CAPITOLO VENTIDUE

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Torino, 18 ottobre 2000

Caro Pietro,

Oggi la maestra ha riconsegnato i temi e io ho preso Ottimo, ha detto che sono stata la più brava e che l'ho fatta quasi piangere. Io non ci credo. Secondo me esagera.

Il titolo del compito era "Descrivi il tuo migliore amico" e io ho parlato di te, di Belvedere, dei giri sulla barca del nonno, delle partite di pallone, delle gare di corsa e in bicicletta e delle giornate al mare. Ho parlato di te che stai in Sicilia e che mi manchi ogni giorno, perché anche se ci sentiamo spesso a telefono non è la stessa cosa. A proposito, la mamma si è arrabbiata per via dell'ultima bolletta del telefono, forse per un po' è meglio se ci mandiamo solo lettere, aspettando che si calmi. Lo sai com'è quando si mette a urlare.

Non so se sono brava quanto dice la maestra, però mi sono resa conto che mi piace scrivere.Te lo ricordi il diario segreto che scrivevamo alla fine di ogni estate, quello in cui riassumevamo tutte le giornate passate insieme? Ho deciso di scrivere su quello, per raccontare di me e di quello che mi succede. L'ho visto fare in un film e dicono che aiuti, non ho ancora capito in che senso però. Una delle due chiavi che apre il lucchetto ce l'hai ancora tu, sei l'unico a cui permetterò di leggerlo. Tanto io e te non abbiamo mica segreti.

Oh, quasi dimenticavo, Giovanni mi ha mandato un bigliettino, c'era scritto "Vuoi fidanzarti con me?" Io non sapevo cosa rispondere e gli ho detto che ci avrei pensato, secondo te sono troppo piccola? Giovanni è mio amico ed è gentile, ma io non so cosa fare.Ho litigato con Arianna e con Federico non posso parlare, perché lo direbbe alla mamma. Sei l'unico di cui mi fido.

Mi manchi tanto,

Adele (la tua migliore amica)

P.S. Papà dice che vuole portarmi allo stadio a vedere la Juve. Come glielo dico che il calcio proprio non mi piace?

P.P.S. Promettimi che la prossima estate mi convincerai a saltare giù dalla barca, voglio tuffarmi anche io, ma non ho coraggio, dammene un po' del tuo, okay?


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📍 Monte Santo Spirito (Ag)

Estate 2001

17 anni prima...

Tirava una leggera e piacevole brezza quella mattina e il sole illuminava il viso sereno di Adele, che teneva saldamente il timone, come se fosse un'esperta con anni di esperienza alle spalle e non un bambina di nemmeno undici anni, che aveva ancora i denti da latte, ma non aveva la minima paura di manovrare una barca a vela in mare aperto.

Suo nonno era dietro di lei, la pipa in bocca e le mani sopra quelle della nipote, a indicarle la rotta, senza però minacciare la sua autorità: era la piccola il capitano di quella spedizione.

Si erano lasciati alle spalle Monte Santo Spirito e davanti a loro c'era solo una distesa di acqua limpida dalle sfumature blu, solcata dallo scafo della barca a vela.

Federico e Pietro si trovavano a prua e, reggendosi alla draglia, parlavano di calcio come al solito: della stagione appena trascorsa, di chi, tra un fantastico Michael Owen e Raul, meritasse di vincere il pallone d'oro e, ovviamente, del grande ritorno di Ronaldo il fenomeno dopo l'infortunio. Eleonora, alle prese con il suo primo giro in barca, era letteralmente incollata alla gamba del nonno di Adele, lanciando di tanto in tanto occhiate al paesino alle loro spalle, che si stava rimpicciolendo sempre di più, terrorizzata all'idea di loro cinque dispersi in mezzo al nulla. A lei non piaceva nuotare: quando andavano al mare, restava in spiaggia a fare i castelli di sabbia, l'acqua, infatti, le faceva quasi paura; paradossale, considerando che era nata in riva al mare, nel senso più letterale possibile. Ogni tanto si aggiustava gli occhiali da sole dalla montatura rossa, che, decisamente troppo grandi per lei, le cadevano continuamente sul naso imbrattato di crema solare. «Zio Gaetano, ma quando torniamo a casa?» chiese timorosa, alzando leggermente la testa.

Odio le favoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora