XXX. Non so perché cazzo mi importi tanto di te

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In questi sette giorni sono uscita molto di più, sia con Char e Ilary che con Harry. Io e James non ci siamo più visti al di fuori dell'ambiente scolastico.

Sò di star facendo la cosa giusta, ogni giorno cerco di ignorare la mancanza che ho di lui.

Il rapporto mio e di Harry migliora sempre di più, ci comportiamo da fidanzati anche se lui non mi ha mai chiesto di essere la sua ragazza.

Oggi è venerdì e mi verrà a prendere fuori la scuola poi andremo a mangiare al McDonald.

«il tuo caro Harry è lì ad aspettarti» mi dice Char guardando in un punto fisso.
Mi giro e lo vedo appoggiato ad un lampione con un sorriso sulle labbra sottili.

«allora io vado» dico salutando le mie due amiche con la mano.
Loro mi sorridono maliziose e io alzo il dito medio verso di loro.

«hey nana» il ragazzo dai capelli biondi mi stringe tra le sue braccia lasciandomi poi un piccolo bacio a stampo.

«ciao gigante» sorrido.

«ho fame» diciamo nello stesso momento, ci guardiamo e scoppiamo a ridere come due bambini.

«io direi di andare a mangiare sennò mi mangerò te in un panino» dice guardandomi come se mi fossi trasformata in una fetta di pizza.

«cannibale» gli faccio la linguaccia mentre iniziamo a camminare.

Lui si avvicina al mio viso e mi morde la lingua.

«ora ti ho morso la lingua, dopo ti morderò qualcos'altro» mi dice facendomi un'occhiolino, io arrossisco e gli lascio uno schiaffetto sul petto.

Tra piccoli battibecchi e scherzose prese in giro arriviamo davanti ad un ristorante giapponese...aspetta ma non dovevamo andare al McDonald!

«ma non dovevamo andare al McDonald?» chiedo.

«si lo so ma io volevo mangiare il sushi però se non ti piace possiamo andare-» dice ma io lo fermo.

«no no, non ho mai assaggiato il sushi però c'è sempre una prima volta no?» lui mi sorride e mi abbraccia.

Entriamo e ci sediamo ad un tavolo leggermente appartato.

«ordino io per te?» chiede divertito appena vede la mia difficoltà nel nominare il cibo scritto sopra il menù.

«si sarebbe il caso» dico posandolo sul tavolo, lui ridacchia.

Lui ordina vicino alla giapponesina vestita di una tunica...aspetta come si chiama? Ah si il kimono.

«non sapevo fossi così bravo con il giapponese» dissi notando la sua ottima pronuncia.

«modestamente» sorrise.

«i miei genitori da piccolo mi hanno fatto fare delle lezioni di giapponese»  dice alzando gli occhi al cielo, io rido.

Parliamo un po' di tutta la gente nel ristorante, ridendo per tutte le cose strane che accadono finché non arrivano le nostre ordinazioni.

«ok ora tu mi spieghi cosa è questa roba» dico notando cose strane messe nel piatto, alcune erano anche carine.

Mi spiega ogni piccola cosetta contenuta nel piatto, poi mangiamo e io faccio un casino con le bacchette.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now