zitta» dice infastidito ancorando una mano al mio fianco.

Le sue dita vanno a circondare il mio seno destro perfettamente coperto facendomi tremare.

«J-James perché non p-parliamo da persone civili?» chiedo balbettando ma lui ignora la mia richiesta.

Le sue mani liberano i miei polsi e io faccio una smorfia per il dolore che mi provocava la precedente presa. Mi solleva la maglietta e, nonostante io mi opponga, lui riesce a levarla.

«James no...ti prego» dico con la voce inclinata per la gola secca e le lacrime agli occhi.

«cos'è non ti piace troia?» chiede con un sorriso cattivo in viso. Cosa gli prende? Perché fa così?

«no cazzo! Perché fai così?» chiedo e lui avvicina il suo volto al mio poggiando poi le labbra sul mio collo.

«non me lo aspettavo da te dolcezza... Pensavo fossi diversa dalle puttane che ci sono in giro» dice lasciandomi confusa. Cosa?

«cosa significa? Io non capisco» mormoro con il labbro tremante per le sue parole dure.

«oh io invece penso che tu abbia capito fin troppo bene» dice prendendo un lembo della pelle del mio collo tra i denti.

«no! Non ho capito cazzo! adesso lasciami stare» dico iniziando ad incazzarmi.

«tu non mi dai ordini» dice a denti stretti. Scende alle bretelle del mio reggiseno abbassandole per poi spostare le dita al gancetto di esso.

Parlare è inutile in queste situazioni così mi limito a stare in silenzio. Calde lacrime iniziano a sgorgare dai miei occhi.

Butta il mio reggiseno in una parte a me sconosciuta della stanza; subito cerco di coprire il mio petto con le braccia.

«non coprirti porca troia» mi rimprovera afferrando con violenza i miei avambracci.

Le mie guance si tingono di rosso per il suo sguardo puntato sulle mie tette.

«perché mi fai questo? Ti prego no» biascico ancora tra le lacrime. Anche i miei pantaloni fanno la stessa fine della maglia e del reggiseno.

Sono in mutandine davanti a lui e mi sto per sentire male, James è ubriaco e non so se si fermerà o continuerà a fare quel che vuole.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now