LX. Una cena importante

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«tra una mezz'ora dovremmo arrivare a destinazione» ci avverte l'autista dall'altra parte della macchina.

«okay grazie Paul» dice Mickey per poi ritornare a guardare me.

«sei magnifica» sussurra e sento la sua mano poggiarsi sul mio ginocchio per poi salire fino al mio interno coscia.

«grazie» arrossisco leggermente e abbasso lo sguardo portandolo verso la mia mano destra ancorata al bordo del vestito regalatomi dal biondo.

Le mie braccia si ricoprono di brividi per il leggero freddo provocato dalle mie braccia completamente scoperte.

«vieni qui piccola» mi dice e io mi avvicino più a lui che mi prende per la vita e mi poggia sulle sue gambe.

Subito sento la temperatura del mio corpo alzarsi facendo, di conseguenza, sparire il freddo.

«tu comportati normalmente, cerca di fare la persona seria mentre mangeremo caviale» dice con tono scherzoso e io faccio la finta offesa.

«io sono una persona seria» gli dico dandogli un piccolo pugno sulla spalla.

40 minuti dopo siamo in compagnia dei genitori di Mickey e di molte altre persone.

Mickey mi presenta come sua ragazza e io fingo di esserlo quando un signore che credo si chiami Rudolph esclama: "forza e baciatela questa ragazza".

Tutti gli danno ragione tra una risatina e l'altra mentre le mie guance vanno letteralmente a fuoco.

E ancora di più quando Mickey mi prende per la vita e poggia le sue labbra sulle mie.

Presa alla sprovvista ricambio il bacio il meglio possibile ma il rumore di un bicchiere in frantumi ci fa staccare.

I miei occhi scuri incontrano quelli chiari di...James. Cosa ci fa lui qui?

Non si guarda intorno, non parla, non fa caso alle persone che ricominciano a dedicare le loro attenzioni a me e Mickey, semplicemente si allontana dalla sala uscendo da essa.

Ingoio il groppo che ho in gola e cerco di azzittire la voce che mi dice di andare da lui.

Quando tutti vengono distratti da un signore che inizia a parlare di alcuni progetti, idee e altro io mi giro verso le finestre della grande sala.

«Mickey io ho bisogno di prendere una boccata d'aria» dico.

«oh ehm okay, vuoi che ti accompagni?» mi chiede ma io scuoto la testa e gli sorrido per poi allontanarmi da lui.

Dove può essere andato James? Ma poi, ripeto, cosa ci fa lui qui?

Cammino lungo corridoi e scale fino ad arrivare all'ultimo piano e sono tentata di tornare di sotto quando noto una porta socchiusa.

Con passi piccoli e silenziosi, la mia figura si inoltra nella terrazza del grande palazzo/ristorante e i miei occhi si fermano sull'ombra di una persona di spalle.

Credo che James si sia accorto della mia presenza perché vedo il suo corpo irrigidirsi come se fosse stato colpito da un fulmine.

Sento il bisogno di giustificarmi con lui anche se in realtà non ce n'è alcun motivo.

«so a cosa stai pensando in questo momento» dice non muovendosi neanche di un solo centimetro.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now