XIII. Un messaggio di cui aver paura

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Pov.James

Sono sul tetto di casa mia, con le cuffiette nelle orecchie e -Drunk di Zayn Malik- in corso.

Sono ubriaco e con una nuova bottiglia di vodka nella mano sinistra e una canna nella destra.

Gli occhi rossi non mi permettono di vedere bene, sono congelato nella mia maglietta leggera.

La mia testa è leggera, nessun pensiero.

Solo quattro parole:
Ho bisogno di lei.

Quando sono con lei tremo ma sto dannatamente bene.
Sarei dovuto correre via da lei, sapevo che sarebbe stata la mia rovina.

Ho sprecato notti pensando alla possibilità di un noi.
Ogni canzone ha qualche parola che mi porta a lei.

Vorrei avere un amnesia solo per dimenticarla o forse per dimenticare quello che provo per lei.

Non so se sono innamorato ma provo qualcosa di forte nei suoi confronti.

*

Il giorno dopo entro alla quarta ora visto che ho dormito solo due ore. Giusto per non perdermi troppo ore senno veramente mi bocciano.

Ho dormito dalle sei del mattino alle undici, giusto cinque ore che però mi sono bastate per non avere delle occhiaie mostruose.

Tutti che si credono miei amici: ridicoli. Io non ho veri amici.

Kayla mi si attacca subito come una cozza e anche se la vorrei scaraventare a terra la bacio quasi divorandole le labbra.

Da lontano scorgo la figura di Amie che posa i libri nell'armadietto con quel coglione al suo fianco che pende dalle sue labbra.

Lui è il ragazzo perfetto per lei. Ottimi voti, una famiglia unita, beve poco e non si è mai drogato o ubriacato.

Insomma il mio opposto.

«mi sei mancato piccolo» mi dice Kayla circondando il mio collo con le sue braccia.

«anche tu piccola» le dico stringendola e palpandole il sedere sentendo un suo piccolo gemito.

«dopo andiamo a casa mia?» mi chiede e io annuisco sorridendole fintamente.

Passiamo al fianco della 'coppietta'...dio quanto mi da fastidio quello.

Rivolgo il mio sguardo ad Amie che mi guarda solo pochi millesimi di secondo per poi tornare subito al suo ragazzo.

Le ultime due ore passano in fretta e viene il momento di uscire e di conseguenza di andare a casa di Kayla.

Vorrei tornare a ieri mattina. Ho bisogno delle sue labbra, adesso.

«piccola puoi aspettarmi alla moto?» le chiedo e lei annuisce baciandomi. Sembra tanto cattiva ma è solo viziata.

Vago per i corridoi in cerca di lei trovandola vicino al suo armadietto, stranamente quel coso non le sta vicino.

Mi avvicino da dietro fino a trovarmi al suo fianco, chiude la piccola porticina ritrovandosi il mio viso.

Innamorata del mio infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora